L'attentato di Tunisi, e ancora nello Yemen dove si leva la voce di Tawakkol ,la yemenita insignita nel 2011 del Nobel della pace per la sua lotta per i diritti delle donne, le donne trucidate da Boko Haram e..Mogherini ..Camusso..ancora femminicidi
Lunedi, 23/03/2015 - Prima Pagina Donne 12 (16- 22 marzo 2015)
La settimana in cui ha avuto inizio la primavera, questa settimana, la Tunisia, il paese che quasi unico della primavera araba è riuscito a farne un tempo forte e positivo incamminandosi verso una nuova democrazia, è stata colpita da un crudele attacco terroristico, all’interno del più antico museo del mondo arabo: il Bardo. L’attacco presumibilmente proprio per fiaccare e mettere a rischio la democrazia della Tunisia è venuto a colpire non a caso forse la più importante industria del paese: il turismo.
Non potevo non iniziare da qui, in una settimana che non scorderemo e che ha visto il sacrificio inimmaginabile, fra gli altri assassinati, di quattro italiani, due donne e due uomini e tanti feriti e un dolore immenso di chi ha perso i propri cari e ha visto spezzata la propria famiglia. Abbiamo imparato dalla cronaca terribile di questi giorni che una particolare comunità, quella del Comune di Torino, è stata colpita in modo drammatico; una comunità che come una famiglia aveva visto partire felici tanti dei suoi componenti e le/li vede tornare morti feriti e avvolti da una disperazione inconsolabile.
Non abbiamo fatto in tempo a capire o a riflettere meglio su quanto avvenuto in Tunisia, che nello Yemen un attentato terribile ha procurato durante la preghiera in Moschea 120 morti, e che in contemporanea in Nigeria decine e decine di donne, fatte mogli schiave da Boko Haram sono state trucidate, in contemporanea con l’avanzata dell’esercito governativo che ha liberato la cittadina di Bama. Un'azione forte alla vigilia delle elezioni nigeriane.
L’ISIS dunque avanza con la sua strategia di morte e proprio dallo Yemen arriva la voce disperata e l’accusa all’occidente di non fare nulla di adeguato agli eventi da Tawakkol Karman, la giovane donna yemenita che nel 2011 ricevette il nobel della pace per la sua difficile battaglia per i diritti delle donne .
La denuncia è tessuta di orrore, paura e disperata solitudine a fronte di speranze nate proprio al tempo del Nobel e che oggi sembrano non avere alcuna possibilità di successo. L’ISIS dunque avanza con la sua strategia d’orrore e terrore che arriva anche da noi e a cui è necessario ma non semplice guardare ,senza cambiare le proprie vite facendosi preda della paura ma non sottovalutando quanto sta avvenendo .Tutto quanto accade vede nello scacchiere mondiale ed europeo agitarsi le ipotesi di accordi e alleanze per affrontare gli avvenimenti. Fra gli accordi non sfugge l’importanza di quello che gli USA stanno trattando con l’IRAN (il punto è l’esclusione del possesso della bomba atomica) al quale però l’Europa con Federica Mogherini lavora per esserne anche essa protagonista e non essere messa ai margini dagli USA. Un Europa che come non mai vede rimbalzare ogni giorno davvero in prima pagina la Germania e per lei la Cancelliera Angela Merkel protagonista prima dell’incontro scontro con la Grecia e la sua difficile situazione economica che impegna una difficile trattativa Europea .
Tornando alla nostra quotidianità di paese continuamente scosso da problematiche che nei protagonismi della politica trovano spazio notevole; dopo un periodo di insolito silenzio si leva la voce della Segretaria generale della CGIL Susanna Camusso che sembra opporsi all’ipotesi su cui sta lavorando Landini, segretario della FIOM, di aggregare tutta una serie di realtà associative del paese presenti nel sociale .
