Toponomastica femminile - Sulle vie della parità: gli atti del I convegno di Toponomastica femminile (Roma 6-7 ottobre 2012)
Giulia Basile Lunedi, 25/03/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2013
È sempre una cosa straordinaria un nuovo libro che vede la luce. Ma lo è ancora di più quando un libro mette sotto i riflettori un qualcosa che era sotto gli occhi di tutti ma che nessuno o pochissimi vedevano. Il libro in questione contiene gli Atti del I Convegno di Toponomastica Femminile, cioè la messa a fuoco delle "vie della parità", come leggiamo nel titolo, sulle vie fatte per essere percorse da uomini e donne, ma che hanno indicazioni solo al maschile.
Sulle vie della parità è la metafora di un sogno, ma anche di un desiderio che si avvera. È stata Maria Pia Ercolini a sollevare il problema e a fondare su FB un gruppo che l'ha appoggiata con entusiasmo in questa questione, che è sociale, culturale, storica, politica. Ciò che viene fuori infatti da questo libro non è una questione femminista, di semplice rivendicazione di parità anche nella Toponomastica, ma di sostanza. Sappiamo bene che i simboli sono altra cosa dai contenuti, ma in questo caso i nomi delle strade (solo il 3% dedicate alle donne), sono la sostanza, così come è sostanziale per chi percorre quelle strade, per chi si trova in un edificio pubblico o una piazza ricordare che il volto di quella città e di quel territorio è stato costruito anche col contributo delle donne, con il loro ingegno, cultura, azioni e relazioni.
Le pagine di questo libro, costruite intorno al perché si siano perse queste "presenze" pongono interrogativi (perché questo vuoto? Ma soprattutto come si è costruita questa assenza e cosa produce ora questa insignificanza? È possibile realizzare adesso nuovi percorsi? Con quali strategie? Si possono proporre rimedi?) ma propongono anche rimedi: se la cancellazione del genere dalle nostre strade ha cancellato le donne dalla memoria cittadina, è dovere di tutti, in primis delle donne, riscoprire le eccellenze femminili e chiederne pubblico riconoscimento.
Sarà allora un atto di giustizia portare nelle nostre strade i nomi eccellenti di donne di storia, di musica, di scienza (e non soltanto quelli di sante e madonne) e insieme sarà un atto di rispetto e amore per l'identità del proprio territorio il toponimo di donne che sono pilastri della storia di quel territorio. Il loro valore socio-politico sarà finalmente sotto gli occhi di tutti, nel senso letterale del termine, e la pubblicazione seguita a quel Convegno contribuirà a recuperare un maggiore rispetto della persona, uomo o donna che sia.
Dopo la lettura appassionata e sorprendente di questo libro il/la lettore/lettrice ne riconosce subito il senso: far ritrovare alle nuove generazioni di donne, vittime degli esempi deboli e fuorvianti dell'attuale comunicazione mediatica, i modelli di donne di spessore che hanno lasciato una impronta pulita e forte, a cominciare da quelle “Madri della Costituzione”, spesso dimenticate, e dalle donne che hanno condotto la Resistenza con ruoli attivi, militari, politici, logistici (19 vennero decorate di medaglia d’oro al valore militare, 54 con la medaglia d’argento, 167 con medaglia di bronzo). È una medaglia a incidere sul valore di un individuo? Certo che no. Non sarà certo una medaglia, ma il riconoscimento collettivo è d'obbligo per dare valore e riportare le donne nella memoria delle nuove generazioni.
Il libro convince della necessità e della giustezza delle rivendicazioni, fatte proprie da un gruppo vastissimo di persone, a cominciare dagli oltre 4.000 membri del Gruppo Facebook, sviluppatosi attorno alla provocatoria intuizione di Maria Pia Ercolini. Questo è un libro, che trascende le “rivendicazioni femministe”, per accogliere le rivendicazioni trasversali di donne e di uomini sul tema politico della rappresentazione femminile e sulla mancanza di memoria storica. L’impegno profuso nell’indagine in atto, rappresenta un esempio concreto di azione politica, autonoma e spontanea quanto sentita e partecipata. Esempio infatti accolto da molti fuori dall'Italia e dall'Europa.
Per la curatrice Maria Pia Ercolini e per Toponomastica Femminile la soddisfazione più bella credo sia l'interesse che ha svegliato nel mondo. Preziosa di spunti di riflessione infatti è la parte del libro che riguarda i "Contributi oltre confine", arrivati da Bruxelles, Granada, Friburgo, Ginevra, da Manatthan e ancora dalla Francia, dall'Inghilterra, dal Messico, dall'Australia Occidentale, tante donne unite in una comune splendida visione internazionale del problema.
Sulle vie della parità
Atti del I Convegno di Toponomastica femminile, Roma 6-7 ottobre 2012
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