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Potere e responsabilità

Potere e responsabilità

Versione Santippe - Chissà perché il potere attrae tanto... Forse perché il 'potere' sa di arrivo, ricchezza, onore...

Camilla Ghedini Lunedi, 31/08/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2015

 Chissà perché il potere attrae tanto. Anche se non viene definito così, ma col sotto titolo di obiettivo, certe volte si osa fino a 'bene comune'. Forse perché il 'potere' sa di arrivo, ricchezza, onore. Che a pensarci bene, cosa sono se non prigioni? Quando ero piccola ero un'accanita lettrice del settimanale Gente. Ricordo bene che di sabato pomeriggio andavo a comprarlo all'edicola, a piedi, tornavo, mi buttavo sul divano e mi immergevo. Era decisamente filo monarchico, molto concentrato sulle storie del Principato di Monaco e dei reali d'Inghilterra, ma nel mio mondo allora contenuto non me ne rendevo conto. Mi imbattevo nel rigore e nella vedovanza di Carolina, nella trasgressività di Stefany, nell'aplomb del fratello, di cui francamente, al momento in cui scrivo, non ricordo il nome. E ancora nella frustrazione di Lady Diana e nell'insulsaggine di Carlo. E già pensavo, allora, 'porca miseria che brutte vite che fanno, sempre a controllare cosa mangiare, cosa dire, sempre con questi balli di beneficenza....'. E potevo avere 10 anni, ma la sensazione che le foto e gli articoli mi rimandavano era di stanchezza, oppressione. Poi col tempo, con l'adolescenza prima e la maturità poi, ho decifrato. E mi è stato chiaro che già allora, per me, il potere è la più claustrofobica delle gabbie. Ora faccio la giornalista e non leggo più solo Gente.... ma scherzi a parte, il sentimento, l'approccio, è rimasto immutato. Guardo la Merkel e mi chiedo 'ma chi glielo fa fare di essere sempre sotto l'attenzione di tutti, di assumersi responsabilità per altri Paesi, per interi popoli, quando è già così difficile farlo per uno di famiglia?'. E non entro nel merito delle decisioni politiche che non riguardano ...Santippe. Poi guardo Renzi, che perdonatemi ma a me ricorda tanto Pozzy, neanche Fonzy, l'amico di Ricky Cunningham in Happy Days. Chi lo fa fare a uno di neppure 40 anni di sentirsi tanto 'potente' e sicuro da sollecitare un politico di lungo corso come Letta a #staresereno? E mi fermo qui. Il fatto è che il nostro feudo lo abbiamo tutti. Chiunque di noi, in qualsiasi contesto, una fetta di 'potere' l'ha. Ma è altrettanto vero che più avanziamo più siamo deboli. Perché il potere rende vulnerabili. Bisogna non avere scheletri nell'armadio, bisogna imparare a vivere centellinando la fiducia verso gli altri, bisogna depauperarsi di autenticità. Perché raggiunto un traguardo bisogna guardare oltre, per arrivare in cima. Poi, quando si è arrivati, e si guarda in giù, dall'alto in basso - perché questo è il potere - cosa si vede se non la propria solitudine? Una volta che lo si tocca, il potere, come lo si può esercitare 'bene'? Come lo si può mantenere accontentando tutti? Perché il mantenimento, implica il consenso, che implica il compromesso. Poi penso a gente come Falcone e Borsellino, che avevano potere, lo hanno esercitato consapevolmente, credendo in quel che facevano e scontentando i 'più', sapendo che avrebbero potuto morirne, come è stato, e non sento mai nessuno dire 'vorrei essere come loro'. Ecco, è questo il punto, non si associa più il potere alla responsabilità che comporta. O lo si fa poco, troppo poco. E così il potere, reali a parte, è diventato uno dei più grandi inganni di cui subiamo il fascino.

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