Il giovedì grasso delle donne di Colonia dopo ill 31 dicembre, donne e uomini insieme al Muro del Pianto di Israele,San Suu Kyi al "Governo" della Birmania,Hillary vince di stretta misura in Iowa..Giorga Meloni e insulti..maestre e viol
Spigolando tra le molte notizie che come sempre riguardano il “protagonismo femminile “della settimana, non posso eludere, seppur per una breve sottolineatura, le vicende che riguardano lo storico carnevale di Colonia in Germania e in particolare il giovedì grasso da sempre, lì, giorno delle donne in maschera. Le cronache raccontano che, nonostante prevalga la voce di chi fa sapere che gli ormai famosi avvenimenti riguardanti le molestie del 31 dicembre non cambieranno le abitudini delle donne e scenderanno comunque per le strade, c'è stata una partecipazione inferiore e informano di percezioni e dichiarazioni riguardanti preoccupazioni che hanno sconsigliano di partecipare. Certo è che gli avvenimenti delle molestie dell’ultimo dell’anno - di cui per altro non si sono poi avute ulteriori informazioni circa le indagini - hanno procurato un danno, per piccolo che sia, alla libertà femminile. E allora rimane in piedi la domanda: questo davvero a chi giova? Una domanda a cui cercare la risposta, identificando con certezza responsabili e dinamica dei fatti avvenuti.
Bisogno di informazioni precise di uscita dal forse o dal sembra , paroline che a lungo (quando non per sempre) accompagnano la soluzione dei fatti di cronaca e non solo.
Precisa, invece, è finalmente la decisione, arrivata dopo anni di discussione, che in Israele presso il Muro del Pianto vi potrà essere una parte di spazio in cui donne e uomini potranno pregare insieme, e alle donne sarà permesso anche di officiare alcune funzioni. Il governo Netanyahu ha votato la decisione a maggioranza. Una successo che ha significato venti anni di proteste e iniziative in gran parte portate avanti da donne contro il Rabbinato e organizzate, non a caso, come “Donne del muro del Pianto”.
Ogni passo avanti, ogni muro che si apre, cade o diviene raggiungibile a favore delle donne, ovunque avvenga e per qualunque vittoria che le porti a partecipare, ad esserci è una vittoria per tutte e mentre conferma - se ce ne fosse bisogno - che la secondarietà femminile è tracciabile praticamente ovunque, incoraggia ad andare avanti nella strada dell’uguaglianza dei diritti irrinunciabile, ovunque la negazione sia rintracciabile in un mantenimento di potere maschile.
Parlando di vittoria, quindi, e rimanendo fuori dai confini Italiani, è importante valorizzare al massimo, finalmente, la concretizzazione del successo di Aung San Suu Kyi in Birmania col suo partito, la “Lega nazionale per la democrazia”. L’insediamento del nuovo parlamento l’ha vista presente come guida effettiva anche se per una legge che fu votata dai colonnelli non può essere la presidente formale, ma tutti sanno come lei sia quella sostanziale. La nuova stagione della democrazia birmana deve moltissimo a questa donna coraggiosa di cui seguiremo, con la voglia di sostenerla anche da tanto lontano gli ulteriori successi per il suo paese.
Se è vero che donne leader non siano meccanicamente il meglio nella scelta di valori, programmi e progetti democratici di civiltà - e lo sappiamo bene anche guardando per esempio, per ultima, a personaggi in Europa come Marin Le Pen -, tuttavia l’essere donna rimane una speranza, di cose fatte bene, per tante di noi ed è per questo e per la simbologia che rappresenta che in tante ci ritroviamo, istintivamente a tifare per la vittoria di Hillary Clinton, intanto alle primarie dei democratici, o comunque a seguirne le vicende. Ma quella che sembrava una volata scontata, in Iowa - il piccolo stato che tradizionalmente è considerato lo stato 'civetta' per la vittoria -, è stata frenata . Hillary ha infatti vinto “per il rotto della cuffia “ su Bernie Sanders e poi quello che pesa sono le accuse per le famose email personali che Hillary ha inviato dal compiuter ufficiale .. La gara comunque è tutta aperta e non potremo che seguirla con curiosità .. sapendo bene che la presidenza degli USA continua ad essere qualcosa che riguarda l’Occidente e tutto il mondo.
Venendo all’Italia delle tante notizie - a cui si fa fatica a stare dietro - scelgo di riportarne solo due per la simbologia, oltre la gravità, che ci costringono a valutare.
La prima riguarda Giorgia Meloni, segretaria di Fratelli d’Italia. Avendo comunicato, forse inopportunamente, nel corso al Family Day di essere incinta, ha ricevuti i più volgari insulti attraverso ogni mezzo di comunicazione. Il fatto è gravissimo e segnala un ulteriore grado di imbarbarimento nel nostro paese. Io non apprezzo davvero la Meloni 'politica' e neanche nel modo come giudica spesso le azioni politiche di altri, ma a lei va tutta la solidarietà per questi ultimi avvenimenti, inoltre le chiedo scusa per chi lo ha fatto, italiani con cui non vorrei avere mai niente da spartire. Ciò che ha travolto Giorgia Meloni non vorremmo mai più doverlo commentare, ma sappiamo che non sarà l’ultima volta e per questo bisogna parlarne per far capire che l’attacco al politico non dovrebbe mai attaccare le persone nella loro vita personale se questa è normale e onesta. E' una modalità che appartiene solo ai vigliacchi.
A proposito di vigliacchi, anzi di vigliacche, cosa possiamo pensare che per la seconda volta in pochissimo tempo una maestra d’asilo, in città che riteniamo civili come Pistoia e - se non sbaglio - prima a Modena è stata stanata da telecamere nascoste rispetto alla violenza che propinava ai bambini? Come è possibile che maestre siano aguzzine?
Come è possibile che ci vogliano mesi o anni per scoprirlo? Cosa è che non funziona nel controllo che per i bambini ci deve essere? E se non c’è una persona coraggiosa che si espone e denuncia? Cosa manca negli esami che le maestre devono fare per essere ammesse a preoccuparsi di creature che non hanno l’età per difendersi e denunciare le sofferenze?
Gli avvenimenti che abbiamo appreso si ripetono troppo spesso anche nei confronti di persone con handicap o anziani. E troppo spesso sono proprio donne a rendersene protagoniste. Augurandoci innanzitutto che siano licenziate, queste si, in tronco, oltre il dolore e la rabbia rimane la richiesta che si trovino altre vie di controllo che garantiscano bambini e persone deboli e indifese a cui certe avventure lasceranno danni permanenti. Un invito, poi, agli adulti delle famiglie ad andare più lentamente per avere tempo di osservare e percepire rapidamente il malessere dei bimbi, le anomalie rispetto ai comportamenti usuali. Una “coalizione” contro inciviltà, arroganze, cattiverie, soprusi parte da un rinnovato controllo democratico da una rete attiva di cui ognuno per la propria parte si senta un nodo forte e indispensabile.
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