Preoccupazione per i Centri Anti-violenza della capitale. La risposta di Zingaretti
Alcuni centri per il supporto alle vittime di violenza maschile a rischio chiusura come denunciato dalla Cooperativa Be Free. Dalla Regione un segnale di apertura per scongiurare l'interruzione dei servizi.
Pochi giorni fa, a poche ore dal terribile femminicidio di Sara Di Pietrantonio, strangolata e poi bruciata dall'ex fidanzato Vincenzo Paduano, la Cooperativa sociale Be Free, che da anni fornisce supporto e risposte concrete alle donne vittime di violenza e a quelle vittime di tratta, aveva denunciato la possibile chiusura del Centro anti-violenza Donatella Colasanti.
Nella nota diffusa dalla cooperativa si legge: "Il Comune di Roma vuole chiudere lo storico centro antiviolenza “Donatella Colasanti e Rosaria Lopez” attivo dal 1997 nel sostegno alle donne vittime di maltrattamenti che vogliono uscire da una situazione di violenza. Dal 1997 il Centro Antiviolenza ha aiutato e seguito quasi 10000 (per l’esattezza 8958 alla data di oggi) donne, provenienti da tutti i municipi di Roma, oltre che da altre città e regioni di Italia. Sulla base delle informazioni ricevute, abbiamo appreso che l’edificio intero non è di competenza comunale (come appariva certo e documentato, anche da determine comunali che risalgono al 1996) ma che in realtà la proprietà di esso è della Regione Lazio, il cui Ufficio Patrimonio sta reclamando la riscossione di imponenti cifre per l’occupazione, facendo riferimento a circa 20 anni di usufrutto dei locali. Il Comune, da parte sua, non sembra avere la possibilità di saldare un debito così importante, e l’unica soluzione che si sta profilando è di chiudere il servizio. Pertanto, se non verrà risolto tale contenzioso tra Comune e Regione, il 30 luglio 2016, data di scadenza del bando di affidamento del Centro antiviolenza, questo importante spazio verrà chiuso."
La nota continua con l'annuncio di altre chiusure. "Questo dato desolante è stato confermato il 31 maggio 2016, quando siamo state nuovamente convocate insieme a enti gestori di altri centri antiviolenza di proprietà comunale (SOSDonna H24, Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne e Casa di Semiautonomia Giardino dei Ciliegi) per apprendere che anche per i servizi in questione si profila una chiusura. Il motivo, in questo caso, è l’impossibilità di emanare i bandi per il rinnovo dell’affidamento o le eventuali proroghe (sono tutti prossimi alla scadenza del contratto) a motivo della recente Normativa sugli appalti pubblici (ex decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50), di cui non sono ancora note le linee attuative."
Una speranza è arrivata dalla Regione Lazio. In una nota di risposta alla petizione lanciata su Change da Be Free, che ha raggiunto in pochi giorni quasi ottomila firme, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti fa sapere che "La Regione Lazio non ha mai richiesto la riconsegna dei locali che ospitano il centro antiviolenza ‘Donatella Colasanti e Rosaria Lopez'. Di fronte alla comunicazione del Comune di Roma della cessazione del servizio a partire dal prossimo mese di luglio, ci dichiariamo disponibili fin da subito, come Amministrazione regionale, all’apertura di un tavolo con tutti i soggetti interessati per scongiurare l’interruzione del servizio che dal 1997 sostiene in tanti modi le donne vittime di maltrattamenti.
Staremo a vedere se il futuro sindaco o la futura sindaca della Capitale prenderanno posizione intervenendo affinchè l'amministrazione comunale possa avere il tempo di emanare nuovi bandi senza che però il servizio venga interrotto. Il tempo di fatto è pochissimo se si pensa che a fine luglio scadono i contratti.
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