La Camusso, considerando che Landini - in modo a mio parere non molto credibile - dice di non stare organizzando una forza politica controbatte comunque asserendo che ciò per cui lui si sta impegnando non rientra nei compiti del sindacato. Intanto nel governo le dimissioni del ministro Lupi sembrano creare problemi ad Alfano, il quale tira dritto nella sua convinzione che il Governo stia facendo bene e lui non ha nessuna intenzione di lasciare e lo fa rispondendo agli oppositori al suo interno tra cui particolarmente agguerrita risulta l’ex ministra dell’agricoltura Nunzia De Girolamo che “accusa” Alfano di portarli a fare gli scendiletto di Matteo Renzi. La De Girolamo tra le altre cose dovrà, pare, lasciare il suo posto di capogruppo di Area popolare alla Camera proprio a Lupi. Intanto il Governo Renzi fra accuse ed encomi continua il suo cammino. Protagonista tra le ministre, questa settimana, Marianna Madia alla Pubblica Amministrazione che nella sua riforma prevedendo la possibilità di licenziamento dei dirigenti, ha scatenato un dibattito piuttosto impetuoso tra chi dice che questo già può essere attuato e quindi non c’è bisogno di alcuna nuova norma e chi teme che questa decisione possa in futuro favorire la promozione degli amici dei politici di turno. Ma fra scontri e incontri il Governo Renzi va avanti con i propri impegni per tirare fuori il paese dalle secche verso una ripresa economica che sembra affacciarsi seppur timidamente .
Se dalle pagine della politica voltiamo a quelle alla cronaca e rivolgiamo l’osservazione a temi come famiglia e donne, dobbiamo registrare un consolidamento di violenza che ci fa leggere storie terribili di nuovi femminicidi, pensando ai quali mi appare indispensabile chiedere a tutte noi donne di tornarci nuovamente a riflettere e scavare in un dialogo in cui è indispensabile coinvolgere gli uomini per ricercare ancora e di più l’origine, che sembra crescere ulteriormente, di tanta aggressività. Cercare, capire meglio, non dare per scontato di possedere tutte le spiegazioni può aiutare a opporsi o almeno per tante donne ad alzare la guardia.
Sono passati diversi anni e proprio nei giorni passati si sono conosciute le motivazioni per cui Alberto Stasi è condannato per aver ucciso la sua, allora fidanzatina Chiara Poggi. Lui giovane con ambizioni di carriera la ritenne: “una presenza scomoda e imbarazzante” . Un ingombro dunque da eliminare!
Nonostante tanto cammino sia stato fatto la valutazione del protagonismo femminile nella società e la giusta aspirazione ad affermarsi almeno in una parte del mondo ha nemici potenti. A questo proposito mi sembra interessante sottolineare una notizia che vede tornare dal passato un nome che fece tanto parlare di sé. In USA la ex giovane stagista, Monica Lewinsky, che, per le sue prestazioni sessuali, fece perdere la testa a Bill Clinton, mettendo a rischio la sua Presidenza, esce come matura quarantenne e partecipa a dibattiti e conferenze con i suoi scritti, che richiamano il passato, dai titoli assai esplicativi come “la cultura dell’umiliazione” o ”Il costo della vergogna”. Fra le sue argomentazioni punta la memoria su come all’epoca venisse definita: quella lì senza, spesso, neanche la dignità di un nome. L’uscita pubblica della Lewinsky coincide con altri guai in cui Hillary Clinton, che all’epoca “salvò” il marito col suo comportamento vede crescere delle ombre sulla sua candidatura alla Presidenza degli Stati Uniti per le mail inviate dal suo indirizzo personale. E’ un pensiero tutto mio, ma forse un legame in questi avvenimenti potrebbe rintracciarsi. Chiudo, come sempre tralasciando tanto, con degli auguri che mi sembrano significativi per gli 80 anni di Lea Pericoli, la più grande tennista italiana che in anni lontani vinse come nessun altra portando il tennis femminile Italiano nel mondo e lo fece anche imponendo con stile la sua femminilità aristocratica e contemporaneamente trasgressiva, elegante e gentile .
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