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Poetica Coazione di Federico Li Calzi recensito da Teodora Mastrototaro

Poetica Coazione di Federico Li Calzi recensito da Teodora Mastrototaro

Il lettore, da qualsiasi luogo stia leggendo, riappare sulla superficie di un pianeta lontano ed assolato. Il lettore “salta” la stagione che sta vivendo e non intendo solo stagione come periodo che divide l’anno ma anche come metafora della vita. L

Lunedi, 04/04/2011 - Teodora Mastrototaro (Trani, 1979), sin dall’infanzia ha dimostrato un notevole interesse per la poesia e l’arte tout court. Nel 2009 pubblica la sua prima raccolta “Afona del tuo nome”, tradotta nel 2010 in lingua inglese dallo scrittore Jack Hirschman (New York, 1933) con il titolo “Can’t voice your name”. Segue un estratto della recensione di Teodora a “Poetica Coazione”, raccolta di poesie di Federico Li Calzi (Agrigento, 1981).

“COAZIONE:

1) Limitazione della libertà altrui ottenuta con la forza. Costrizione.

2) Forma di nevrosi che si manifesta con tendenze ossessive.

3) C. elastica: in meccanica, stato di un solido in cui esistono tensioni interne non sollecitate dall’esterno.

(da: Il Dizionario Della Lingua Italiana)

POETICA COAZIONE: Libertà che si manifesta quando le tensioni interne… si trasformano… in poesia. (di Teodora Mastrototaro)

Il giovane poeta Federico Li Calzi, con un salto temporale, non appena si inizia a leggere la sua raccolta di poesie “Poetica Coazione”, teletrasporta il lettore, come se fosse questi una particella di luce, alla stagione più calda ed apparentemente più gioiosa dell’anno: l’estate.

Il lettore, da qualsiasi luogo stia leggendo, riappare sulla superficie di un pianeta lontano ed assolato. Il lettore “salta” la stagione che sta vivendo e non intendo solo stagione come periodo che divide l’anno ma anche come metafora della vita. La calda estate che ci presenta il poeta diventa metafora delle stagioni della vita.

Immagini che sanno di sole, che sanno di caldo. L’atmosfera e l’aria che si respirano durante la lettura delle prime poesie della silloge sono presentate attraverso una scrittura malinconica. Esiste una differenza tra ciò che è descritto ed il come.

La stagione più bella è la mano malinconica del poeta. Che l’estate sia in verità un addio? D’altronde: “L’estate è una cosa che m’hai dato”, “è riflesso di cose morte”, “come estate finita, d’una infanzia perduta”, “l’estate persa sulle tue parole”. Il poeta entra a punta di piedi nella nostra stagione più malinconicamente bella mettendoci a conoscenza della sua. Il poeta si rivolge a noi e lo fa attraverso la sua amata.

La poesia italiana ha da sempre avuto come ispiratrice la figura femminile. Questa è stata trattata diversamente a seconda della mano dell’autore ma per lo più per i poeti è sempre stata il simbolo della loro soggettiva visione della vita e della loro personale poetica. Ricordiamo Beatrice, Laura, Angelica, Silvia. E le donne dei poeti Saba, Montale, Campana. L’importanza della donna per questi ed altri autori fa comprendere quanto la figura femminile in poesia fosse fondamentale perché su di lei i poeti facevano congiungere i sentimenti ed i loro pensieri, come se tra le braccia della donna l’uomo con il suo tutto si senta protetto e beato. Anche per il giovane Federico Li Calzi la figura femminile diviene il carnale mezzo che muove la sua poesia.

Una figura, la donna che ritroviamo in “Poetica Coazione”, che a poco a poco ci appare. Prima è evanescente poi sempre più chiara. Una figura femminile che cambia la sua forma. È donna ma è anche cielo “le nuvole si fanno cielo e il cielo diventa te.” , è custode di vita “la vita è un ricordo chiuso nel tuo foulard”. La donna diventa la dolce causa per cui la notte soffre perché rimasta senza le stelle “Misera la notte ha perso anche te”, la notte non è più. La notte non è più nulla. “la notte ha perso il suo fascino” perché non basta più a quella stessa donna che era “la chiusa campagna, l’aperta speranza, il greto imbrunito sotto l’albero di noci.”

Il poeta affianca la figura della sua donna che impariamo a conoscere durante la lettura, alla notte. Come se lei fosse un dolce vampiro che succhia il sentimento dalla penna del nostro giovane autore.

Il ripetuto riferimento alla notte rende ossessiva l’immagine della sera e sarà questa stessa a rifiutare la Lei che con tanta passione il poeta le cuce addosso. La notte, così, cancella il volto dell’amata, diventa vuoto e il poeta in quel vuoto cerca di dimenticare l’amore.

Fin dalle prime poesie diventa riconoscibile lo stile dell’autore. La sua mano leggera, il suo continuare ad entrare in punta di piedi non solo nel singolo lettore e nella sua estate ma anche ritornare a punta di piedi e delicatamente all’interno di una storia ambientata in una notte.

Che questa sia non soltanto uno spazio di tempo tra il sole che muore e il sole che sorge ma anche uno spazio di tempo della nostra vita?

L’estate e la notte poi si congiungono “La notte ci ha mancato, sorpresi a redimere il tuo peccato.//L’estate muta sulla tua fortuna, lascia volto nell’aperta campagna” per lasciare spazio all’arrivo dell’inverno e all’ancora presente notte.

/…/ Durante la lettura seguiamo una storia attraverso i versi. Come quando unendo i nei sul corpo della propria amata l’uomo traccia una mappa su quel corpo che lo condurrà all’amore o all’abbandono, così Federico Li Calzi traccia sul corpo della sua ispirazione la mappa che lo porta alla consapevolezze che : “Ma tu sei un capriccio che più non importa” “Anche le tue forme sono svanite nell’ansito della mente” “Le immagini scolorano il presente più del passato, e i ricordi, … dissolvono il passato più del presente.”

Notte, estate, campi, terre, pini, fiume, albero, acqua, frutti, vento, mari, sapore di legna, cielo, nuvole, la foce dei Platani, pioggia, notte, inverno, campagna, spiaggia, selciati, questi e altri termini, ripetuti ed alternati tra di loro nelle diverse composizioni, ambientano la poesia in un giardino incantato, una sorta di atmosfera fatata. E’ questa l’impressione che avverto leggendo e rileggendo “Poetica Coazione”. Atmosfera che però contrasta con la realtà della vita che qui è decritta in versi e ancora più forte si fa la differenza tra ciò che è descritto ed il come. Questo rende riconoscibile l’autore, anche, cioè, per le atmosfere che evoca nelle sue composizioni.

Federico Li Calzi scrive “Dobbiamo lasciarci le sere in cui il mondo svanisce” e mi chiedo se lui ha lasciato se stesso ora che il suo mondo d’amore è svanito dentro i suoi versi.”

Vi lascio il link diretto per leggere la recensione completa:

http://oubliettemagazine.com/2011/03/25/poetica-coazione-di-federico-li-calzi-recensione-di-teodora-mastrototaro/

Link sito dell’autore nel quale potrete scaricare gratuitamente “Poetica Coazione” e link pagina facebook:

http://www.federicolicalzi.it/

http://www.facebook.com/pages/Federico-Li-Calzi/188911001130172

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di “Poetica Coazione”

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