L'uccisione diella Dottoressa Rita Fossacieca, volontaria in Kenia,la giornata contro la violenza verso le donne e i risvolti ..Alma Shalabayeva e il sequestro del 2013 con la sua bambina parole e coraggio.. San Suu Kyi e ..la Befana....
Lunedi, 30/11/2015 - Prima Pagina Donne 29 (23-29 novembre 2015)
I gravissimi avvenimenti di Parigi, le cui conseguenze insieme alle decisioni che comportano, stanno, sembra, e non è troppo dirlo, determinando un nuovo capitolo della storia dell’Occidente; l’importante viaggio del Papa che nei suoi contenuti si coniuga pienamente alle vicende che coinvolgono la nostra civiltà. E' importante che non vedano annebbiarsi, nell’informazione, gli avvenimenti che continuano ad accadere in Italia e nel mondo. La tentazione - che come dicevano i latini : “ubi maior minor cessat”, ovvero le cose più grandi annullino le minori - va combattuta e nel mio piccolo riprendo a farlo con la scelta della memoria di alcuni fatti che come sempre coinvolgono donne in situazioni diversificate.
Scelgo di cominciare dal fine settimana, quando abbiamo imparato che in Kenia vicino a Malindi è stata uccisa in casa, in modo violentissimo e probabilemnte per una rapina, Rita Fossacieca, una dottoressa radiologa italiana impegnata da anni in una Onlus che si occupa di bambini in un orfanatrofio dotando l’istituzione di un ambulatorio appunto, di una scuola etc…Ho pensato che solo qualche giorno, o forse qualche ora prima, Rita avrà commentato con i genitori e con gli operatori che erano con lei la speranza che la presenza di Papa Francesco portava in quella terra. Una speranza che per lei è finita prorpio nel posto che aveva voluto si chiamasse 'For life', cioè 'Per la vita'.
La morte violenta della dottoressa Italiana è avvenuta praticamente in contemporanea alle manifestazioni indette il giorno 25, divenuta la data per esprimersi contro la violenza che colpisce le donne, e che si sono allargate ai giorni limitrofi. Ed è in questo contesto, con tutte le diversità della sua esperienza, che vogliamo dire: anche lei ha pensato che l’amore, in questo caso per l’Africa, la mettesse al sicuro da ogni violenza appunto … ma le cose sono andate in modo troppo diverso anche se sappiamo che questo non fermerà tanti altri che per l’Africa, per i suoi problemi e contemporaneamente il suo fascino, provano un amore fatale e non rinunciano a mettere a disposizione la propria professionalità, le proprie risorse e, talvolta, la vita.
E rimanendo ancora per un attimo sul 25 novembre, in Italia neanche quel giorno di dibattiti, manifestazioni e sollecitazioni al governo per combattere il problema violenza alle donne è stato possibile che questa “tacesse”. A Perugia una giovane avvocata è stata uccisa da suo marito con una fucilata. Chi la conosceva racconta come, da tempo, fosse vittima di comportamenti violenti ..eppure come decine di altre donne ha pensato di farcela da sola, subendo, invece che reagendo.
Considerando quante siano le forme di violenza, mi piace scrivere di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako detenuto in Francia sequestrata con violenza, dalle nostre forze ”dell’ordine” in una tragica notte del 2013 insieme alla sua bambina dalla sua casa di Casal Palocco e violentemente rispedita in Kazakistan, dove rischiava la vita e da dove è potuta rientrare parecchio tempo dopo. Oggi, a due anni di distanza, quando la magistratura sta “scoprendo” connivenze inquietanti tra pezzi dello stato e funzionari kazaki, Alma non sceglie il silenzio, ma con tono pacato e civile si espone affiancata dalla sua figlia grande, rinforzando la denuncia di quanto è avvenuto e sottolineando le presunte responsabilità mentre, contemporaneamente, ringrazia lo Stato Italiano per le sue indagini e sottolinea che nonostante l’accaduto sceglie di nuovo l’Italia come luogo di vita. Mi sento di mandarle il mio grazie, che mi auguro condiviso da tante per la sua forza e civiltà democratica.
