Lunedi, 01/07/2013 - ALTRADIMORA - OFFICINA DEI SAPERI FEMMINISTI - MAREA
Sesto incontro annuale
POLITICA, SOSTANTIVO FEMMINILE
ALTRADIMORA Caranzano (AL) – 6,7,8 SETTEMBRE 2013
DI COSA PARLEREMO
Forse, quando nel settembre 2012 all’ultimo seminario di Altradimora su Storia delle donne/storia di donne abbiamo deciso che l’appuntamento del 2013 sarebbe stato sulla politica eravamo, al solito, preveggenti, ma una situazione così complessa, difficile e a tratti inquietante, almeno per alcune di noi, non era attesa.
Una delle difficoltà più grandi che ha incontrato l’analisi sulla politica di molti gruppi e singole femministe è stata quella di parlare spesso una lingua lontana e criptica, e di sottovalutare che da oltre due decenni non era più chiara, nella realtà come nella percezione di essa, la differenza tra la politica e i partiti.
Una delle parole, e dei concetti, maggiormente usate dal fraseggio femminista è stata estraneità: un atteggiamento chiarissimo e puntuale, che però ha contribuito a isolare le femministe e le attiviste, facendo emergere da una parte soggettività femminili neutre (a destra ma anche a sinistra) e dall’altra spingendo l’onda che sembrava riemersa con Snoq, (dopo Usciamo dal silenzio e il ritorno in pista dell’Udi), nella risacca del trasversalismo, propugnando la sacrosante presenza femminile in ogni dove, ma senza dire quale segno di femminile e di politica femminile fosse necessario. Una posizione che, con brutta ma efficace parola, è stata chiamata donnismo: più donne basta che siano donne, senza ragionare su cosa, e come, queste donne vanno a fare, dire, disfare e proporre.
Rispetto ad altri paesi europei è sembrata impossibile anche solo da pensare e da ragionare la proposta di una lista solo di donne (e di femministe), anche senza configurarsi come un partito, o comunque rompendo la logica del legame stretto e necessitante con le strutture tradizionali: al grande incontro di Paestum, che poteva essere uno dei luoghi dove ragionarne, non è emerso molto su questo.
Ora, con l’imperare della antipolitica come sinonimo del rifiuto rabbioso non tanto dei partiti, ma della politica stessa come luogo dove si elaborano insieme le priorità, i bisogni e i desideri delle donne e degli uomini che abitano e danno corpo alla cittadinanza, l’emergenza è quella di ritrovare senso. Intanto di tornare a fare e a dire della politica come politica delle donne.
Trovare ponti verso le donne, anche più giovani ma non solo, che oggi sono dentro alla politica (nei movimenti come nelle istituzioni) ma che non hanno la percezione dell’importanza della differenza di genere, e sono formidabili portatrici d’acqua nel mare della neutralità.
Ponti per arginare l’ennesima cancellazione non solo delle donne come corpi, ma come intelligenze e visioni lontane e antitetiche a quelle del patriarcato.
Ponti, iniziative e pratiche che formino, anche, le e i giovani alle priorità della politica: non solo, giustamente, diminuzioni di stipendio al parlamento, ma anche rinarrazione sistematica della storia dei diritti e delle analisi dei femminismi.
Né estranee, né cooptate, né indifferenti, né escluse dalla politica.
L’incontro di Altradimora (dal 6 all’8 settembre 2013 vorremmo porre al centro visioni, strumenti e progetti politici con ottica di genere che ci mettessero tutte in grado, chi da fuori chi da dentro le istituzioni, di non indebolire l’azione comune e di non cancellare, con il disconoscimento per ignoranza e incuria, la ricchezza prodotta da quattro generazioni di donne.
INFO, PROGRAMMA E PRENOTAZIONI SU WWW.ALTRADIMORA.IT
Lascia un Commento