Le morti nel mediterraneo, Mogherini e l'Ue, le ministre del governo italiano e le riforme, la vertenza Indesit, la morte di Giovanni Lo Porto e la voce della madre e della cognata
Lunedi, 27/04/2015 - Prima Pagina Donne 17 (20/26 aprile 2015)
Impossibile non iniziare con un pensiero alle centinaia di vittime ancora una volta annegate nel Mediterraneo, avendo imparato dai pochi sopravvissuti l’orrore di chi era chiuso a chiave nella stiva, soprattutto donne e bambini ,presumibilmente considerati meno forti per tentare di liberarsi. Ma non abbiamo terminato neanche di renderci conto dell’apocalisse dei migranti che un terremoto indescrivibile in Nepal, a Katmandù, alla base dell’Everest, ha visto migliaia di morti e la distruzione della storia di quel popolo, che rappresentava, piccolo particolare, una meta importantissima del turismo mondiale. Una delle voci attive dell’economia di un paese poverissimo ma dalla cultura millenaria.
Non era possibile ignorare eventi così grandi nella loro dimensione, da rappresentare svolte della storia. Ed è ripartendo dal naufragio del Mediterraneo che sottolineo il protagonismo di Federica Mogherini la quale, in qualità di rappresentante della politica estera Europa, ha dovuto richiamare, anche dietro pressione dell’Italia, tutti i paesi dell'Ueà alla responsabilità di considerare che quanto accade nel Mare Nostrum non può essere solo accollato all’Italia perché geograficamente la più esposta. L’Ue ha risposto con un aumento di risorse per la missione Triton, con una serie di ipotesi per scoraggiare i trafficanti di persone e riuscire a salvare molte vite umane ma, per ora, precisando che gli emigranti in arrivo rimangono problema italiano. Per rimanere brevemente con l’occhio all’Ue, si aggrava la situazione della Grecia e del rischio della sua uscita dall’euro; il che rappresenterebbe un problema e una sconfitta per tutta l’Unione. La più impegnata a cercare una soluzione: la cancelliera Angela Merkel, particolarmente apprezzabile in un'azione, la sua, che non trova sufficiente condivisione e consenso proprio nel suo paese.
Guardando al nostro paese, i provvedimenti legislativi più impegnativi al momento sono sul tavolo di due ministre: Maria Elena Boschi per le riforma elettorale e Stefania Giannini per la scuola. A questo proposito la contestazione al progetto 'La bella scuola' si va allargando a macchia d’olio. La ministra è stata contestata e non messa nella condizione di parlare in occasione di un dibattito della Festa dell’Unità di Bologna. In una situazione così calda, in cui è stato indetto anche lo sciopero generale per il 5 di maggio, nonostante sia condivisibile che non permetterle di parlare, da parte dei precari di seconda fascia esclusi dalle assunzioni, sia stato un atto grave e non condivisibile, la sua reazione di definirl,i unitamente a chi altro li accompagnava, ”squadristi, violenti, antidemocratici” forse non è stata la reazione più utile, costruttiva e adeguata al ruolo. Quando un'opposizione è così ampia ed abbraccia, sembrerebbe, una indubbia maggioranza forse bisognerebbe trovare il modo di discutere, compito che tocca sempre in primis a chi ha la maggiore responsabilità istituzionale, nel raggiungere un traguardo. Le tensioni che attraversano il governo, e gli attacchi a cui è sottoposto, caricatisi anche dell’ultima vicenda della morte del cooperante italiano Giovanni Lo Porto per colpa di un drone americano, hanno bruciato in un attimo la notizia importante dell’approvazione del cosìddetto 'divorzio breve', che vede il tempo di attesa per lo scioglimento definitivo del matrimonio passare da tre anni a sei mesi - per le separazionii consensuali - e negli altri casi coni massimo un anno.
Prima di “lasciare” il governo e le sue ministre, non posso non parlare di Federica Guidi che, come dicastero dello Sviluppo Economico, sta preparando l’incontro per la vicenda dell'Indesit, lo stabilimento di Carinaro (Caserta) che la Whirpool vuole chiudere lasciando per strada circa 1.300 lavoratori.
Ritornando poi brevemente sulla vicenda Lo Porto, nel rispetto massimo del dolore e sofferenza della famiglia, appare davvero strumentale e della peggior politica l’attacco al presidente del Consiglio, accusato di non aver divulgatp la notizia, il che fortunatamente è stato smentito dallo stesso presidente Obama, che ha confermato di non aver informato Renzi mercoledì, mentre era alla Casa Bianca, ma solo più tardi, telefonicamente, quando ha avuta la certezza dell’informazione. Ma risulta anche gravissimo che la commemorazione di Lo Porto alla Camera sia stata snobbata praticamente dai 4/5 dei parlamentari, indistintamente uomini e donne, che hanno evidentemente smarrito il senso stesso delle istituzioni e delle loro regole. Sempre su Lo Porto mi interessa sottolineare come il protagonismo più visibile per parlarne sia affidato dalla famiglia alla cognata Giovanna, moglie del fratello; pur senza annullare la voce dei genitori, della madre che chiede di poter riavere il corpo del figlio su cui piangere, rimandando al mittente l’offerta di un indennizzo economico.
Le tante e significative vicende di questa settimana si sono intrecciate simbolicamente con il 25 aprile 2015, a 70 anni dalla Liberazione, con un inno (che condivido) al valore di quello che è stato il significato della lotta dei partigiani e il contributo alla democrazia del paese, con un interessante - e mai così ampia, mi è parso - sottolineatura del contributo femminile alla lotta di Liberazione, che andrebbe ulteriormente approfondito. E quanto, mi piacerebbe, fosse motivo di riflessione è rilanciare, attualizzandola, l’urgenza di rivisitare la storia della Resistenza adattandola ai bisogni di oggi. Il nemico da battere è il qualunquismo, l'indebolimento del tessuto democratico, della partecipazione alla vita sociale, l'imbarbarimento della politica, la sfiducia che si possa riprendere la via dello sviluppo economico, sociale culturale. Processii a cui, tutti crediamo, le donne possano e debbano dare un contributo importante di elaborazione. In questa settimana è iniziato il conto alla rovescia per il ritorno della “nostra“ astronauta Samantha Cristoforetti, che nei mesi passati osservando la Terra dalla sua astronave, con notevole frequenz ci ha comunicato e raccontato una bellezza, una straordinarietà del Pianeta, visto nella sua unicità, così coinvolgente, se sapremo farla nostra, da dare la forza di non mollare per credere, pur lavorando fra le enormi difficoltà in atto, a una ripresa auspicabile e possibile nella collaborazione dei popoli per sviluppo, benessere e pace.
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