Da Laura Prati a Cecile Kyenge, passando per la Bonino, la medaglia d'oro dei campionati di nuoto nel fondo, alle regine e le loro emozioni,alle presidenti del Brasile e dell'argentina a fronte dell'apoteosi del viaggio del Papa ...
Lunedi, 29/07/2013 - Prima Pagina Donne / 38 Bis (22-28 luglio 2013)
Una settimana, incastonata tra le tristi storie di due donne fantastiche, due storie diverse e diversamente tristi ma entrambe capaci di comunicarci ammirazione, rispetto ed energia per essere coerenti con loro e con il percorso scelto che ad una è costato addirittura la vita .
Laura Prati, sindaca di Cardano al Campo in provincia di Varese, è morta dopo settimane di speranza. Era stata colpita da un vigile del suo comune, nel suo ufficio perche aveva avuto il coraggio, la determinazione e il rigore morale di sospenderlo dal servizio in quanto accusato di truffa. Il folle l’aveva colpita armato fino ai denti. Lei fra alti e bassi sembrava, grazie alla sua voglia di vivere, superasse il peggio. Così non è stato ed è morta a soli 48 anni lasciandoci orfane/i di una persona, una amministratrice che interpretava al meglio il suo ruolo e che nell’incredibile periodo nel quale viviamo è divenuta un'eroina per aver fatto il proprio dovere, quasi ormai fosse un optional.
Nel finire della settimana a Cervia la Ministra Kyenge si trova ad una festa dell’Unità e con un ennesimo violento insulto viene colpita dal lancio di due banane. Tale è la sua civiltà e capacità di non raccogliere provocazioni, nello specifico con un'ironia unica, che commenta sul fatto che con il bisogno di cibo che c’è nel mondo, sprecarlo è un vero peccato. La Ministra che da quando è stata eletta ha subito ogni sorta d’insulti sembra ogni volta rilanciare la palla e andare dritta per la sua strada. Da lei sembra ci sia parecchio da imparare e quando dice che lei è Italiana con orgoglio, non ci si può che sentire onorati di condividere tale cittadinanza. Come quando sottolinea la preoccupazione per le sue figlie, come unica “debolezza”, ma contemporaneamente aggiunge che lei continuerà dritta per la sua strada.
La resistenza spesso paga e siamo sicure che Cécile Kyenge riuscirà e i suoi seppur difficili obiettivi - come “per esempio”lo ius soli - faranno strada. A proposito di resistenza è bello citare la medaglia d’oro che la nuotatrice Martina Grimaldi ha strappata per un decimo di secondo sulla tedesca Maurer nel nuoto di fondo ai campionati mondiali di Barcellona . Venticinque km di bracciate che corrispondono alla maratona nell’atletica e che richiedono, appunto, resistenza, preparazione e grinta senza se e senza ma.
Grazie Martina, una bella notizia che ci fa sorridere ci riporta anche qui all’importanza di non mollare. A proposito di mollare, con un volo pindarico mi sembra giusto citare un'altra Italiana che ha lasciato il suo ruolo di regina, unica regina italiana nel mondo, che ha interpretato con misura, sobrietà e riservatezza senza, si dice, mai essere davvero amata da quello che era divenuto il suo popolo. Il riferimento è a Paola Ruffo di Calabria, moglie di Alberto II del Belgio, che venti anni fa ereditò il trono da Baldovino e che oggi abdica in favore del figlio Fhilippe. Paola ha versato qualche lacrima al momento dell’elezione del figlio, non sapremo mai se sono state di semplice e ovvia emozione o di sollievo o dispiacere. Forse un po’ di tutto! Ben più semplice l’emozione e di immediata traduzione nella parola gioia, quella dei reali d’Inghilterra per la nascita del futuro erede al trono. La mamma Kate dopo solo un giorno dal parto esce dall’ospedale al braccio di William ,fresca e rilassata. Sarà la regale maternità che rende speciale e fulminea la ripresa. Scherzi a parte l’Inghilterra esulta per il piccolo Giorgio e la bisnonna regina Elisabetta e Filippo fanno sapere di essere deliziati.
In Italia intanto la ministra Emma Bonino presenta una circostanziata e seria relazione sulla questione del Kazakistan e trae le conclusioni che alcuni punti rimangono ancora oscuri sulla nota espulsione di madre e figlia, mandando un implicito invito ad Alfano a farsene carico. La vicenda si complica e nel frattempo Alfano continua diciamo a cadere dalle nuvole e nel frattempo fra gli spostamenti che la vicenda ha prodotto torna in prima pagina con la concessione di un nuovo incarico al prefetto Giovanna Iurato, colei che rivelò al telefono ai tempi del terremoto in Abruzzo di avere finto pubblicamente commozione.
Donne che ci piacciono, donne che non ci piacciono, donne che lottano e per la loro lotta scompaiono come le tre giovani del gruppo Femen che si preparavano in Ucraina a manifestare contro Putin in arrivo per una visita ufficiale a Kiev. Prelevate dalla polizia, sono state praticamente rapite e ancora non è certo il luogo dove si trovano.
Tornando in Italia e a Roma, per precisione al centro dell’inchiesta della Squadra mobile e della Procura della Capitale che ha portato ad identificare il clan mafioso che ad Ostia imperversa su tutto il litorale, è stato messo a fuoco che mogli e figlie hanno ruoli di importanza decisiva in questa industria del crimine e delle estorsioni; prenderne atto non allevia il dispiacere di tale spiacevole informazione.
Finiamo il resoconto menzionando due donne di cui vorremmo carpire i pensieri in queste giornate in cui sono state coinvolte da protagoniste indirette. Il riferimento è innanzitutto a Dilma Rousseff che ha accolto da Presidente del Brasile il Papa nel suo straordinario viaggio in quella terra; a fianco a lei Cristina Kirchner che da Presidenta dell’Argentina si è visto dalla stampa è stata presente a parte degli eventi del viaggio fra i giovani di Papa Francesco, rincontrandolo dopo la sua elezione a Roma e dopo questi mesi in cui il profilo del suo Papato va delineandosi con nettezza. Papa Bergoglio ha caricato anche sulle loro coscienze enormi responsabilità che non possono non sentire dati i milioni di testimoni presenti.
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