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Prima Pagina Donna  (11-17 maggio 2015)

Prima Pagina Donna (11-17 maggio 2015)

Tante, troppe violenze verso le donne: la tassista, una madre e una figlia, un'altra madre e poi gli insulti alle componenti della squadra femminile di calcio. Poi le donne a Cannes e ancora altro

Lunedi, 18/05/2015 - Prima Pagina Donna 10  (11 - 17 maggio 2015)

Essermi “distratta” per una settimana dal guardare con occhio selettivo “il femminile“ delle notizie, almeno per una volta mi sembra doveroso tornarci sopra, per la negativa ulteriore simbologia che rappresenta.

Il riferimento è alla tassista violentata da un cliente. Violentare delle donne sembra davvero uno sport nazionale e internazionale. Un atto terribile che per quella donna peserà in tutto il suo futuro e come, nel caso specifico, riuscirà a far divenire il lavoro uno spazio di paura e insicurezza come peraltro per tante lo diviene la casa. Non a caso è la stessa tassista che, intervistata, dichiara di sentirsi rovinata per sempre. Incredibile, poi, dover aggiungere che il violentatore, quasi a caldo, si pente e dichiara che è stato un raptus, quasi fosse una scusante,  e chiede scusa, trovando molto spazio nei media. Una situazione in cui penso che il silenzio su di lui sarebbe d’oro. Non è questo il momento di dargli udienza,; ma il momento richiede -penso- tutta la nostra attenzione per questa donna e la sua fatica di andare avanti e ri- iniziare a vivere e lavorare.

Spesso cerco di non fare quello che è un vero elenco di morti e violenze rivolte a donne,  ma credo ogni tanto non si possa fare a meno di soffermarcisi. Dopo la tassista, anche questa settimana, un uomo ha cercato di uccidere moglie e figlia, salvate fortunatamente nella loro fuga da casa - ferite -, dalla solidarietà non scontata di una vicina di casa. La piccola che dormiva nel lettone con la mamma pur piena di ferite e senza capire il dramma che ha vissuto si è preoccupata di chiedere se il suo papà stava bene. Un figlio aveva tentato di far credere fosse caduta per le scale: è stato denunciato perchè si è scoperto che è stato lui a ucciderla. E questo senza accennare alla follia dell’infermiere napoletano che ci proietta in un orizzonte di orrore generale.

Leggere, seguire seppur senza accanirsi, la cronaca dei fatti ci sottopone sempre di più a una carica di emozioni che si susseguono l’una sull’altra e su cui mettere ordine non è facile se si vuole tenere ferma l’dea di coniugare rabbia, giustizia, pietà e ragione. Parlo di ragione pensando al ragazzino di 12 anni che ha dato un pugno alla sua compagna della stessa età e che avrebbe pronunciato una frase complessa rivolta al crocefisso che lei aveva al collo, essendo in italia da una settimana e non riuscendo quasi a dire CIAO.

Non c’è bisogno di molti commenti. La violenza comunque si sa è fatta di atti, di gesti, di parole e in questa categoria rientrano allora anche le sciagurate parole rivolte da Belolli, leader della Lega Calcio Dilettanti che, confermato da più testimoni, ha offeso pesantemente e volgarmente le donne della squadra nazionale di calcio definendole "quelle quattro lesbiche a cui non si può sempre dare soldi".

Ignoranza, volgarità, razzismo,  incapacità di interpretare, anche per finta, il proprio ruolo. Chi più ne ha più ne metta. Ma non se ne può proprio più di avere la rappresentanza di attività importanti, nel bene e nel male, per l’economia per l’immagine che non sanno tenere a freno le proprie pulsioni e che poi chiedono scusa come i bambini che hanno rubato la marmellata e non la dignità di un paese. Precisiamo che non solo le offese sono insopportabili nel merito. Ad essere isopportabile è che tal Belolli non ritenga che l’omosessualità abbia diritto di esprimersi senza i suoi giudizi facendole far notizia come un fatto da giudicare. Sembra cadere proprio ad hoc quanto ha fatto notizia a Cannes in seguito alla presentazione del film Carol, che narra la storia di un amore tra due donne.

La famosa attrice Cate Blanchett, interprete dello stesso, a seguito di alcune interpretazioni distorte di una sua intervista circa una sua presunta omosessualità, ha voluto chiarire di non esserlo ma ha anche aggiunto che il fatto le sembra avere comunque una dimensione privata e che nel 2015 non valga una notizia; questo proprio quando in tanti paesi del mondo l’omosessualità è ancora punita addirittura col carcere. Rimanendo a Cannes con brevi parole, sembra che il protagonismo, e sotto varie forme la tematica femminile,  abbia uno spazio importante iniziando dal film di Moretti 'Mia Madre', solo per fare una citazione.

Difficile saltare, anche se per piccole note, alcune vicende di donne italiane impegnate in politica. Federica Mogherini, che nel suo ruolo di ministra degli esteri europea ha ottenuto sia in Europa che all’ONU risultati concreti per gli emigrati in arrivo, come è ben noto, sempre più numerosi dall’Africa. Barbara Spinelli che lascia, pur senza dimettersi da europarlamentare, quella lista Tsipras che lei ha voluto e che ora definisce finita per colpa dei suoi alleati iniziali come Sel e RC,  lasciando - presumo - esterrefatti e delusi molti che si erano entusiasmati alla sua chiamata alla diversità.

In Italia sempre più in prima linea e capace di passare anche con notevole autoironia attraverso le battute che le vengono rivolte c'è Maria Elena Boschi. Di lei va considerata la determinazione nel portare avanti i progetti in cui si riconosce e si gioca la sintesi di quanto avviene per molte donne impegnate, ovvero che l’essere belle sia sinonimo di incapacità e superficialità. In uno dei prossimi resoconti mi piacerà tornarci perché credo sia interessante.

Infine un atto di solidarietà e una notazione per me interessante. L’atto di solidarietà è per Agnese Renzi che, come ho letto e ascoltato,   si trova da insegnante a difendere la riforma del Governo del marito in un liceo che pare schieratissimo contro.

La notazione è per il quadro di Picasso che all’asta di Christie’s a NY è stato venduto per 179 milioni di dollari, cifra che non ha precedenti . Il titolo è “Donne d’Algeri Versione “O”. Il quadro di cui ci sono circa 15 versioni, appunto, è il primo dove l’artista ritrae Jacqueline, quella che è stata l’ultima moglie e musa del grande pittore.

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