Pierre CARDIN, la MODA, le DONNE, i GIOVANI

Giovedi, 31/12/2020 - E’ da poco mancato lo stilista francese Pierre Cardin, una delle più famose icone della moda di tutti i tempi.
Aveva 98 anni.
L’imprenditore aveva origine italiane: Pietro Costante Cardin, il suo vero nome, era nato a Sant’Andrea di Barbarana nel Trevigiano, nel 1922.
Crebbe in Francia dove i suoi si eran trasferiti dal 1924, dopo l’avvento del fascismo in Italia.
Nel 1939 si era stabilito a Vichy per diventare apprendista sarto. Da lì ebbe inizio la lunga carriera che lo portò a essere tra gli stilisti che han segnato la moda del Novecento.
In servizio alla Croce Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale, come volontario, venne poi assunto dalla stilista italiana poi naturalizzata francese Elsa Schiaparelli.
Acquisì anche il diploma all’Accademia di Belle Arti ed approdò alla moda incarnando in seguito l’utopia degli anni Sessanta, ispirata alla conquista dello spazio.
Ma aveva già fondato la sua casa di moda nel 1950.
Debuttò con la sua prima collezione nel 1953 e fu il primo stilista ad aprire in Giappone un negozio d’alta moda, nel 1959.
Agli inizi aveva anche lavorato, insieme con un giovanissimo Yves St.Laurent, per il mitico Christian Dior (che alla fine degli anni ’40, lo mise a capo della sua sartoria) e Jean Cocteau (per uno dei suoi capolavori, "La Bella e la Bestia", la favola-film del 1946 cui collaborò, non accreditato, anche René Clément).
Con il tempo, ampliò gli interessi ed acquistò negli anni Ottanta ristoranti Maxim’s, aprendo filiali a New York, Londra, Pechino.
La sua lungimiranza lo portò a creare, negli anni ’60, la prima collezione a basso costo per i magazzini Printemps, il cosiddetto 'prêt-à-porter'.
Pierre Cardin – fu il primo a porre il logo su di esse, le più varie poi, come si vedrà in seguito - con le sue creazioni ha attraversato e cambiato la storia della moda.
Le sue collezioni dal 1971 erano presentate nella sua sede, l'Espace Cardin, a Parigi, e prima di allora nel Teatro degli Ambasciatori, vicino all'Ambasciata americana.
Ma la sua Maison, nel corso degli anni, divenne celebre anche per le sue sfilate in luoghi impossibili – quello che oggi è divenuto ordinaria amministrazione, come quelle di Chanel - Lagerfeld, tanto per intenderci - dal deserto ai borghi medioevali fino alla Grande Muraglia cinese, dove mise letteralmente 'en-scène' la spettacolare collezione del 1979, aprendo la strada alle generazioni successive di creativi e stilisti di moda.
Dall’abito nero con collo alla coreana dei Beatles – un vero must/divisa - agli abiti piccoli con zip ed oblò che celebrano la libertà della donna, sue furono le possibili invenzioni ‘futuristiche’, ma, forse, sarebbe meglio dire post-futuristiche e pre-moderne, anticipatrici, sia a livello estetico che imprenditoriale, nel senso più ampio del termine, anche come mecenate, specie nei confronti della Cultura.
“La mia testa è sempre stata rivolta al futuro. Ho sempre creato per i giovani”, diceva di sé lo stilista che non perse mai il primo dei suoi interessi, la Moda.
Nel 2019 un 'docu-biopic' presentato alla 76ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ne aveva celebrato la vita e la carriera.
S’intitolava "House of Cardin" ed era stato presentato come evento speciale fuori concorso alle Giornate degli Autori.
Attraverso materiale inedito, ricostruzioni autorizzate, ricordi, memorie e racconti interviste esclusive a personaggi come Naomi Campbell, Jean-Paul Gaultier e Sharon Stone, l'opera ripercorreva i passi di un genio che ha rivoluzionato la moda internazionale e che continuerà, sempre, a far parlare di sé.
Monsieur Pierre Cardin, per l’occasione, era sbarcato al Lido per presentarla insieme con gli autori, i registi P. David Ebersole e Todd Hughes.
Del resto lui a Venezia era naturalmente di casa: di sua proprietà, infatti, Palazzo Ca’ Bragadin, comprato anni fa con la convinzione fosse stato abitato da Casanova.
Official trailer 'House of Cardin'