Il libro di Albinati che ha vinto il premio Strega e "racconta" partendo dal delitto del Circeo "la malattia incurabile di essere maschi",la chiusura dei centri antiviolenza . Chinyery e la morte di Emmanuel ..razzismo che dilaga e si
Lunedi, 11/07/2016 - Prima Pagina Donne 17 (4-10 luglio 2016)
In questo fine settimana è stato assegnato il Premio Strega allo scrittore Edoardo Albinati, il cui romanzo dal titolo 'La scuola cattolica', di ben 1300 pagine, prende spunto dal terribile episodio del delitto del Circeo (1975) quando Izzo, Ghira e Guido che condivisero tutti e tre la stessa scuola di Albinati, il San Leone Magno di Roma, dopo avere “adescate” le giovani Rosaria Lopez e Donatella Colasanti portandole con l’inganno alla Villa del Circeo le violentarono, torturarono e uccisero. Rosaria morì Donatella come è noto sopravvisse fingendosi morta.
Il libro, come spiega l’autore nelle interviste pubblicate, si sofferma, approfondisce, motiva quella che Albinati definisce “la malattia incurabile di essere maschi”, tema su cui è giusto interrogarsi oltre che informare.
Ho scelto di iniziare da qui perché il libro vince in tempi in cui la materia della violenza verso le donne - espressa in varie forme fino al femminicidio - e fra mille contraddizioni continua a riempire l’informazione. E la prima contraddizione sta nel fatto che da diverse settimane è in piedi una mobilitazione femminile, perché si trovino le risorse per non fare chiudere, come sta avvenendo, i centri antiviolenza che rappresentano luoghi di speranza e di riparo per le donne e anche bambini che fuggono, si nascondono, cercano ospitalità per ritrovare la vita o attendere, quasi in sospensione, di poterla riavviare.
Sul tema della violenza proprio domenica scorsa il dibattito si è arricchito di una lunga intervista alla Presidente della Camera Laura Boldrini, sempre attenta al tema, che fra le altre cose “chiama” gli uomini a battersi di più a fianco delle donne.
Leggerò il libro di Albinati, ragioneremo sulle sue considerazioni che non appaiono per altro molto rassicuranti sugli uomini, ma intanto chiediamo l’impegno anche suo, perché cresca la volontà e si trovino le risorse per non chiudere i Centri antiviolenza, appunto. Siamo a Roma e, visto che si è insediata la giunta della nuova Sindaca Raggi, le chiediamo subito di essere coerente con l’impegno che si è presa la settimana precedente di occuparsi della vita dei centri. E a proposito della Sindaca, penso che avere portato sullo scranno con lei il giorno dell’insediamento suo figlio sia stata una mossa da non condividere e di cui non emozionarsi in nessun modo. I bambini non vanno usati per fare immagine e sulle cose molto serie come Roma non si può giocare. La maternità è un tema enorme e forse negli ultimi mesi anche in politica è divenuto tema usato in modo improprio e non gradevole, su cui varrebbe la pena di riflettere. Nella nostra memoria corta, ricordo Giorgia Meloni ..maternità attacchi difese .. temi e usi impropri che non giovano a nessuno.
Comunque Virginia Raggi, figlio a parte e a parte il familismo che la caratterizza (vale la pena di ricordare anche la patetica lettera intimista del marito all'indomani della sua elezione) ora è alla prova dei fatti che non sembrano essere iniziati nel modo più liscio pensando alle grane di Giunta anche per “l’impicciarsi” piuttosto invadente del direttorio grillino. Vorrei aspettare un altro po’ a “giudicare” e sperare sempre in nome dell’interesse di Roma. Alla prossime settimane dunque.
