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Precariamente

Precariamente

. Sapevo che ci sarebbe stato molto di più per me, sapevo che avrei potuto dare di più al mondo. Se non attraverso i fatti, attraverso le parole.

Domenica, 27/08/2017 - La fine dell'estate è un po' come la fine di un sogno. Quando sei al mare e ti guardi intorno sembra che tutto sia possibile. C'è un qualcosa, nei colori del mare, che ti spinge ad avere fiducia nell'autunno che verrà. Una positività che viene spazzata via, assieme ai bagnasciuga e alle bottiglie di Beck's vuote. Perdendosi, ti riportano ad una realtà più complicata, dai toni più malinconici e freddi. E ti ritrovi, come prima, ad arrancarti un posto nel mondo.

Dovremmo avere dei manuali per affrontare la realtà, delle istruzioni che ci indichino la soluzione più tranquilla e meno dolorosa per superare i cambiamenti. Vorrei, in questo momento, che attendere un riscontro lavorativo fosse meno stressante. L'ansia di dover ricominciare, di nuovo e ancora, legata ad una sedia come se fosse una punizione scolastica, mi rende esausta. Sviluppo nuove e scintillanti idee, che proprio come le stelle cadenti, tornano a spegnersi verso terra.



Da piccola immaginavo un' Elena in carriera, con una 24 ore in mano, forte e dinamica. Seguendo la legge dell'attrazione, appiccicavo immagini di donne in tailleur sopra il mio letto. Sapevo che ci sarebbe stato molto di più per me, sapevo che avrei potuto dare di più al mondo. Se non attraverso i fatti, attraverso le parole.

E' quello che dici e quello che ascolti che forma la persona che diventerai. Se potessi tornare indietro abbraccerei la bambina che sono stata e le direi la diversità e l'anticonformismo sono un dono. Le sussurrerei all'orecchio che nessuno è come noi, ed è per questo che siamo speciali. La inviterei a guardarsi allo specchio e a guardare con amore le sue piccole imperfezioni; ad amarsi e rispettarsi.





Alla vigilia dei miei 25 anni, del mio quarto di secolo, sono quì a scrivere di me.

Delle mie insucurezze, delle mie fragilità e di quello che non ho saputo cambiare.

Per quanto valga, sempre in attesa di riscontri futuri, continuerò a difendere la dignità delle mie colleghe contro le umiliazioni di quello che è il mondo dei call- center da anni a questa parte. A tenervi al corrente di quello che accade giornalmente in quegli uffici isolati dal mondo; a sperare in meglio per me e per loro.

Come accennavo nel mio primo articolo,

Siate rispettosi,

Siate gentili.

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