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Precarie e con “miti pretese”

Precarie e con “miti pretese”

Elio Petri in teatro - ‘Roma, ore 11’ è u uno spettacolo di successo interpretato con professionalità da un ‘quartetto femminile’

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007

La scintilla di un fatto tragico accaduto a Roma nel gennaio del 1951 - il cedimento di una scala dove si erano assiepate decine e decine di donne in cerca di lavoro - si era sprigionata da un’inserzione apparsa sul Messaggero: si offriva un primo impiego ad una dattilografa con portentosi requisiti e “miti pretese”. Nel crollo morì una ragazza e molte aspiranti finirono all’ospedale gravemente ferite. Un cronista alle prime armi si mosse per intervistarne alcune allo scopo di trarre con Francesco De Santis la sceneggiatura di un film. Era Elio Petri, l’estroverso e geniale regista, scenografo e critico cinematografico dell’Unità scomparso nel 1982, a cui il Museo del Cinema ha fatto omaggio con una retrospettiva e una mostra fotografica. Da quelle note affidate dalla signora Paola Pegoraro Petri a quattro attrici per uno spettacolo teatrale con lo stesso titolo del film - Roma, ore 11 - è nata una rappresentazione diretta e interpretata con slancio e leggerezza al quartetto femminile. Natalia Magni, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Mariangela Torres (con l’apporto in regia di Sandra Toffolatti), tutte attrici dai percorsi diversi e di ottima scuola, saettando da un personaggio all’altro, cronista compreso, hanno così composto affettuosamente e con ironia un mosaico fatto di personaggi, ambienti e umori diversi. Le testimonianze che zampillano dalla bella scrittura di Elio Petri si innestano sugli scorci di una Roma scomparsa, pigra e sorniona, indulgente e ciabattona, su situazioni urbane scalcinate ormai sanate, ma anche su storie ancora attuali di famiglie e contesti oppressi da miseria e disoccupazione, dove le aspettative si convertono spesso in delusioni cocenti. Dalla rappresentazione, fatta di semplicità e di schiettezza, condotta con spirito garbato e vivace, più che la protesta e lo sdegno, emergono una sincera vicinanza a chi, afflitto dalla precarietà, non sa che fare della propria vita e una solidarietà fraterna a tutte le donne che “lavorano come matte, sono pagate pochino” e magari affrontano le pretese untuose di un capo anzianotto.
‘Roma, ore 11’, accolto con molti applausi in un teatro di Torino alla presenza del direttore del Museo del Cinema, Alberto Barbera, e della vedova del regista, signora Paola, dopo il debutto a Roma nella rassegna di Ascanio Celestini di due anni fa, riprenderà la sua tournée. Il successo è assicurato dalla freschezza che emana da questo ottimo lavoro che è stato riconosciuto nell’ultima edizione del Premio ETI - gli Olimpici del Teatro come il miglior “spettacolo di innovazione”.

(21 novembre 2007)

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