Ritornando ancora all’oramai insopportabile tema della violenza verso le donne in tutte le sue forme, è stata quella verbale di un insulto cattivo e razzista - “scimmia africana” - che ha comportato la morte violenta di Emmanuel che ha voluto difendere la sua donna, Chinyery, e per lei la fine di un sogno, dopo tante sofferenze, di una vita. Credo che tutte e tutti coloro che leggono sanno che mi riferisco al terribile episodio di Fermo. Il dibattito sull’analisi dei fatti, sulla minuziosa cronologia degli avvenimenti non ci deve sviare dal nocciolo duro di quanto è accaduto. L’insulto a una donna, a una donna africana, a una donna “dei barconi”, la difesa del suo compagno di suo marito, la superficialità di molti, troppi che giocano a fare i più realisti del re, lascia morte e vite e speranze spezzate. Il dolore di Chinyery speriamo trovi nell’affetto e cura della comunità di cui è ospite la forza di andare avanti. Al funerale di Emmanuel erano presenti Laura Boldrini e la Ministra Boschi come responsabile delle Pari Opportunità. Chinyery è svenuta. Il suo dolore al momento non sembra trovare un lenitivo e speriamo di sapere che un giorno ce la farà anche grazie alla solidarietà e all’impegno di chi l’aveva accolta e continua oggi a sostenerla come Don Vinicio Albanese, fondatore della comunità di Capodarco. Razzismo, dunque, una parola enigmatica e terribile che in queste giornate torna ripetutamente, raccomandandoci di non dimenticare, di cercare di sapere cosa succederà a chi tanto ha sofferto è qualcosa che vorrei chiedere all’informazione. A tal proposito la settimana scorsa ho scordato di ricordare la terribile vicenda della ragazza violentata da un branco di minorenni. La voglio riprendere domandandomi come riuscirà questa ragazza a superare lo stupro che ha subito? Potrà, come ci auguriamo, nel futuro non avere paura, nonostante l’amore, di un uomo che le si avvicinerà? E quel ragazzo, quell’uomo che ci auguriamo ci sarà, potrà arrivare a farle dimenticare e ridarle fiducia .. Ce lo auguriamo è ovvio; ma sappiamo anche quanto sia difficile e lo ribadisco tanto più quando tanto si parla del problema ma non si trova poi neanche il denaro per primi luoghi di risposta: i centri antiviolenza.
Violenza, razzismo sono parole che sentiamo e risentiamo in questi giorni nelle narrazioni terribili di avvenimenti americani che hanno visto prima la morte, quasi inspiegabile di due afro americani da parte di poliziotti in Lousiana e poi in Minnesota e solo un giorno dopo a Dallas nella città di Kennedy un afroamericano uccidere 5 poliziotti un infiammarsi di violenza che ha consigliato Obama di lasciare prima l’Europa e i programmi in agenda per rientrare a “casa”. La miccia riaccesasi con gli atti violenti vede l’America attraversata da manifestazioni di protesta di afroamericani, col segno di vere rivolte, ovunque. E i siti virtuali, attuali piazze della gente, rappresentano filmati e immagini che concorrono ad infiammare gli animi. Incredibile, la denuncia, del filmino girato da Diamond detta Lavish, compagna di Philando, mentre lui veniva ucciso da un poliziotto impaurito che invece che il documento richiesto tirasse fuori una pistola. Il filmino riporta tra l’altro la voce della figlia di 4 anni.
Tornando in Italia e avendo scritto questa settimana in modo quasi esclusivo di violenza verso le donne, voglio riportare l’atto di grande coraggio dei genitori di Federica uccisa i primi di Giugno a Taranto dal suo compagno dopo averla riempita di botte; uomo che ha poi ucciso il loro bambino di 4 anni e si è tolto la vita lui stesso. I genitori hanno promosso un corteo, che ha portato per le strade le immagini shock del volto distrutto dalla violenza di Federica. L’obiettivo dei genitori è quello di toccare le coscienze per combattere nel futuro in una società che per troppi cittadini sembra aver adottato come legge un vecchio motto ”occhio non vede cuore non duole”. Grazie ai genitori di Federica che il loro dolore straziante hanno deciso di usarlo per promuovere civiltà.
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