Domenica, 10/10/2021 - L’Arte per Pier Paolo Pasolini è stata nutrimento costante della sua immaginazione.
E la mostra che si è aperta da poco alla Fondazione Magnani-Rocca, nella splendida Villa di Mamiano di Traversetolo (Parma) per durare fino al 12 dicembre prossimo, intende proprio porre in evidenza la grande armonia del poeta-regista nei confronti di Musae Geminae quali la letteratura, il cinema, le arti figurative.
Ed in effetti, il progetto dell’esposizione – negli intenti dei curatori, Stefano Roffi e Mauro Carrera (catalogo Silvana editrice), è stato, in certo qual modo, rappresentare l’’eclettismo’ temporale, la dimensione ‘rinascimentale’ dell'artista, percorrendo, in un ‘iter’ di immagini, suoni e documenti, quelle che son state le linee del suo universo artistico e del suo pensiero, in particolare della sua critica della modernità, evidenziando anche quei nessi profondi e importanti che legavano il pensiero e la sterminata cultura di Pasolini alla più classica tradizione italiana ed internazionale della letteratura e dell’arte da cui mai si staccò.
Ed un magnifico ed imprescindibile punto di partenza di queste sue fondamenta intellettuali gli era derivato dalla lezione universitaria di Roberto Longhi, il grande critico e storico dell’arte che a Bologna era stato uno dei maestri suoi come del suo scopritore e sodale, Giorgio Bassani – non a caso pure lui ‘portato’ verso entrambi gli universi, quello letterario e quello artistico, ad un tempo.
E così Piero della Francesca, Andrea Mantegna, Giotto, Rosso Fiorentino, il Pontormo, Velasquez, Francis Bacon e soprattutto, forse, Caravaggio e la sua violenza artistica tale da rendere i quadri dell’uno ed i fotogrammi dell’altro veri e propri tableaux vivant fino all’ultimo, tragico, fondante, ‘esistenziale’ quello della morte del regista ad Ostia – ‘una morte caravaggesca’, come la definisce lo stesso Roffi – ‘dirigono’ la cifra stilistica ed iconografica del Cinema di Pasolini a sancirne quella eternità, e dunque, quella classicità che, da sempre, rendono la vera Arte, qualunque essa sia, immortale.
In mostra splendidi costumi realizzati per i film, prestati dallo CSAC di Parma ed indossati da attrici di rango come Silvana Mangano, Adriana Asti ed alcune, per lui, feticcio, quali Laura Betti, Anna Magnani e Maria Callas (Medea-Amore) e poi locandine originali dei film, al tempo spesso considerati scandalosi e quasi sempre vietati ai minori di 18 anni (grazia ad una censura che sta tornando ‘miope’ ai giorni nostri come allora), rare fotografie d’epoca e la galleria fotografica delle opere d’arte che Pasolini ebbe come riferimento, in accostamento alle scene tratte dai film, istantanee su pellicola, Arte allo stato puro.
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