In questo inizio d’agosto sinonimo di ferie, di festa, d’estate, l’inizio delle notizie mi piace legarlo alla grande gioia che Tania Cagnotto ha regalato a se stessa ma anche a tanti Italiani che seguono lo sport e non solo, vincendo, ai campionati del mondo di nuoto a Kazan in Russia, la medaglia d’oro al tuffo da un metro e ben altre due medaglie di bronzo in altre specialità. Una vittoria fantastica a cui Tania puntava da anni e l’ha ottenuta, nell’ultimo mondiale a cui si è ripromessa di partecipare prima di concludere la sua carriera con le Olimpiadi del 2016 e poi sposarsi e lasciare l’agonismo. La sua gioia, per chi l’ha vista, è stata così forte e comunicativa da divenire un capitale collettivo. Ma sempre ai campionati del mondo di nuoto, e sempre collegata ad una medaglia d’oro, si è verificata un'altra bella storia impossibile da non raccontare. Simone Ruffini, sul podio per ricevere la medaglia d’oro per la sua vittoria epica ai 25 km di maratona, ha aperto un biglietto scritto a mano e rivolto alla sua ragazza, Aurora, anche lei fondista del nuoto, in cui era scritto ciò che ha anche urlato: 'Mi vuoi sposare?' Una favola d’amore di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto se legata ad un'impresa così importante, frutto di fatica, lavoro, determinazione ed entusiasmo.
E per questo amore firmato in pubblico, un altro “amore” - pur diverso sempre in pubblico - è stato dichiarato finito. Il riferimento è la dichiarazione di Pannella, che ha detto di considerare Emma Bonino fuori dal Partito Radicale per averne tradito da tempo modalità e obiettivi. Dovremmo prendere atto della fine di una solidarietà forte e storica che per il Partito Radicale ha significato per decenni il motore trainante. Ci auguriamo che Marco Pannella, che ci ha abituato a stupirci per la sua “originalità”, si smentisca e riprenda la sua solidale relazione con EMMA, che tanto ha contato positivamente nella politica Italiana.
Politica che, in rapporto agli impegni del governo di Matteo Renzi, vede in prima fila la ministra della sanità Beatrice Lorenzin, tornata a pieno regime dopo la recente nascita dei suoi due gemelli, e impegnata nel proporre e spiegare i tagli agli sprechi o meglio i risparmi alla sanità che si dovrebbero decidere. Beatrice Lorenzin, che insieme alla ministra Giannini impegnata a “spiegare” e sostenere la riforma della scuola e a rintuzzare gli attacchi sulle modalità delle assunzioni dei già precari, a Maria Elena Boschi e alle altre, segnano l’impegno femminile importante di questa fase politica. Ai confini della politica attiva, o ancor meglio della storia della politica, si pone la moglie di Giulio Andreotti, “Donna” Livia Danese, deceduta ultranovantenne. Sopravvissuta a suo marito, pur malata prima della morte di Andreotti, ha rappresentato una figura femminile, anche simbolo di un'epoca. Mai visibile, ma riferimento certo per la famiglia e per il marito; apparentemente inesistente ma presumibilmente determinante per la stabilità di un personaggio politico della levatura storica di Andreotti. Ricorda un modo di dire oramai, direi fortunatamente, in disuso ma assai comune nei decenni passati: “è la donna che fa un uomo“. Forse sarebbe interessante saperne di più. Ed a proposito di donne a fianco di uomini famosi, in questi giorni l’inventore di Facebook Zuckerberg, facendo il portavoce della propria famiglia e quindi di fatti molto privati “ha rivelato al mondo”, neanche a dirlo postandolo su facebook, che finalmente aspettano - o diciamo sua moglie aspetta - un bambino, anzi una bambina, dopo due aborti spontanei. Non ci sono dubbi che l’attesa di figli delle coppie ricche e potenti è notizia che coinvolge un po’ come per i regnanti, molta umanità, ma certo sarebbe stato meglio che avesse lasciato che a postare fosse stata, per prima, la moglie.
Prima di lasciare gli USA, seppur cambiando certamente ambito comportamentale e parlando di autentico coraggioso protagonismo femminile, come non onorare, almeno citandola, la scelta di ben 46 donne di autodenunciarsi per aver subito violenza dal comico Bill Cosby; un'autodenuncia che il New York Magazine ha esaltato facendo una copertina con 36 di loro sedute una a fianco all’altra e lasciando una sedia vuota per chi ancora troverà la forza di uscire dal silenzio.
Forza e coraggio di vivere che forse sono mancati tanto tempo fa a Bobbi Kristina, figlia di Whitney Houston morta dopo 6 mesi di coma dopo essere rimasta “affogata” in una vasca da bagno come sua madre. Unica erede di una fortuna calcolata in 20 milioni di dollari, non aveva la fortuna della gioia di vivere, quasi avesse introiettato la violenza senza pace che aveva conosciuto coi suoi genitori.
Tornando in Europa, e tornando alle donne impegnate in politica, m’interessa riportare i primi ”rumors” dei giornali sulla ipotizzabile candidatura, in Germania, per la quarta volta della Cancelliera Angela Merkel per le elezioni dell’anno prossimo, con permanenti possibilità se non certezze d’elezione. Notizie quelle sulla Merkel che smentiscono o danno per superato il suo presunto calo di popolarità dopo la vicenda della Grecia in rapporto alle decisioni necessarie per non fare uscire il paese dall’Unione Europea.
Terminando, un pensiero e un grazie lo voglio rivolgere alla madre di uno dei titolari della fabbrica di fuochi d’artificio esplosa in Puglia. Molti giornali l’hanno ripresa sul luogo della tragedia e le sue parole piene di dolore ma anche d’orgoglio hanno ricordato il figlio, riuscendo a sottolineare tutte le sue doti umane e di imprenditore, costringendo chi ha voluto ascoltare, a pensarlo con grande rispetto e condividendo quella perdita come un evento che riguarda tutte/i e che naturalmente abbraccia tutti gli altri che hanno perso la vita e il futuro in quel giorno terribile.
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