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Potenza del femminile nella Cultura

Potenza del femminile nella Cultura

Intervista a Lidia Varbanova - L’associazione cultura-arte, la loro gestione, la comprensione delle arti e il desiderio di avere una vita professionale flessibile e attraente sono motivazioni forti per le donne. LabforCulture, ovvero la globalizzazione

Bertani Graziella Martedi, 09/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

Mi ritengo molto fortunata ad annoverare tra le mie conoscenze Lidia Varbanova. Bulgara, cittadina del mondo, volitiva, decisa e generosa, vanta un Dottorato di ricerca in Economia, un Master in Management Industriale, un patentino di giornalista, una serie di premi e di riconoscimenti prestigiosi. Da oltre vent’anni sulla scena, è tra i massimi esperti sui temi delle politiche culturali nazionali ed internazionali, dei programmi per lo sviluppo della progettazione culturale annoverando tra i suoi diversi incarichi la Direzione del Network delle Arti e della Cultura della Fondazione Soros, la vice-presidenza della Rete Europea dei Centri di Formazione di Amministrazione Culturale ENCATC, la Direzione del Dipartimento del management sociale e della Cultura dell’Università dell’Economia nazionale e Mondiale di Sofia. Attualmente risiede in Canada dove collabora con la Fondazione Musagetes, il dipartimento di e-cultura dei Beni Culturali e il centro per l’expertise in Cultura e Comunità. Consulente ed editore del Laboratorio della Cooperazione Culturale europea, nel corso degli ultimi anni è docente invitata alla City University di Londra, all’Università delle Arti di Belgrado.



Lidia ... “cittadina del mondo” dunque?

Nel mondo contemporaneo ciascuno di noi è sempre più ‘cittadino del mondo’: le possibilità di viaggiare sono sempre più frequenti e lo spazio internet globale rappresenta il luogo nel quale scambiamo idee ed esperienze. Io sono una di quelle che negli ultimi quindici anni per questioni legate al lavoro ha cambiato paesi e continenti abbastanza spesso. La mobilità non faceva parte delle mie prerogative; è la conseguenza di ciò che faccio: aiuto le organizzazioni culturali ed i professionisti della cultura ad emergere attraverso il perfezionamento della propria visibilità, l’attrazione di pubblico e sostenitori, l’organizzazione di migliori campagne di reperimento di fondi e marketing, il miglioramento delle capacità delle persone che lavorano nelle arti usando spazi online ed altri strumenti per la collaborazione e lo scambio.



Che cosa tutto queste per te, donna, rappresenta?

Per quanto riguarda me personalmente posso solo dire che ciò che faccio è guidato dalla mia forte motivazione di aiutare. Sono una lavoratrice autonoma, faccio la consulente e scelgo i miei progetti secondo criteri molto semplici: per prima cosa il contenuto interessante e stimolante e poi per le persone coinvolte – devono essere tanto motivate quanto me e devono avere un approccio professionale in ciò che fanno, desiderosi di imparare e di esplorare insieme.



Donna e Cultura, un binomio non infrequente, vero?

In tutti i miei corsi di management culturale nel mondo le donne sono più degli uomini. Questo ambito professionale è certamente “dominato dalle donne”. L’associazione cultura-arte, la loro gestione, la comprensione delle arti e il desiderio di avere una vita professionale flessibile e attraente siano motivazioni più forti per le donne coinvolte nel settore rispetto al business puro. Il mio impegno è basato sul mio vissuto: vengo da una famiglia di musicisti. La musica fa parte del mio DNA. Non posso vivere senza musica. Non pensate che questo possa essere un argomento molto semplice a sostegno delle arti ?!



Che cosa pensi in termini di occupazione femminile nella Cultura? Quali sono i settori nei quali le donne sono prevalenti?

La mia osservazione informale è che la maggior parte del management intermedio nelle arti è costituito da donne, ma non necessariamente nei livelli apicali. Nel corso della mia carriera professionale ho incontrato donne estremamente brillanti, gradevoli, di successo e di potere dalle quali ho imparato molto. Ammiro le donne che hanno intuizione e sanno usarla accanto al sapere e alle competenze accumulate.



Cultura e conflitto tra i sessi: solo una questione di potere anche nel mondo dei ‘lavoratori’ della Cultura?

Non separo mai le persone tra ‘uomini’ e ‘donne’, ma tra coloro ‘che sono in grado’ e ‘non sono in grado’ , tra ‘professionisti’ e ‘non-professionisti’. Apprezzo sempre le persone che fanno il proprio lavoro in modo responsabile e con impegno, senza distinzione di sesso. Non amo la parola ‘lavoratori’ in rapporto alla cultura e alle arti, anche se esiste nella legislazione del lavoro. Ogni lavoro nel settore culturale ha insiti elementi creativi che portano a risultati creativi.

