La nascita di Salvatore sulla nave che ha salvata la madre, la mamma che ha ucciso Simone, le donne saudite per il loro diritto alla guida, la giovane uccisa in Brasile, Federica Mogherini impegnata per far rientrare i marò...
Domenica, 28/12/2014 - Prima Pagina Donne 50 (22-28 dicembre 2014)
E’ questa la penultima settimana 2014 ma in verità potremmo considerarla ultima perché la prossima costituirà il ponte tra i due anni, quello che muore e ci lascia tutte le sue eredità brutte, e belle, buone e cattive anche in rapporto alla vita d’ognuna/o e quello che arriva con il suo carico di speranze, possibilità opportunità a cui aspiriamo giustamente. E’ per questo che non so con quale risultato ma fra le tante notizie che ancora questi giorni ci sottopone l’informazione vorrei sceglierne alcune cercando in queste, se così si può dire la simbologia di tanti fatti se non tutti che hanno caratterizzato anche l’anno che ci lascia e che presumibilmente ritroveremo nel tempo che avanza .
Mi piace iniziare con la speranza “esplosa” una volta in più nel dramma degli sbarchi di centinaia e centinaia di profughi che attraversano il Mediterraneo. Rinnovato bambinello il giorno di Natale nasceva su di una nave, quale inedita capanna, Salvatore come lo ha voluto chiamare la sua mamma Keith, nigeriana di 28 anni che pur alle soglie del parto, e con un'altra bimba appesa alle gonne, ha affrontato il mare per un nuovo futuro. Senza rischiare nessuna retorica la storia parla da sola di come la vita possa avere sempre il sopravvento e come questo ovviamente abbia bisogno della forza, disponibilità competenza e ..amore solidale di chi ci crede come è stato per Salvatore e la sua mamma nell’incontro con i marinai, i medici, il personale di bordo della nave che li ha salvati.
Salvatore è nato a poche ore dalla morte di un altro bambino, Simone, che proprio la madre ha ucciso con tremende coltellate. Lei che per paura che glielo togliessero, come ha detto vaneggiando, gli ha tolto la vita lasciando nella disperazione il padre che, chiamato da Simone, non è riuscito per pochissimo ad arrivare in tempo per salvarlo.
La tragedia di madri che uccidono il figlio nella sequenza con cui l’abbiamo vissuta in queste settimane con l’altro presunto omicidio da parte della mamma del piccolo Loris imporrebbe di riflettere a fianco alla violenza che le donne subiscono che peraltro non è mancata neanche in questi giorni, quella che da loro proviene e che quando si scatena sui figli ci costringe a tentare di capire cosa stia avvenendo di così orribile.
E' orribile ancora una volta, parlando di violenza, si impone la notizia dell’uccisione in Brasile di Gaia, 29 anni, un'italiana stabilmente trasferita a Parigi dove lavorava e che in Brasile si era recata da novembre con una ong dedicata ad aiutare i bambini e che per l’incredibilità del destino nei giorni che si era presa, da turista, ha ritardato il ritorno di un giorno: il giorno in cui è stata uccisa. Ricordarla nel modo migliore, forse, è ricordare perché era in Brasile e che se fosse ancora viva, data la personalità che traspare, insisterebbe sull’importanza della solidarietà, consapevoli che il rischio della violenza è ovunque. E non è la solidarietà la colpevole della sua morte, ma una mano assassina che ci auguriamo sia trovata e fermata.
Rimanendo oltre i confini e con uno sguardo ad altre donne che seppur in altro modo cercano di affermare il proprio diritto a una vita piena in cui sia lecito fare e agire tutto quanto di utile e onesto offre la società. Incontriamo la vicenda di Loujan e la sua amica Maysa, che hanno sfidato il divieto per le donne in Arabia Saudita di guidare la macchina e che non solo sono state fermate e portate in carcere ma accusate incredibilmente di terrorismo. La vicenda, ovvero aspirare al diritto di guida, non è la prima volta che accade ma continua ad essere simbolica di come “la questione femminile “ va valutata e considerata da noi donne sempre senza confini. E’ questo il modo più serio di valutare i nostri obiettivi in rapporto al resto del mondo e con la necessaria relatività. Il coraggio delle donne saudite impegnate a perseguire un obiettivo che appartiene alla nostra ovvia normalità ci riporta ogni volta al bisogno di pensare il posto delle donne e il loro destino nel mondo come un problema da considerare alla grande partendo direi dal particolare per arrivare al generale e al contrario dal generale al particolare e considerare che ci riguarda a tutte.
Tornando in Europa è proprio in questi giorni dall’Unione Europea è dall’impegno di Federica Mogherini nel suo ruolo di rappresentante della politica estera che si rafforza e si rilancia l’impegno dell’Italia per “risolvere “ il problema dei marò riguardo ai quali l’India coprendosi con l’autonomia dei magistrati non decide una soluzione rischiando oramai un incidente diplomatico non solo con l’Italia ma con l’Europa.
E rimanendo in Europa nel rincorrersi di elementi del passato, presente e futuro, s’incardina la storia senza precedenti della sorella del Re di Spagna eletto da pochi mesi . Cristina di Borbone è accusata di aver partecipato ad una truffa milionaria, attivata da suo marito, per la quale rischia 4 anni di carcere. Il re le chiede di rinunciare ai suoi diritti dinastici per non aggravare ulteriormente la storia di una dinastia fortemente inquinata dai comportamenti dei suoi protagonisti.
Tornando in Italia, con l’approvazione del Jobs Act lo scontro tra la CGIL e il Governo, in particolare attraverso le parole di Susanna Camusso, si fa sempre più forte. La Camusso accusa il Jobs Aact di essere ispirato ad una filosofia recessiva del lavoro e per questo conferma che sarà obiettivo di un attacco instancabile del sindacato.
A proposito di lavoro, per alleggerire l’argomento vorrei ricordare quello che migliaia - soprattutto di donne: madri, mogli, figlie, nonne, sorelle,etc - compiranno in questa settimana nelle cucine delle case per allietare le tavole della fine e dell’inizio dell’anno. Capolavori dello sguardo, del profumo, del gusto che rappresenteranno un augurio e daranno gioia e allegria a tantissime famiglie.
Vorrei finire qui ma la televisione accesa su quanto sta avvenendo al traghetto che veniva dalla Grecia dove salvate circa 150 persone ne sono ancora intrappolate più di 300 avvolte dal freddo e dal fumo è a queste che va il pensiero nella speranza di poter raccontare la prossima settimana la salvezza di tutte/i.
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