Lunedi, 05/06/2017 - Si è appena concluso il convegno che anche quest’anno ha riunito intorno ad un tavolo studiose e studiosi italiani e stranieri provenienti dall’Italia, Spagna, Usa, Tunisia, Algeria, Egitto, Gran Bretagna e Francia per analizzare e discutere sul ruolo e la condizione della donna nell’area Mediterranea.
“Tra i vari aspetti caratterizzanti la dimensione della femminilità così come viene vissuta e percepita nei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, il convegno ha inteso esplorare soprattutto i luoghi e i modelli culturali che agiscono all'interno dei contesti socio-economici dell'area geografica presa in esame, cercando di svelare la presenza delle donne al loro interno, sia in termini di costruzione identitaria che di ruolo esercitato nel corso dei secoli” ci dice Marco Marino, direttore accademico e coordinatore insieme a Giovanni Spani dell’Holy Cross college dell’evento.
Un percorso di conoscenza e scoperta di figure femminili che è ruotato intorno alle dinamiche del potere in senso ampio, sia dal punto di vista politico e letterario che culturale, mostrando come la presenza femminile si sia sempre rivelata con tutta la sua forza, anche laddove messa in disparte, come nel caso di personaggi femminili meno conosciuti, come Al Kahina, la berbera algerina che contrastò l’espansione islamica nel Magreb intorno al VII secolo d.C, oppure la figura di Lalla Fadma N’Soumeur che si oppose alla colonizzazione francese dell’Algeria nel secolo scorso.
Un tema, quello del potere e delle donne, testimoniato anche dal quadro scelto per presentare l’edizione di quest’anno. Stiamo parlando dell’opera di Klimt dal titolo “Hygeia”, nel quale è chiara l’idea del potere e dell’autorità femminile, perché la dea della salute stringe nella mano sinistra la coppa di Lete, mentre un serpente le si attorciglia al braccio destro, simboli di vita e di morte, simboli di potere appunto.
Come nelle edizioni passate, si sono voluti portare alla luce i diversi protagonismi femminili nelle diverse epoche, dal medioevo ai giorni nostri, parlando di donne nel cinema italiano, francese e spagnolo, tra i quali è emersa l’analisi del personaggio di Isabella in "C'era una volta" di F. Rosi.
Lo si è fatto, analizzando la presenza femminile nell’economia e su come nonostante gli ostacoli, le donne riescano comunque ad affermare la loro leadership.
Oppure facendo un percorso analitico della presenza femminile in politica con un interessante confronto tra la Grecia e la Cina dell’VIII secolo d. C.
Due giorni di sessioni nei quali è emersa con forza l’importanza di parlare delle donne perché come conclude Marco Marino “è sempre necessario farlo, ma non perché le donne debbano essere considerate una specie protetta, ma perché attraverso il racconto e la narrazione del diverso protagonismo femminile siamo coscienti e possiamo insieme cambiare le cose, perché nonostante dei passi avanti siano stati fatti, in realtà ci sono ancora donne costrette a lottare per affermare i loro diritti”.
E ora che anche la terza edizione è appena terminata, replicando il successo dell’anno passato, già si pensa al futuro perché “l’anno prossimo Women of Mediterranean farà parte della ventunesima edizione del Mediterranean Studies Association International Congress, che avrà luogo proprio nella bellissima cornice della città di Sorrento, e i cui termini di partecipazione saranno comunicati nei prossimi mesi sul sito dell’Istituto” conclude Marco Marino.
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