Lucia Annibali e la sentenza di condanna a chi l'ha sfigurata, la donna che a 82 anni ha fatto saltare la casa da cui era sfrattata ,Tania, i tatuaggi e il sogno di fare l'alpino, Gianna Nannini e il fisco, la mamma del giornalista giapponese etc
Domenica, 25/01/2015 - Prima Pagina Donne 4 (19-25 gennaio 2015)
La notizia di questa settimana con cui mi piace iniziare riguarda Lucia Annibali e la sentenza definitiva che ha confermato 20 anni di carcere per Luca Varani il suo ex fidanzato che nel 2013 la fece “attaccare” da due sicari albanesi (condannati anche loro) che le lanciarono, come è noto, dell’acido in volto, sfiguarandola. A Lucia non vanno semplicemente gli auguri per questo avvenimento che lei stessa ha considerato un atto di giustizia, e che le permette di guardare avanti continuando a recuperare la sua vita e il suo volto, capace oggi di sorridere nuovamente. A Lucia va un grazie perché il suo coraggio è un insegnamento e lo è ancora la serietà, lo stile con cui ha affrontato il processo cercando giustizia ma con un rigore ed una serietà da “copiare”. Domanda di giustizia e non odio e volgarità, lo spirito, in questi anni, delle sue dichiarazioni delle sue parole. Fra tanto dolore non ha mai mollato e sappiamo che nei prossimi giorni affronterà la ”13 esima” operazione, ma sappiamo anche che seguire le sue vicende, seppur con discrezione è come seguire un esempio continuo che da coraggio a chiunque. Grazie ancora Lucia e tantissimi auguri.
Forse mai come in questo periodo, il modo come si affrontano gli avvenimenti, la scelta di come si chiede giustizia è stato decisivo. Fra i tanti esempi che lo confermano basta ricordare proprio in questi giorni la scelta scellerata di una donna di 82 anni di far saltare la casa da cui era stata sfrattata, pur avendo, tra le altre possibilità, case di proprietà dove andare. Il sentimento orribile di farsi giustizia, di vendicarsi non solo è costato la vita ad un uomo ma la casa a tante famiglie che immaginiamo oggi in una situazione disperata.
E’ difficile trovare le parole giuste in periodi come questi segnati dalla mancanza di lavoro, da difficoltà economiche dilaganti parlare di cultura e valori senza essere guardati con ironia eppure si tratta di temi decisivi e alla radice di ogni prospettiva di ripresa dello sviluppo .
Ed è parlando di valori di obiettivi di idealità che mi sembra attinente ricordare una notizia che alcune voci dell’informazione ci hanno raccontato oggi nonostante sia iniziata alcuni anni fa. Tania, una giovane che sognava di entrare nell’esercito e di fare l’alpino, fu invitata, se voleva provare a realizzare il suo obiettivo, a togliersi i tatuaggi. Lei decise di operarsi ancor prima che arrivasse, con una leggerezza davvero irresponsabile, una smentita sull’esigenza di “annullare” i tatuaggi. Il risultato sono stati danni permanenti gravi oltre a dolori immensi e inutili perché Tania fu poi scartata e ha visto infranto il suo sogno. Ora che ha deciso di raccontare la sua storia con una lettera denuncia al ministero della Difesa vorremmo davvero che potesse “ottenere giustizia”. E’ nella incertezza dei diritti e dei doveri, nella complessità delle regole che si giocano le insicurezze di molti cittadini ed è anche possibile non venire mai a capo di tante vicende.
Come è possibile per esempio, ci informano, che la cantante Gianna Nannini secondo il fisco sia in debito di 3 milioni di euro con l’Italia e invece secondo il suo avvocato Giulia Bongiorno non debba una ”lira“ o meglio un euro? Ai posteri l’ardua sentenza!
Cambiando del tutto visuale la violenza e l’orrore alla base delle scelte dell’Is continua a rimandarci dolore infinito. Basterebbe guardare il volto della madre del giapponese Kenji Goto mentre “supplicava“ i terroristi di non uccidere suo figlio e contemporaneamente ha chiesto scusa al “popolo del suo paese“, secondo una modalità di comportamento millenaria del popolo giapponese, ma anche al resto del mondo, per aver causato problemi con la vicenda del figlio, per rimanere senza parole e impotenti a fronte di una violenza umanamente inaccettabile. Una violenza che dilaga generando distruzione di vite e nutrendo volutamente la paura. Avranno potuto piangere le madri dei 13 ragazzini uccisi in IRAQ perché avevano guardato una partita di calcio? O si saranno dovute insieme alle famiglie astenere da ogni forma manifesta di disperazione per non essere uccise/i a loro volta?
Talvolta penso o forse trasformo in speranza un desiderio, che è quello di immaginare che proprio dalle donne e dal loro immenso dolore di madri, di donne possa venire una ribellione, una reazione forte e incisiva a quanto sta avvenendo in alcuni luoghi della terra, tanti dei quali così vicini a noi, Europea Comunitaria, come l’Ucraina. Intanto in Europa è proprio una donna, la Cancelliera Angela Merkel, rappresentando la Germania ovvero il paese economicamente più forte a dover essere convinta che la ripresa economica dell’Europa non può passare solo per una politica d’austerità; ma questa non è materia diretta delle mie considerazioni.
Usando ancora qualche parola per donne che nel mondo occupano posti d’eccellenza nella rappresentanza di grandi paesi. E’ difficile sfuggire alla notizia che “sussurra“ che la Presidente dell’Argentina Cristina Kirchner sia in qualche modo coinvolta nelle vicende, ovvero l’uccisione a causa di un attentato al Centro Ebraico nel '94 che causò la morte di 85 ebrei, su cui doveva testimoniare il procuratore Nisman, morto misteriosamente il giorno prima della sua deposizione.
Oggi che in Italia ci avviciniamo alle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica sappiamo che non poche donne, soprattutto, vorrebbero una candidatura femminile, convinte non solo dell’ambizione giusta di arrivare anche a quel traguardo ma della bontà di una presenza femminile. Ribadendo l’importanza e l’utilità che le donne possano e hanno il diritto di essere ovunque, dobbiamo comunque riflettere e confrontarci, credo, in modo rinnovato sulla nostra “diversità”.
Come altre volte, sottopongo, innanzitutto a me, un interrogativo legato a una notizia: il comune di Roma ha deciso che circa 7000 dei suoi impiegati potranno lavorare da casa grazie agli strumenti telematici. Sarà, questa indubbia innovazione rivoluzionaria, un vantaggio soprattutto per le donne che hanno una famiglia, rendendo più gestibile e flessibile il loro lavoro di cura ?
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