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Plautilla…. Finalmente! - di Gabriella Romano

Plautilla…. Finalmente! - di Gabriella Romano

A Roma fino al 19 aprile 2022 è possibile ammirare tutte le opere di Plautilla Bricci, pittrice e architettrice venuta alla ribalta grazie al romanzo di Melania Mazzucco

Domenica, 05/12/2021 - Finalmente, davvero! Alla Galleria Corsini, in via della Lungara 10, a Roma, fino al 19 aprile 2022 è possibile ammirare tutte le opere di Plautilla Bricci (1616 – post 1690), pittrice e architettrice di recente venuta alla ribalta grazie al romanzo di Melania Mazzucco (Einaudi 2019) che ne ha ricostruito la vicenda biografica e l’ha fatta conoscere al grande pubblico. La splendida cornice di questo museo propone un itinerario che si snoda in tutte le sale, evidenziando le opere in mostra con un’etichettatura a sfondo blu, per facilitare il percorso di visita. Si può quindi seguire soltanto l’itinerario espositivo temporaneo, oppure si può approfittare della possibilità di ammirare sia le opere di Plautilla che i numerosi dipinti di questa collezione.

Ad eccezione di Frida Khalo e Artemisia Genitleschi, le artiste del passato sono in gran parte ancora sconosciute al grande pubblico e purtroppo, fino a tempi recenti, sono rimaste argomento di nicchia della Storia dell’Arte ufficiale. Per fortuna, recentemente si registrano incoraggianti segnali di interesse sia per le opere che per le biografie delle “maestre” del passato: riaffiorano così dai depositi dei musei, dopo un oblio durato a volte dei secoli, le opere di pittrici, scultrici, artiste dell’incisione e miniaturiste sconosciute ai più; su di loro escono con maggiore frequenza una serie di pubblicazioni, monografie, biografie, saggi e racconti per ragazzi/e. Sulla scia di questa tendenza alla “ri-scoperta”, esce dunque dal buio anche il lavoro straordinario della prima donna-architetto dell’Occidente. Ed è ghiotta la possibilità di vedere tutti i suoi lavori riuniti, cioè di poterli confrontare e studiare come un corpo unico. Ovviamente si tratta di tutte le opere a noi ad oggi conosciute, perché in questo campo è giusto attenderci delle sorprese: con l’infittirsi di studi, monografie e mostre dedicate alle artiste del passato, saranno infatti possibili altre attribuzioni e la nebbia, a poco a poco, si diraderà. E chissà che, tra le tante opere attualmente attribuite a “Ignoto”, non se ne possa assegnare qualcuna a nomi femminili dell’arte del passato di cui, sino all’altro ieri, si sapeva poco o nulla.

Curata da Yuri Primarosa, la mostra, intitolata “Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice”, riunisce dipinti e bozzetti di questa artista romana del Seicento, che vengono esposti in dialogo tra loro e con opere di artisti a lei vicini e coevi. Anche Plautilla, come quasi tutte le artiste del passato, era figlia d’arte, perché sarebbe stato impensabile per una ragazza del Seicento avvicinarsi ad accademie o botteghe in maniera indipendente. L’unico modo per poter accedere allo studio ed alla pratica artistica era attraverso il circuito famigliare. Il padre Giovanni era un dilettante dai mille talenti, noto come attore, scenografo, musicista e pittore. Tramite il suo saldo circuito di conoscenze riuscì ad inserire la talentuosa figliola negli ambienti giusti e le consentì di muovere i primi passi in un mondo in cui le donne erano le mosche bianche. Ma chi ne rese possibile l’affermazione, sia come pittrice che come architettrice, fu l’abate Elpidio Benedetti, personaggio autorevole nella Roma del tempo, trait-d’union con la corte di Francia, uomo colto e raffinato, artista dilettante ecollezionista, che intuì il talento della giovane e le facilitò la carriera.

Grazie a questo mecenate importante, Plautilla ottenne numerose committenze religiose ed è una delle pochissime artiste del passato ad aver realizzato opere per la Chiesa. La mostra riunisce varie sue opere pittoriche eseguite per committenza ecclesiastica: dalla Madonna col Bambino (1640 circa) di recente attribuzione e proveniente da Santa Maria in Montesanto, cioè dall’altare maggiore della Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo a Roma, allo Stendardo della Compagnia della Misericordia, raffigurante la nascita e il martirio di san Giovanni Battista (1675), in prestito dalla Chiesa di San Giovanni Battista di Poggio Mirteto, alla tela raffigurante San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede (1676 – 1680), proveniente da San Luigi dei Francesi, a Roma, per citarne alcune.

"Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice" offre anche un’imperdibile ed unica opportunità di vedere i bozzetti di Plautilla per Villa “Il Vascello”, commissionata da Elpidio Benedetti e andata quasi completamente distrutta nel corso dell’assedio francese di Roma nel 1849. Oggi non ne restano che alcuni pezzi del muro di cinta, visibili da strada, che però sono davvero troppo poca cosa per farsi un’idea della complessità del progetto.In mostra ci sono anche alcuni altri progetti architettonici, eseguiti a quattro mani, in collaborazione con il suo illustre mecenate.

Per integrare il percorso espositivo, è altamente consigliata una visita alla chiesa di San Luigi dei Francesi dove si può ammirare la cappella progettata e realizzata da Plautilla, nella navata sinistra. Normalmente i turisti vengono a visitare la chiesa unicamente per vedere i dipinti del Caravaggio, che si trovano nell’ultima cappella della stessa navata, e pochi notano questo piccolo gioiello barocco. Di chiara ispirazione berniniana, ha una concezione veramente straordinaria nella sua ardita teatralità: infatti è incorniciata proprio da un “sipario”, cioè una sontuosa tenda di stucco blu decorata a gigli d’oro, simbolo di Francia, che sfora e si apre sulla navata. Mosso da un panneggio sinuoso e sormontata dalla corona di Francia, questo sipario in stucco invade prepotentemente lo spazio come fosse mosso dal vento, e anticipa la ricca decorazione interna della cappella quasi fosse uno spettacolo teatrale. Un concetto nuovo e alquanto azzardato che non mancherà di stupire. E al tempo stesso, una chiara dimostrazione di quanto l’apporto delle artiste del passato sia stato spesso molto originale. Il loro sguardo ha sovente rivisitato formule e convenzioni consolidate per reiventarle, sovvertirle, arricchirle.

Il pochissimo che è stato loro concesso di realizzare è sicuramente un prodigio, così come prodigiosi sono stati i loro raggiungimenti, in un contesto artistico e sociale che le ha marginalizzate per secoli. Speriamo quindi che mostre come questa siano sempre più frequenti e continuino a metterne in luce il talento, che il pubblico si appassioni a ricostruire le biografie di queste solitarie e testarde antesignane, e affolli mostre come questa, incoraggiando curatori e curatrici a spolverare tele abbandonate nei depositi da troppo tempo, restituendole ai visitatori dei musei per suscitare ulteriore curiosità ed interesse. Insomma, il circuito virtuoso sembra iniziato. Soltanto a Roma, oltre alle numerose personali delle varie gallerie d’arte commerciali, al momento di possono visitare la mostra su Caravaggio ed Artemisia Gentileschi a Palazzo Barberini (in corso e aperta fino al 27 marzo 2022) e la mostra dedicata a Antonietta Raphaël alla GNAM (in corso ed aperta fino al 30 gennaio 2022).

 


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