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Prima Pagina Donne (27 ottobre - 2 novembre 2014)

Prima Pagina Donne (27 ottobre - 2 novembre 2014)

La vittoria di Dilma Rousseff in Brasile, le parole di Obama per pari opportunità di guadagni e carriera per le donne, Susanna Camusso e Pina Picerno, la lettera di Reyhanehn, le donne iraniane e la loro voglia di normalizzazione, Ilaria Cucchi..etc

Domenica, 02/11/2014 - Prima Pagina Donne 42 (27 ottobre - 2 novembre 2014)




L’altra settimana non ho fatto in tempo a citare la vittoria elettorale e la conferma di Dilma Rousseff in qualità di Presidente del Brasile. La vittoria al ballottaggio, negli ultimi giorni, non era data affatto per scontata, e quindi, più che mai, gli auguri alla nuova Presidenta perché possa davvero, come ha detto, ottenere nel corso del suo secondo mandato un ulteriore salto di qualità dello sviluppo per il paese. Per rimanere nelle Americhe e alla politica che riguardi le donne, salendo dal Brasile agli USA non si può non commentare anche con un sorriso un po’ ironico ”la campagna” di Obama che, alla vigilia delle elezioni di medio termine di martedì prossimo, incalzato da un forte calo del consenso, fa delle donne e del loro diritto ad avere parità di remunerazione e di parità di carriera un punto di forza della campagna elettorale, puntando, come già successo, al voto femminile per vincere. Nell’augurare alle americane che Obama “ottenga” per loro tali risultati, non sembri irriverente se tutto questo mi ricorda quando tanti anni fa (ora non va più molto di moda) si prometteva in particolare per le elezioni amministrative di asfaltare le strade rurali e gli abitanti di tali territori con sano realismo prevenivano le promesse sperando nella realizzazione dell’obiettivo desiderato.



Attraversato l’oceano e arrivate a casa nostra, la settimana ha continuato a vedere su tutti i giornali e davvero in prima pagina la figura e le parole riportate in più interviste della segretaria della CGIL Susanna Camusso che, dopo la manifestazione romana, ha continuato ad esprimere le sue del tutto legittime critiche al Governo Renzi e in particolare all’oramai famoso Jobs Act. Forse meno condivisibile come stile l’accusa a Renzi di essere al suo posto perché “messo lì” dai poteri forti come farebbe pensare, detto dalla Camusso, Marchionne con le sue affermazioni. Quello che personalmente ritengo sia stata un'infelice e provocatoria uscita ha messo in moto uno stile d’insulti che ha generato la contro provocazione ancor più sgradevole della deputata Pina Picerno che ha accusato la Camusso di essere stata eletta con tessere false e che nella piazza San Giovanni molte delle persone erano state portate con pulman pagati ad hoc dal sindacato. Tali metodi fanno pensare che in questo paese la dialettica politica produca delle modalità di lotta talvolta davvero inaccettabili che finiscono per svilire e rendere volgare anche il resto. Una volta lo stile era importante ma ora pare che parolacce, insulti e “il chi la spara più grossa“ sia normalità. Speriamo non sia da irridere dire che queste modalità sono dannose e che ci dispiace ancora di più quando sono donne ad utilizzarle.



Ed in termine di stile e di attaccamento alla concretezza mi ha molto colpita la lettera, pubblicata postuma, scritta alla madre dalla donna iraniana impiccata, che con una lucidità commovente ha rivendicato la sua coerenza, ha denunciato l’ingiustizia del mondo e ha chiesto alla madre di impegnarsi perché i suoi organi fossero donati, continuando così anche a farla vivere e ha confortato la madre dicendo che la sua verità l’avrebbe esposta al tribunale di Dio. La lettera di Reyhaneh, che è anche un inno alla bellezza stuprata in tutte le sue manifestazioni, sembra fare eco a quella mostra di bellezza femminile che tante giovani iraniane sembrano con studiata civetteria far emergere, con piccoli gesti come una ciocca di capelli o una frangetta fuori posto, dai loro corpi nascosti e umiliati dalle coperture imposte per legge, che sembra stia provocando, forse volutamente, grande imbarazzo nelle sedi del potere iraniano. Chissà che in un giorno, non poi così lontano, siano proprio le donne a vincere contro l’oscurantismo religioso e le posizioni estremiste ribellandosi in massa a chi ritiene di avere il potere e il dovere di reprimerle. Dalle donne tra sbagli, contraddizioni e sofferenze, continuiamo ad aspettarci un nuovo benefico per la e le diverse società.



Ed è una speranza che non voglio perdere neanche mentre leggo l’orrore di giovani marocchine che hanno colpito a calci e pugni una loro coetanea di madre Italiana e padre marocchino perché a loro parere non si comporta da vera musulmana. Alla vigliaccheria di queste giovani si contrappone il coraggio e la determinazione dettata dall’amore di Ilaria Cucchi nel non darsi per vinta, anche a nome dei suoi genitori, accettando le scandalose conclusioni del processo che ha visto tutti assolti i potenziali autori delle violenze su suo fratello che di violenza, di ferite, di botte è morto ma di cui lo Stato, nella sua articolazione che parla di giustizia, rinuncia a trovare i colpevoli. Ragioni per cui Ilaria decide di portare in giudizio proprio il Ministero della Giustizia. Un atto dall’alto valore simbolico oltre al merito dello stesso. Rimanendo nell’ambito delle vicende famigliari a forte protagonismo femminile insieme a migliaia di altre persone mi domando cosa mai possa essere successo alla donna, se non sbaglio marocchina, che ha ferito il marito e ucciso i figli lasciando ferita gravemente una piccola di 5 anni e che si è tolta a sua volta la vita. Storie che non vorremmo mai sentire ma che invece ci invadono col loro dolore e con tutti gli interrogativi che si portano appresso. Interrogativi e ragioni e che appaiono invece chiari anzi chiarissime nelle parole di Asala, la prima scafista donna di soli 20 anni, che ha dichiarato come per seguire il fidanzato, da cui aspetta un bambino, si sia imbarcata su una delle carrette che con tanti disperati attraversano il Mediterraneo. Di fatto, secondo le testimonianze si è prestata a condurre, facendo a turno alla guida la barca di disperati per non perdere il suo ragazzo. Mentre scriviamo e la settimana si chiude si conclude anche il congrsso del Partito Radicale che ha riconfermato alla guida Rita Bernardini, da oggi al suo secondo mandato. Le facciamo tanti auguri e ..arrivederci alla prossima settimana.



Chi vuole può scrivere a Paola all'indirizzo mail: ortensi paola@tiscali.it

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