Per quanto riguarda i conflitti, una delle ragioni principali è la ricerca del potere. Nelle organizzazioni quando non è chiaro chi ha il potere, oppure quando questo non è nelle mani dei leader giusti, si genera un’atmosfera demotivante e i conflitti sono inevitabili.



Maternità e Cultura, diritti e creatività... che cosa possiamo dire?

La maternità deve essere protetta in ogni situazione, cultura e arti incluse. In molti ambiti artistici è una questione ancora aperta. Per esempio, una ballerina non può osservare le stesse regole delle altre donne per il congedo di maternità. Il ruolo dei sindacati dei lavoratori creativi è quello di proteggere i diritti di tutti i lavoratori del settore culturale, donne incluse. La gestione delle relazioni di lavoro nel settore culturale è complessa e richiede il coinvolgimento delle associazioni datoriali, dei sindacati degli occupati e dello Stato in modo da concludere contratti collettivi in grado di comprendere tutte le condizioni di lavoro necessarie per la piena occupazione nel settore culturale.



Che cosa può fare la cultura in termini di empowerment per le donne?

Le donne hanno il potere comunque. Siamo creature potenti per natura! In alcuni casi non sappiamo usare il potere, ma lo abbiamo internamente, per natura! Perché creiamo vita e manteniamo la vita, siamo quelle che in famiglia ‘tengono acceso il focolare’. Forse bisognerebbe domandarsi come le donne nella cultura possono usare il loro potere per influenzare gli altri? E’ importante condividere esperienze, saperi, storie, esempi. Abbiamo bisogno di più iniziative per sapere cosa gli altri stanno facendo e usare queste esperienze per potenziare il nostro lavoro e le attività del tempo libero.



Come “consumatrici” le donne hanno lo stesso accesso alla Cultura come mezzo?

Dipende molto da paese a paese. Certamente le situazioni dell’‘accesso alla cultura’ sono molto diverse tra Canada e Bielorussia, o tra Moldavia e Francia, tra Mongolia e Islanda...L’accesso alla Cultura è predeterminato da molti fattori: dai sistemi politici, dai fattori sociali ed economici, da misure e schemi specifici per l’incremento dell’accesso alla Cultura per tutti i gruppi della popolazione.



Il tuo nome in Europa è legato in parte a LabforCulture. Ti va di dirci qualcosa in merito?

LabforCulture è una piattaforma online per scambi e collaborazione di persone che lavorano nelle arti e nel settore culturale per tutta l’Europa. E’ un portale ricco di informazioni su opportunità di finanziamento, case studies, elenchi informativi di organizzazioni. Ci sono sezioni con contenuti ‘in focus’ collegate con regioni d’Europa e temi di ricerca di importanza internazionale. Gli editori del sito scrivono interventi su temi legati alla cooperazione, alle politiche e al management culturale. Il sito web ha una sezione di comunità che funziona come una piattaforma di rete sociale nella quale gli utilizzatori possono creare blog e profili, partecipare a forum, inviare opinioni, discutere temi caldi. E’ una combinazione speciale tra database editoriale controllato e libera partecipazione per gli utenti. Ha un buon potenziale di crescita e di espansione.



Crisi finanziaria globale e Cultura: che cosa ne pensi?

Sono cresciuta in una società che è passata attraverso molte turbolenze ed una catena di crisi politiche, economiche e sociali. Non posso essere sorpresa dalla crisi e, come molte altre persone dei Paesi dell’Europa dell’Est, prenderla come qualcosa che viene e che va. Siamo abituati a cambiare, alle turbolenze e all’instabilità. E’ importante preservare il nostro ‘sé’ in questi periodi e non perdere mai i nostri credo e le nostre visioni. Le persone che agiscono nell’ambito della cultura sono grandi perché hanno ispirazione indipendentemente dalle circostanze dell’ambiente.

Indubbiamente per la cultura sarà una dura lotta sopravvivere alla crisi finanziaria. Molti sponsor, molte fondazioni e molti governi hanno già annunciato tagli nell’assegnazione di fondi e nel sostegno alla Cultura e alle Arti. Abbiamo bisogno di essere più innovatori e cercare metodi insoliti per attirare pubblico e sostenitori. Talvolta si può fare molto usando la propria creatività ed il proprio intuito senza dover necessariamente spendere molto denaro per raggiungere un risultato.



(9 giugno 2009)

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