Ed è parlando di donne che fuori dai nostri confini culturali, talvolta molto angusti, che voglio ricordare il successo davvero formidabile di Aung San Suu Kyi, che con il suo partito (La lega nazionale per la democrazia) ha vinto in Birmania prendendo più dell’80% dei consensi elettorali. Gli avvenimenti di Parigi hanno sovrastato ogni fatto e questa grande vittoria della volontà, pazienza e credibilità democratica costruita in decenni da San Suu Kyi è stata divorata ed è scomparsa . Vale la pena di ritornare a parlarne perché in questo successo politico forse sono presenti anche “insegnamenti” da prendere in considerazione nello scontro in cui l’Europa, gli USA e non solo, sono impegnati per difendersi e schierarsi contro l’ISIS.
Rimanendo all’estero prima di tornare brevemente nei nostri confini, il processo identificato come Vatileaks, che riguarda le fughe di notizie sui fatti vaticani, rende sempre più enigmatica la storia, fra gli altri accusati, dell'unica donna coinvolta, Francesca Chaouqui. Collocata in un posto e funzione dove immagineremmo persone d’esperienza e solide per il loro curriculum, appare talvolta come una sorta di 'Alice nel paese delle meraviglie' oppure come una abile e scaltra figura. Vale la pena di seguire questo processo anche dal suo osservatorio per capire meglio chi sia davvero, tenendo presente che chiede asilo politico all’Italia e ricordandoci che il Vaticano è un altro Stato il cui ”Capo”, Papa Francesco, sta agendo una vera rivoluzione della chiesa e dell’ordine delle priorità che l’umanità dovrebbe scegliere e che per brevità sintetizzo in quella parola - Misericordia - soggetto del Giubileo che si apre.
Tornando in Italia e alle italiane, nell’immenso muoversi di fatti che si rincorrono e si scavalcano, tornano nelle piazze - in quelle reali e in quelle delle idee - le proposte e le critiche al governo della Segretaria della Cgil Susanna Camusso, la quale polemizza anche con l’affermazione del Ministro Poletti sul tema dell'orario di lavoro definito "strumento, ma non tutto".
Una cosa vorrei dire, spezzando nello specifico una lancia a favore di Camusso anche se personalmente da un po’ - con dispiacere - non mi ritrovo con le parole d’ordine della Cgil: ma non potremmo bandire le affermazioni a spot, in politica, da parte di Ministri o altri esponenti dello Stato, che sanno più di protagonismo che di progettualità e condensare le cose serie a momenti densi di confronto a tutto campo e a progetto completo?
Un cenno veloce al Ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ripetutamente intervistata data la situazione in corso, mi sembra convincente nel senso di difendere e chiarire l’idea che l’Italia non ha deciso di “sparare” e oggi come oggi svolge altre funzioni di difesa e discute sulle modalità …della risposta dopo Parigi nella ricerca di un percorso contro il terrorismo che come fu in Libia non si dimostri più dannoso che utile.
Intanto si apre il Summit sul clima, sempre a Parigi, che dati gli avvenimenti pluricitati sembra trasformarsi in un summit per la ricerca della pace difficile …. E alla vigilia ci fa assistere allo sfregio agito da una manifestazione che più che in difesa del clima definirei in difesa della violenza, a quello che è divenuto il luogo della memoria dei tanti morti uccisi, tra cui Valeria Solesin, dal terrorismo di nuova generazione.
Visto che come è noto la penna corre al femminile, termino con una nota fra leggerezza e malinconia. A Roma quella che chiamerei l’imperizia e professionalità delle istituzioni che in quasi due anni di tempo, non è stata in grado di compilare il bando apposito per Piazza Navona e il suo mercato tradizionale, capace di eliminare il monopolio dei banchi a una sola proprietà, cancella la Befana tanto per usare il simbolo per il tutto. Befana che mi piace ricordare è forse l’unica strega buona, su cui la chiesa ha chiuso un occhio accettandola di fatto da sempre questa laicizzazione al femminile dei Re Magi.
Da decenni quella tradizione di festa, di luogo d’incontro e di acquisti di dolciumi, balocchi, statuine del presepe o vecchine sulla scopa rappresentava una consuetudine cara alla città. E pare che sia destinata a morire, qualunque sia la pezza che si sta cercando… , PECCATO!
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