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PREMIO DE@ TERRA. Donne rurali: Figlie- Madri della terra

PREMIO DE@ TERRA. Donne rurali: Figlie- Madri della terra

Il Premio De@ Terra, organizzato dal Ministero per le Politiche Agr alimentari e forestali, ha dato riconoscimenti a sei imprenditrici impegnate in progetti innovativi

Lunedi, 19/10/2015 -
Giornata Mondiale Donna Rurale, 14ma edizione

PREMIO DE@ TERRA. Donne rurali: Figlie- Madri della terra




Nel 1995, fra le decisioni della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite di Pechino sulla donna, fu proposto di celebrare ogni 15 ottobre la giornata mondiale della donna rurale. Si trattò di un’intuizione geniale, perché con tale indicazione si univa la dimensione dell’agricoltura, quale settore economico, al territorio dove la ruralità esprime le radici culturali e colturali, sociali e identitarie e le tradizioni e storia di un luogo e della sua gente.

Il nostro Ministero dell’Agricoltura (MIPAF) non ha mai mancato l’appuntamento. Non solo, ma oramai da 14 anni lo ha voluto firmare con un premio, “De@ Terra” appunto, individuando di anno in anno alcune imprenditrici agricole significative: interessanti per le imprese di cui sono titolari e protagoniste, per le scelte innovative, per l’originalità delle produzioni e dei progetti e, contemporaneamente, per il profilo di donne impegnate e consapevoli del loro valore aggiunto femminile e della loro originalità.

L’edizione 2015, con lo slogan “Figlie– madri della terra“, ha premiato sei imprese ed è stata particolarmente interessante perché durante la cerimonia si è scelto di dare alle imprenditrici il massimo spazio, riempito dal racconto di quanto fanno oggi e di come e perché siano arrivate alla scelta di vita a cui sono dedicate.

La mattinata è stata aperta dal Direttore Generale dello Sviluppo rurale Giuseppe Cacopardi, che essendo stato presente già in diverse edizioni, con massima disinvoltura e brevità ha sintetizzate le caratteristiche presenti nelle aziende femminili premiate, i punti d’eccellenza presi in considerazione e al centro delle strategie del Ministero come l’agricoltura sociale, sviluppo territori marginali, cultura del territorio,s ostenibilità, e buone idee etc nonchè il valore del Premio, mantenuto anche nonostante le non grandi disponibilità economiche del Ministero. Per le vincitrici è previsto un viaggio, tutte insieme, in un paese europeo finalizzato ad incontrare altre imprese e poter conoscere innovazioni e realtà significative. Un viaggio che riesce, proprio per la sua caratteristica di momento formativo, a mettere in rete le imprenditrici che vi partecipano potendo così sviluppare anche un possibile proficuo rapporto in futuro, di rete fra loro.

Venendo a questo premio 2015, nel breve slogan che lo ha distinto “Figlie-Madri della terra “, si è voluta sottolineare la funzione femminile di chi, come le agricoltrici dalla terra, impara con rispetto e diverrà a sua volta agente impegnata nel praticare, insegnare e promuovere un modello di sviluppo sociale solidale e sostenibile. Un’identità in cui è stato possibile riconoscere il profilo di tutte le vincitrici, come ha anche sottolineato Paolo Ammassari, dirigente dell’Ufficio II direzione del Mipaf .

Ecco, dunque, le imprenditrici premiate.

Debora Armiento in provincia di Varese nella sua azienda “La zucca di Cenerentola” mentre parlava di biologico, di coltivazioni sinergiche, considerato tra i metodi più rispettosi dell’ambiente, del suo laboratorio - che sforna mostarde, succhi, salse, confetture di zucca o lavanda, sciroppi di fiori solo per dare un’idea - perché come dice lei “tutto quello che si può fare in barattolo lo faccio“ o mentre racconta della sua adesione all’iniziativa di Slow Food degli “Orti in condotta” o del progetto della Patata Etica o ancora degli impianti arborei di cui l’azienda si è dotata o dei piccoli abbeveraggi per salvaguardare e convivere con la piccola e grande fauna selvatica, alla ricerca di una piena armonia con la natura non ha mai data l’idea di perdere di vista l’importanza di stare sul mercato e di guardare all’economia e al reddito aziendale come a uno degli obiettivi primari e sensibili di ogni progetto valido.

Un principio confermato in modo assai convincente da Nora Kravis che, arrivata dagli USA in Toscana, in provincia di Siena conduce e ha dato vita oramai da venti anni all’incredibile Azienda Agricola “Chianti Cashemere Goat Farm”. Si tratta di entrare nel merito di un azienda, prima in Italia e unica in Europa, che alleva capre dal cui pelo si ottiene il cachemire, ovviamente con un impegno annoso di selezione dei capi ed avendo messo in moto una filiera che va dall’allevamento alla filatura, tessitura e oltre in un rapporto così complesso col territorio che Nora Kravis, dopo avere subito negli anni duri attacchi alle proprie capre da parte dei lupi (attualmente 15 e una cucciolata sono presenti ai confini dell’azienda) ha messo a punto un sistema di guardianìa di cani pastori abruzzesi che sta funzionando e che ha portato persino alla vittoria di un premio. Un sistema che necessita di un tempo e professionalità per addestrare i cani di cucciolata in cucciolata e che la Kraven ha sottolineato come stia divenendo insostenibile. Ecco allora come ancora una volta la dimensione economica aziendale, l’impresa di riuscire a far quadrare i conti di un’azienda, a maggior ragione se all’avanguardia, rappresentano un problema che talvolta aguzza l’ingegno e la fantasia.

