Piombino / Le donne in nero sull'uso delle armi contro la Russia
Le donne in nero esprimono preoccupazione per le conseguenze del voto del Parlamento europeo per l'uso di armi fornite dai Paesi aderenti alla NATO contro la Russia
Martedi, 22/10/2024 - Riceviamo e pubblichiamo
Il gruppo delle “donne in nero” di Piombino dichiara la propria profonda preoccupazione per le conseguenze che potrebbero scaturire dal voto del Parlamento europeo in merito all’autorizzazione dell’uso di armi fornite dai Paesi aderenti alla NATO contro la Russia. Il voto di qualche settimana fa conferma la scelta politica dell’Unione Europea: la guerra. Ribadendo il concetto che per noi il popolo russo non rappresenta un nemico, così come quello ucraino, siamo sconcertate dalla mancanza di chiarezza dei mass media sulle vicende legate alla guerra Ucraino/Russa e siamo preoccupate per le conseguenze dell’ultima votazione del Parlamento europeo: una votazione che se non fosse per la sua gravità, avrebbe del grottesco. Di fronte a partiti politici la cui scelta di dire NO è stata chiara, ci sono stati altri in cui i parlamentari hanno votato a favore del testo generale ma si sono astenuti o piuttosto hanno votato contro ad una parte di esso, senza prendere una netta, chiara, incontrovertibile distanza dalla visione del mondo che essa rappresenta. Una visione del mondo vecchia, che riporta la lancetta dell’orologio indietro nel tempo di oltre 50 anni quando il mondo era diviso in due blocchi contrapposti. Ovviamente il governo russo ha fatto le proprie riflessioni, dichiarando la volontà di rivedere i c.d. “Fondamenti della Politica Statale nel campo della Deterrenza Nucleare”, ossia di quel documento, che insieme alla Dottrina Militare, definisce la strategia nucleare. Oggi ciò che divide il mondo è una strategia economica che crea un “nemico” dal quale è necessario difendersi ad ogni costo. Oggi come allora, si torna a parlare di utilizzo di armi nucleari e si sceglie l’incremento della spesa militare come fosse una scelta ineluttabile: una scelta che si è dimostrata perdente in termini economici e sicuramente in termini di perdite umane. Il numero dei morti è tenuto debitamente nascosto: il 78% degli articoli di giornali è originato dalle notizi diffuse dalle c.d. Agenzie che ricevono direttamente dai Governi le veline da diffondere in rete e non vivono di inchieste autonome. Viene applicato il c.d. principio dei due pesi e due misure per l’invasione di Israele e quella della Russia. Noi restiamo fermamente convinte che chi vuole la pace non invia armi ma cerca il dialogo, fino allo sfinimento. Questo non è mai avvenuto in questi anni di guerra fra Ucraina e Russia, anzi. Noi pretendiamo da parte dei nostri parlamentari italiani maggior impegno e chiarezza a favore del dialogo e della diplomazia, le uniche opzioni che possono salvare il mondo dal rischio nucleare. I voti di astensione su questi temi non servono a nessuno, sono deleteri e valgono quanto un voto favorevole alla guerra perché indicano incertezza su un principio fondamentale: il valore della vita. Noi siamo contrarie alle guerre ed auspichiamo un’Europa di pace, libera dal giogo militaristico di interessi economici provenienti da oltre oceano e lo continueremo a manifestare nei nostri presidi per la richiesta di un immediato CESSATE IL FUOCO sul fronte ucraino/russo come su quello israelo/palestinese. Auspichiamo un risveglio delle coscienze nella popolazione per frenare questa deriva militarista che investe in armi a scapito di progetti alternativi di pace e solidarietà mondiale. Per contatti: donneinneropiombino@gmail.com
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