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 Prima Pagina Donne   (19 -25 maggio 2014)

Prima Pagina Donne (19 -25 maggio 2014)

Dalla vittoria a Cannes di Alice Rohwacher, agli attacchi di CHI a Monica Lario alle vicende ancora una volta delle studentesse nigeriane, alla mamma morta dopo il parto di 3 gemelli all'attesa dei risultati europei anche in rapporto alle elette

Domenica, 25/05/2014 - Prima Pagina Donne 21 (19 -25 maggio 2014)

Vedere, sentire, leggere della regista Alice Rohrwacher che a Cannes ha ricevuto con il suo film 'Le meraviglie' il Gran Premio della giuria riempie di soddisfazione. Nel suo sguardo e nelle parole l’emozione e la gioia arrivano in diretta. E per tante di noi vederla ricevere il Premio, il secondo per importanza dopo la Palma d’oro, dalle mani di Sofia Loren con il suo permanente carisma, rappresenta una ventata di speranza sulla ripresa di percorsi di successo nel nostro paese legati anche da un robusto filo rosa tra il passato e il futuro. Ed è parlando di donne di successo che sembra quasi obbligatorio spezzare parole di solidarietà per Monica Lario l’ex moglie di Berlusconi che additata, fotografata e super criticata dal settimanale CHI perché si lascerebbe fisicamente andare non occupandosi troppo nella della linea ne della sua immagine; ha risposto con dichiarazioni e interviste, rivendicando il suo diritto di navigare verso i sessanta anni come piace a lei senza sottoporsi a operazioni o meglio modifiche da bisturi, ma lasciando in serenità che il tempo faccia morbidamente il suo corso. Veronica ha anche sottolineato con lieve sarcasmo ed ironia che non è più neanche la moglie di un uomo che è stato e non è più Presidente del Consiglio il che la rende ulteriormente libera di scegliere. Credo che l’atteggiamento della Lario meritando il massimo rispetto vada sottolineato ed apprezzato giudicando negativamente tutti i ben pensanti molto interessati di CHI.

Proprio mentre sto scrivendo il telegiornale da notizia della morte di una mamma giovanissima, Monica Oliva,   nel tentativo di far nascere prematuramente i suoi tre gemelli. Oltre la mamma anche due dei gemellini non ce l’hanno fatta e ora tutte le speranze del papà sono su Maria, l’unica che con i suoi 600gr lotta per farcela. Purtroppo la notizia suggerisce “malasanità”. Vorremmo non crederci. Per il momento concentriamo sulla piccolissima Maria i nostri pensieri. Pensieri e attenzioni che vogliamo continuare a rivolgere alla vicenda di Meriam la giovane sudanese in cinta di 8 mesi sempre in prigione insieme all’altro bimbo di circa un anno e mezzo, perché non vuole rinnegare l’essere cristiana. Per lei come per le studentesse nigeriane, vale la pena di insistere per non far cadere le vicende nel silenzio. Dalla forza di mantenerle all’attenzione rimane sicuramente l’unica speranza di non peggiorare, sarebbe desiderabile dire di migliorare o risolvere positivamente la loro situazione. Intanto sempre per continuare a seguire , complicate vicende femminili; dal carcere di Marsiglia è passata per Roma ed approdata al carcere di Reggio Calabria Chiara Rizzo,  moglie dell’ex parlamentare Matacena e colei che ha messo nei guai Scajola. Come mille altre volte anche la Rizzo nel richiedere o sperare negli arresti domiciliari si appella alla sua funzione di madre. Chi baderà ai miei figli dice nelle dichiarazioni di stampa mentre ora li sente al telefono da Montecarlo. Pur non volendo infierire, sarebbe legittimo sapere fra tanti viaggi e affari chi se ne è occupato fino ad ora e chi se ne sta occupando ora a Montecarlo. Chi si occuperà dei miei o di mio figlio, sicuramente con disperazione, è la domanda delle madri sempre più numerose che lasciano partire i loro bambini e attraversare il mediterraneo talvolta da soli o affidati ad altre/i adulti sperando che così possano salvarsi la vita dalla guerra, dalla violenza.Tanti di questi bambini e giovani e donne la prima speranza di vita la devono, ancora questa settimana, alle navi della nostra marina che li salvano, oramai ogni giorno, mentre vanno alla deriva nel Mediterraneo, con poca speranza di arrivare altrimenti in Italia. Se i ruoli, le funzioni di madre, moglie continuano ad essere caratteristica importante che fa parlare di donne a fianco a quella di politiche aumenta anche quella delle imprenditrici o libere professioniste. In termini di imprenditrici è proprio questa la settimana in cui Antonella Mansi, dopo aver dato il suo importante contributo al risanamento della banca Monte dei Paschi di Siena come presidente della Fondazione MPS, lascia ritenendo di avere finita la sua funzione. La sua scelta, di non farsi riconfermare è tanto insolita, che attorno a questa non si fanno attendere, più che apprezzamenti dubbi di quelli che insinuano il dubbio comunque di altri interessi. Ci piace pensare che invece si tratti proprio di un comportamento lineare, di chi non ama ammucchiare incarichi ma svolgerli al meglio e passare ad altro.

Come penso sia da considerarsi innovativo e da apprezzare il comportamento della oramai ex direttore del NYT Jill Abramson, che in un incontro con dei laureandi racconta senza falsità dell’umiliazione di essere scaricati e sconfitti; questo invece di parlare, come capita solitamente, della capacità di altri di non capire e di fare ameno di noi che ci rifaremo. Fino ad ora non abbiamo parlato di politica e politiche perché sono ancora in pieno svolgimento le votazioni per l’Europea e vale la pena di parlarne in questa dimensione, con risultati almeno abbozzati, il che sarà domani. Voglio però ricordare che quest’anno per la prima volta nelle preferenze se se ne da più di una è obbligatorio darle riferite ad entrambi sessi. Questa nuova regola dovrebbe assicurare un buon numero di elette e speriamo, in Italia, per esempio per il PD, la promozione delle capolista che se ricordiamo sono tutte donne. Naturalmente anche nelle altre forze politiche almeno in quelle che credono all’Europa pur nell’auspicio di cambiamenti e miglioramenti speriamo le donne crescano di numero e ovviamente si facciano notare per la qualità del loro impegno.

Vorrei terminare citando una figura femminile che in questi ultimi giorni pur in un quasi totale silenzio per chi è stato attento non è stato possibile non vederla. Si è trattato della regina Rania di Giordania, che a fianco del marito ha accompagnato Papa Francesco nella sua visita in Giordania prima tappa verso la Palestina e Israele; viaggio che appare di notevole importanza e significato, anche se non è questo lo spazio per parlarne anche se vale la pena di suggerire di rifletterci.

ortensipaola@tiscali.it

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