Teatro Argentina di Roma - Successo a Roma della rassegna “Poesia a Roma 10 autrici & 10 autrici” dedicata alla poesia scritta da donne
Benassi Luca Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007
Si chiude la serie di letture-conversazioni ideate e curate da Valerio Magrelli che, iniziate a febbraio, continuano a riscuotere attenzione e partecipazione testimoniando quell’interesse e quel desiderio di poesia al quale non sempre il mondo della cultura riesce a dare adeguata risposta. La rassegna ha coinvolto alcune tra le poetesse più significative e conosciute della scena poetica italiana le quali hanno presentato e letto la loro autrice preferita, per poi proseguire con una scelta della propria produzione personale. Questo confronto tra poetesse e le loro madri poetiche e ispiratrici, ha creato suggestioni e alimentato il dibattito con il pubblico, seguito alle letture, su stili e temi comuni ad epoche anche lontane nel tempo. Il viaggio poetico offerto agli spettatori parte dalle inquietudini esistenziali delle poetesse contemporanee per arrivare all’amore travolgente di Saffo seguendo quel filo rosso del confronto con la propria emotività, il proprio corpo, l’eros e la condizione di essere donna, che dalla lirica dell’antica Grecia è arrivato fino a noi.
Ha aperto la rassegna Daniela Attanasio che ha letto le poesie provocatorie, furiose e a volte deliranti di Amelia Rosselli, si è proseguito con Maria Luisa Spaziani che ha letto Marceline Desbordes Valmore, una delle figure principali della letteratura francese dell’Ottocento, apprezzata da Paul Verlaine e Rimbaud, mentre Sara Ventroni ha letto i versi carichi di tensione e di vita del premio Nobel polacco Wislawa Szymborska. In occasione della festa delle donne dell’8 marzo la poetessa e nota critica Gabriella Sica si è confrontata con i versi venati di solitudine e religiosità dell’americana Emily Dickinson. La poesia di Emily Brontë ha vibrato ancora con i suoi tormenti e le tempeste attraverso la voce di Antonella Anedda, mentre Silvia Bre ha interpretato gli eccessi di languori e gli abbandoni voluttuosi di Louise Labé, una delle voci più originali del cinquecento francese. La giovane Laura Pugno ha letto l’americana Adrienne Rich, considerata negli Stati Uniti una delle più importanti poetesse viventi e nota in Italia soprattutto per il saggio “Nato di donna” (Garzanti 1977), libro femminista interamente dedicato al tema della maternità. La sezione di aprile termina giovedì 26 alle 21 con Maria Grazia Calandrone che legge i versi della russa Marina Cvetaeva.
Si riprenderà a maggio con Biancamaria Frabotta che interpreterà Gaspara Stampa, la voce più autentica e spontanea della poesia erotica italiana del Cinquecento (10 maggio). Il 17 maggio la rassegna si chiuderà con i versi sperimentali e deflagranti di Jolanda Insana nel confronto con il nitore classico di Saffo. Si tratta di una rassegna ricca di spunti che intreccia percorsi poetici lontani nel tempo e nello spazio, ma sempre guidati da un amore per una parola poetica viva e feconda. Per informazioni promozione@teatrodiroma.net, 06/684000346 – 06/684000374.
DANIELA ATTANASIO
Chi devo ringraziare
per questo cielo largo di luce che a mattina
sconfigge ogni scandalo privato
e m'incammina sopra un terreno
coltivato a pratiche divine.
Piantata come un albero in cortile
in me frutta l'idea di guarigione dalla condanna
e guardo il gatto
appisolato nell'abbaglio del sole,
gli occhi stretti lavorati a taglio.
Il gatto se ne sta in un futuro fermo
senza riempire l'attesa del sonno
e non conosce altro disegno
se non quello del cibo e dell'amore.
A chi devo levare lo sguardo
per queste vivide ore, che cosa farò dopo
quando l'ombra avrà scacciato il gatto
e io mi spianterò dal mio cortile.
AMELIA ROSSELLI
[... ] Non so se io sì o no mi morirò di fame,
paura, gli occhi troppo aperti per miracolosamente
mangiare
[...]
Io non so se tra il sorriso della verde estate
e la tua verde differenza vi sia una differenza
io non so se io rimo per incanto o per travagliata
pena. Io non so se rimo per incanto o per ragione
e non so se tu lo sai che rimo interamente
per te [...]
io non so se tu cadi o tu tremi, tu non sai se io piango
o dispero. Disperare, disperare, disperare, è
tutto un fabbricare. Tu non sai se io piango
o dispero, tu non sai se io rido o dispero. Io
non so se tra le pallide rocce il tuo sorriso.
SARA VENTRONI
Gli arti hanno movimenti lenti: moto di meccanica, il cranio
è un contenitore anomalo: non ha colore primario, disperde
il suo sale nell’ambiente, il suo seme:
Senza peso raschiano la ruggine:
i corpi riportano l’osso
al colore rosso. L’oro non ossida, il bianco non esiste,
l’umano è innaturale:
rarefatto adatto al ferro (l’oro è ancora troppo
raro):
e l’acqua e l’aria fanno un lavoro
sporco:
sottoposto al tempo il Gasometro
non ha senso non ha verso non è spazio.
Non tiene la materia,
la espelle verso l’alto.
Il corpo rarefatto liscio in ferro non ha moto
non ha verbo.
Uno scopo è uno scopo ed è vuoto.
La testa si sposta verso l’alto. La storia va e non va, non c’è
storia nel Gasometro.
Ma torna spesso il cranio
all’età del ferro.
WISLAWA SZYMBORSKA
Che cos'è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
È d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
GABRIELLA SICA
Scusate, vi prego, se infuria ancora
per il dominio del mondo la guerra,
se è recato danno all’erba della terra
e a altro verde che tenero nasce ora.
Scusate se non ci sono mai i padri
e il sangue dell’agnello viene versato,
se ancora un libro per voi ho arrotolato
di poesie familiari su radici e madri.
EMILY DICKINSON
Dolce, averne provato la perdita
Per l'annuncio di come siano salvi –
Tanto vicini si allontanarono da Noi,
Quanto vicini, restituiti,
Rimarranno alla Nostra Destra –
I più preziosi sono i Morti –
Subito dopo
Quelli che si alzarono per andare –
Poi pensarono a Noi, e rimasero -.
(26 aprile 2007)
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