Giovedi, 04/05/2017 - Si è svolta il 30 Aprile a Francavilla Fontana (Br) la serata di premiazione al I concorso letterario “Il potere delle parole”, fortemente voluto dall’Associazione “Mama Dunia”, nella persona del suo fondatore Antonio Fanelli.
Tanti i partecipanti al concorso, i cui elaborati sono stati raccolti nella omonima Antologia che dà il titolo al concorso, tanto il lavoro della giuria per cercare di premiare poeti e scrittori. La giuria era composta da: Roberto De Giorgi, Irma Albano, Maddalena Corigliano. I vincitori tutti al femminile: Franca Epifani per il genere racconto breve, Claudia Piccinno per il settore poetico. Menzione Speciale Premio Mama Dunia ai poeti Cesare Natale e Pasquina Filomena. Quest’ultima è stata chiamata a recitare la sua lirica dato che è stata graziosamente definita per brevità poesia bonsai: CAREZZE INFINITE
Chi scrive è stata anche relatrice della serata, intitolando l’intervento “Il fanciullino che è in noi: versetti in poesia dell’Antologia Il potere delle parole, I concorso letterario “Antonio Fanelli”
Se è vero che in ognuno di noi si nasconde il fanciullino, quello che siamo stati e ora non più, è ancora più vero che le persone semplici e sensibili catturano le bellezze del mondo, il fanciullino che è rimasto in loro non ha costruito steccati, ma passeggia tranquillamente nella loro anima. Così nasce la poesia, così nasce il blues, quella sorta di malinconia, di diavolo blue che sfocia nella poesia. La premessa dell’antologia è scritta dagli stessi poeti che sin dalle prime righe cominciano a porsi delle domande e le pongono a loro stessi e al lettore di riflesso. “E’ questo il luogo tranquillo per poter sognare? Il posto è un vecchio scialle che mi copre e mi avvolge i pensieri”. Si chiedono come si faccia a scrivere, come si faccia a schiacciare su una pagina a due dimensioni il calore di uno scialle o il profumo del mare. Come piegarlo, mettere il punto e andare a capo. Chiuderlo in una frase. Non è assolutamente facile, ma le parole sono davanti a me, dice il poeta o la poetessa, ed io le inseguo: basta solo correre, prenderle e sistemarle; incontrarsi poi in un luogo dove sistemare le parole è una cosa sublime, simile al raggiungimento dell’Iperuranio. Facciamo il più nobile dei mestieri noi poeti, come il falegname o il ciabattino, che prendono il tavolo o le nostre scarpe e le aggiustano le guardano, le rimettono a nuovo, per farci andare più comodi nel cammino. Aggiustano le parole i poeti, sul loro tavolinetto da lavoro. E il viaggio può essere più leggero con le scarpe comode. Nella convinzione di poter far incontrare un giorno il colore del mare con gli occhi sfumati d’azzurro della poesia, sostantivo femminile singolare, molto singolare. Nell'attesa dell’incontro ringraziamo chi ha organizzato ogni cosa per averci fatto incontrare senza darci appuntamento.
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