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Polemiche e chiarimenti

Polemiche e chiarimenti

Lombardia, funerali ai feti - A proposito del nuovo regolamento cimiteriale regionale, pubblichiamo la nota del Collettivo Maistat@zitt@ Milano e l'interpellanza della consigliera regionale Ardemia Oriani.

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2007

A proposito del regolamento cimiteriale regionale in Lombardia, che ha sollevato polemiche e relativi chiarimenti, riceviamo e pubblichiamo la nota del Collettivo Maistat@zitt@ Milano e il comunicato stampa della consigliera regionale Ardemia Oriani.
Il modulo in questione, già bloccato dalla stessa Regione Lombardia poiché non conforme alla circolare, è oggetto dell'interpellanza che è possibile consultare in questa pagina in formato pdf.

(3 luglio 2007)

SEPOLTURA FETI: ORIANI (DS-ULIVO) NO ALLA CIRCOLARE DI COMUNE E ASL DI MILANO CHE REINTRODUCE IL MODULO

Interpellanza dei Ds in Consiglio regionale

La Regione deve intervenire per bloccare gli effetti della circolare del Comune e dell’Asl di Milano che reintroduce per la sepoltura dei feti il famigerato modulo, in contrasto con le indicazioni dell’assessorato regionale alla sanità, che prevedono espressamente che l’informativa alle donne sia effettuata mediante un avviso in bacheca. Lo chiedono i Ds con una interpellanza presentata oggi da Ardemia Oriani e sottoscritta, oltre che dai colleghi Benigni, Valmaggi, Porcari e Concordati, anche da altri gruppi dell’Unione.

Il nuovo modulo, diverso da quello utilizzato fino a poco tempo fa al San Paolo, al Niguarda e alla Macedonio Melloni, prevede non solo la manifestazione di volontà, positiva o negativa, relativamente alla sepoltura, ma anche l’indicazione dei propri dati anagrafici con tanto di numero del documento di identità. La circolare dispone inoltre che questi dati vengano comunque conservati, e “nel caso di non volontà a procedere – recita la circolare – la dichiarazione sottoscritta dalla madre non va inoltrata alla Asl ma deve essere conservata e archiviata a cura dell’Azienda Ospedaliera”.

“È un evidente violazione della Privacy, del tutto ingiustificata – accusa Oriani -. A cosa serve agli ospedali trattenere quei dati? La Regione deve vigilare su queste evidenti forzature, che contrastano con il rispetto sostanziale della 194. La comunicazione della possibilità di procedere alla sepoltura del feto deve essere discreta e non invasiva della dignità della donna, e solo la donna che decide di procedere alla sepoltura del prodotto del concepimento deve firmare un apposito modulo.

Chiediamo che da parte dell’assessorato alla sanità venga inviata una comunicazione scritta a tutte le Asl e le strutture ospedaliere lombarde per ribadire queste indicazioni, e che si mantenga l’attenzione sull’applicazione corretta del regolamento in questione”.

Milano, 14 giugno 2007


IL DANNO, LA BEFFA, E POI CHE ALTRO?
di Collettivo Maistat@zitt@

Il danno: il 30 gennaio scorso il Consiglio regionale ha approvato la delibera sul seppellimento dei feti (anche quelli al di sotto delle 20 settimane) all’unanimità, grazie al voto distratto delle/i consigliere/i dell’opposizione, che pensavano di votare un insignificante “regolamento funerario e cimiteriale”.

La beffa: a pochi mesi di distanza, non solo l’opposizione non ha fatto nulla per riparare a questo danno, ma ci ritroviamo pure con le mistificazioni di Ardemia Oriani, consigliera DS in Regione, che, in un articolo scritto per «NoiDonne» sostiene, già dal titolo, che La legge 194 non sarà messa in discussione in Lombardia e a prova di ciò richiama un incontro che il gruppo regionale DS ha avuto con operatori/trici sanitari/e e che avrebbe portato alla definizione di una circolare applicativa del regolamento che non mette in discussione in modo alcuno l’applicazione della legge 194. Aggiungendo che “le informazioni sulla possibilità di seppellimento non verranno date direttamente alle donne”.

Poiché anche noi abbiamo contatti all’interno delle strutture ospedaliere in cui si pratica ­ sempre più faticosamente ­ l’IVG, sappiamo per certo che le cose non stanno affatto così. Ad esempio, all’ospedale S. Paolo ­ non sospetto di bigottismo ­ la prassi conseguente alla delibera regionale (votata anche dalla consigliera Oriani) è diventata quella di comunicare alle donne che si prenotano per l’IVG la possibilità di seppellire il proprio feto, consegnando loro un modulo che, una volta firmato, viene poi inserito nella cartella clinica. In caso di aborto spontaneo, il medesimo modulo viene consegnato al momento dell’accesso in reparto.

Ma non solo. La consigliera Oriani sostiene anche che negli ospedali i prodotti del concepimento verranno messi in un unico contenitore in cui verranno accumulati senza poter essere identificati. Ciò è in evidente contraddizione con la prassi effettiva, conseguente alla delibera regionale, di registrare il numero della cartella clinica, l’epoca gestazionale, il peso in grammi e la richiesta di funerale.

Constatato, quindi, che la delibera votata lo scorso gennaio è in piena attuazione secondo le direttive formigoniane, ci chiediamo cosa si inventeranno di nuovo i/le consiglieri/e d’opposizione per continuare a negare le loro responsabilità in questa vicenda e per giustificare l’inettitudine con cui stanno gestendo la loro svista.
Raccontare fandonie in un articolo non evita alle donne che si recano in ospedale per aborti spontanei o volontari l’orrenda trafila voluta da Formigoni &C. per criminalizzare ed umiliare le donne.

Sottolineiamo inoltre che l’applicazione della delibera sta creando notevoli problemi al personale sanitario: già oberati di lavoro, operatrici ed operatori sanitari si ritrovano a dover svolgere ulteriori funzioni burocratiche. Tutto ciò in una situazione già di forte disagio dovuta alla carenza di personale negli ospedali.

E ancora più grave è che in questa situazione ci sia chi continua a millantare, come fa la consigliera Oriani, che nulla è cambiato ma che, anzi, è stato posto con forza il problema dell’eccessivo numero di obiettori di coscienza negli ospedali della nostra Regione. Come se ci fosse bisogno di spiegare a Formigoni qual è la situazione disastrata del diritto all’IVG in Lombardia.

Non intendiamo farci ingannare da queste finte ingenuità ­ perfettamente in linea con chi, non volendo scendere in piazza contro questa delibera, ha scelto di mandare al Governatore ciellino una lettera sulla libertà femminile.
Cosa siano la libertà femminile e il diritto all’IVG Formigoni lo sa benissimo, poiché da decenni lavora ad affossarli entrambi. E oggi è facilitato in questa sua opera di demolizione anche dall’ipocrita irresponsabilità dell’opposizione.

Quale altra sorpresa si devono aspettare le donne residenti in Regione Sagrestia?


Milano, 30 maggio 2007

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