Alla XIV Festa del Cinema di Roma il “Green Movie Award”
Proiettato il documentario ‘Mirabilia Urbis’, sulla vita e le battaglie di Antonio Cederna. Presenti il figlio Giuseppe e due attiviste del Roma Fridays For Future
Venerdi, 25/10/2019 - La XIV Festa di Roma ha promosso quest’anno, in modo particolare, due grandi temi l’ambiente e il sociale, con dibattiti, pellicole, eventi collaterali. Fra i più interessanti e di grande risonanza, per gli ospiti intervenuti e per l’attualità delle questioni affrontate, è stata la presentazione, presso lo Spazio Roma Lazio Film Commission – Auditorium Arte, del Green Movie Award, la cui direzione artistica è affidata a Marino Midena, con l’assegnazione del Premio Zavattini al vincitore della IV edizione: il documentario “Mirabilia Urbis” realizzato dal giovane regista Milo Adami. Il Premio assegnato dal Green Movie, promosso da Pentapolis Onlus, e giunto alla sua IV edizione, vuole contribuire alla diffusione della cultura ambientale nel cinema ed incentivare la produzione di opere a impatto zero. Nel corso dell’incontro è stato proiettato il documentario vincitore, “Mirabilia Urbis”, di Milo Adami, sulla figura di Antonio Cederna, giornalista e scrittore che a partire dagli anni Sessanta si è battuto in difesa dell'ambiente, contro l’urbanizzazione selvaggia della Capitale
“Da quattro anni il Green Movie è impegnato per l’ambiente – ha affermato Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis Onlus – ora si tratta di passare dalle parole ai fatti”, mentre il direttore artistico, Marino Midena, ha affermato: “Il cinema è comunicazione, immaginario: come possono filmaker, artisti e spettatori aiutare l’ambiente? Molto importante è lasciare spazio ai giovani ambientalisti. Anche per questo abbiamo previsto la presenza di due attiviste del Roma Fridays For Future, utile per tracciare una linea di continuità tra l’impegno dei primi ambientalisti e il movimento giovanile di oggi”.
Fra gli intervenuti, il regista Milo Adami, che nel ricevere il premio ha sottolineato “Mentre facevo ricerche per il documentario, mi ha colpito la modernità della scrittura di Antonio Cederna, la sua contemporaneità, è ancora molto attuale.”. Anche l’attore Giuseppe Cederna, figlio di Antonio è intervenuto raccontando come è stato girato il documentario insieme a Milo: “Per un figlio non è facile parlare del padre o capire cosa volesse dire, piano piano ci ho provato. Mi incuriosiva questo ragazzo (Milo) che voleva fare qualcosa su mio padre, pur non essendo un ambientalista, quando ho letto le prime cose che aveva scritto ho capito la sua grande intelligenza e capacità tecnica: abbiamo girato a Capo di Bove, un frammento di una tenuta sull’Appia antica dopo Cecilia Metella, sopra le Terme, che un produttore aveva comprato e che poi è stato espropriato. In questo luogo io racconto cosa è stato mio padre, io come figlio, ho scritto un breve monologo e ne è venuto fuori un piccolo film di autore. La sera la macchina di Milo è stata svuotata, hanno rubato tutto, strumentazioni e girato. Allora ci siamo fatti prestare di nuovo gli strumenti e lo abbiamo rigirato il giorno dopo.”
Molto interessanti anche gli interventi di Roberto Della Seta, che ha ricordato come il movimento ambientalista abbia avuto un grande sviluppo oggi ma che non si deve perdere la memoria di ciò che è stato fatto da Italia Nostra in poi in termini di mobilitazione politica, e di Carlo Alberto Pratesi, figlio di Fulco Pratesi, che ha sottolineato l’importanza del digitale come strumento attraverso cui i giovani si sono fatti ascoltare e la speranza rappresentata dalle nuove generazioni per l’impegno ambientale.
Infine, le delegate di Roma Fridays For Future hanno ricordato come sia oggi possibile, anche per l’industria cinematografica, contribuire a diminuire l’impatto sull’ambiente dei film, poiché il set è come un piccolo villaggio, ma l’applicazione dei protocolli Green da parte delle Film Commission è consigliata ma non obbligatoria, mentre la sostenibilità tracciabile e ripetibile deve esserlo; così come esistono liste di rivenditori Green per avere impatto zero, ma servono vincoli legislativi. Fare film a impatto zero con sostenibilità ripetibile conviene, come ha capito la Sardegna Film Commission. Altro criterio importante è l’educazione etica, l’educazione dei ragazzi, insegnando loro a realizzare ogni set come una città ecosostenibile. Si potrebbero creare figure che affianchino le produzioni, con dei tutor ‘green’, questo potrebbe creare posti di lavoro.
Idee che non sono più così futuribili, aggiungiamo noi, se vogliamo sperare in un altro mondo possibile.
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