E chi sa che questo non sia stato anche alla base dell’azienda di Federica Zurli, che sempre in provincia di Siena in un azienda biologica di 21 ettari coltiva e trasforma una vastissima gamma di piante officinali e aromatiche (di cui una quasi in estinzione: “Iris fiorentina“) è anche Coltivatore Custode su incarico della Regione Toscana. Federica vende i suoi prodotti anche grazie al suo impegno on line per un progetto “Export” sul “ Made in Tuscany”; è arrivata coi suoi aromi al mercato giapponese. Federica nel suo impegno imprenditoriale gode molto di sentirsi responsabile sostenitrice attiva del paesaggio rurale. Quando comprò quella terra - perché la sua fu una scelta perseguita con professionalità e determinazione - non sapeva, come non era neanche a conoscenza di chi vendeva, che quel terreno fosse “Sito d’interesse comunitario“. Una sorpresa dopo parecchio tempo, ma un motivo e un orgoglio in più per seguire la propria strada di rigenerazione e valorizzazione di un territorio.

E parlando di territorio per molte persone l’azienda di Chiattone Mirella nella zona di Pancallieri in Provincia di Torino forse rappresenta una bella scoperta di un’ulteriore nostra ricchezza che molti ignorano di sicuro. L’azienda “Essenzialmenta“ è all’interno di un territorio, quello di Pancallieri appunto, che rappresenta “il quartier generale” della produzione della menta peperita sin dal 1865. E lì di produce la menta piperita più profumata del mondo che, come ha spiegato Mirella, bisogna sapere che è bianca. Quando la comperiamo e la vediamo verde, dobbiamo sapere che è frutto di coloranti. L’azienda, che specializzandosi sulla menta ha selezionato circa 50 varietà presenti nel “giardino delle mente”, offre nel suo negozio al consumatore circa 100 prodotti arricchiti dall’essenza di menta e trova in Mirella - che fra i molti impegni è anche presidente dell’Associazione dei Produttori di Menta di Pancallieri - una promoter eccezionale di quelle foglie profumate che sono un vero tesoro di nicchia.

Nicchie che regala la terra e nicchie preziose per l’intuizione e la capacità innovativa di qualche produttore. Come quella che sta avvenendo nell’Azienda Agricola Erbucchio di Simonetta Covini in Provincia di Piacenza. Simonetta, che l’azienda l’ha ereditata dalla famiglia, si è impegnata per un’agricoltura diversa da quella tradizionale, trovando inizialmente notevoli difficoltà ad essere seguita, quale unica azienda biologica in pianura, anche dal padre che, oggi, l’apprezza e collabora al massimo. Si è sviluppata un’azienda biologica e multifunzionale, con particolare impegno per l’agricoltura sociale. L’azienda come ci ha spiegato lei stessa e sintetizzando al massimo, si può definire con tre parole che precisano i campi d’azione: coltivazione (cereali, orticole, spezie, erbe aromatiche); trasformazione (confetture,c omposte, biscotti, torte); didattico (fattorie didattiche). L’azienda poi già come quella di Deborah Armiento ha impiantato varietà arboree utili come riparo per diversi animali a cui è messa a disposizione anche una riserva d’acqua. In azienda ancora si auto producono molti semi per conservare varietà in estinzione. Simonetta con saggezza nel suo raccontarsi ha più volte ripetuto come molte delle sue attività e del suo progetto sono possibili in piccole aziende mentre per grandi aziende bisogna studiare altre modalità e altri sbocchi.

E allora, a conferma o forse a conforto di quanto detto, ecco l’azienda di Chiara Lobianco in provincia di Siracusa. Si tratta di 150 ettari a conduzione biologica e di alta qualità di cui circa tre quarti a ortaggi a pieno campo e un quarto ad agrumi con la specializzazione nel limone (femminello siracusano). La storia di Chiara è quella di chi ha iniziato a lavorare con il padre e nel frattempo si è laureata in agraria e poi si è ritrovata, ancora giovane, a perdere suo padre e a decidere supportata da suo marito Lorenzo non solo a continuare in azienda ma ad allargarne le finalità. E nato così l’agriturismo “La casa di Melo” (Melo è il loro cane che in quel luogo vive da sempre) inserito nel circuito europeo dei Bio Hotel proprio per la cura e la garanzia di utilizzo di prodotti biologici a tutto campo. Chiara e Lorenzo sono riusciti, insieme a produttori di Siracusa e Ragusa che condividono le loro modalità produttive, a dare vita ad una Associazione di produttori: la Bio Sikelia. Chiara che ha voluto spiegare anche punti di debolezza e di forza dell’essere imprenditrice agricola donna, ha, fra i punti di forza , citato un elemento secondo lei tipico femminile davvero interessante a fianco competenze, capacità organizzative pignoleria: l’effetto sorpresa di cui le donne sono fortemente capaci.

Infine nel consegnare un mazzo di fiori ed una targa simbolo del premio De@ Terra il Vice Ministro Andrea Olivero ha collegato l’alta qualità delle aziende femminili selezionate, simbolicamente rappresentative di tante altre analoghe, alla qualità che l’Italia ha rappresentato all’EXPO; mettendo al centro l’innovazione consapevole e, sostenuta dalla progettualità, di unire il prodotto a un territorio, a una storia. Riconoscendo, inoltre, nelle sue considerazioni che tale visione dello sviluppo agricolo e rurale trova nelle donne delle attrici protagoniste e che quindi valorizzarle e sostenerle è di interesse comune per l’agricoltura italiana, grande comparto dell’economia del paese, nella sua complessità dalla terra al mercato.

 

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