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Piccole produzioni teatrali, grandi sentimenti al femminile

Piccole produzioni teatrali, grandi sentimenti al femminile

Roma a teatro - Storie di donne anticonvenzionali nelle produzioni dei Teatri Belli e Lo Spazio

Colla Elisabetta Martedi, 02/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010

Tra le piccole produzioni teatrali della capitale si segnalano alcuni spettacoli piuttosto interessanti, dedicati a donne di contesti ed esperienze diversi, messi in scena dalla stessa compagnia teatrale. Il primo, l’avvincente monologo “Il sogno di Ipazia”, scritto da Massimo Vincenti e rappresentato al Teatro Lo Spazio di San Giovanni per la regia di Carlo Emilio Lerici, è incentrato sulla figura di una fra le più note filosofe e matematiche dell’antichità. Ipazia, inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio, ed esponente di spicco della scuola neoplatonica, era figlia di Teone, rettore dell’Università di Alessandria, che le trasmise l’amore per la scienza e per i classici greci. “Mi sono entusiasmato studiando la storia di questa donna straordinaria - racconta il regista - ed ho iniziato a documentarmi fino a rendermi conto di quanto fosse moderno ed attuale il suo pensiero, Ero indeciso, per lo spettacolo, fra la strada dell’inchiesta giornalistica e quella della poesia: abbiamo scelto quest’ultima per celebrarne la memoria. Ipazia è stata una delle vittime dell’ondata di fanatismo scatenata da Cirillo. Lei rifiutò sempre di convertirsi, le offrirono anche del denaro ma la sua integrità morale la portò invece alla morte. Il suo omicidio ha rappresentato una delle tante, spaventose ingiustizie perpetrate nella storia, e inoltre la sua figura non è mai stata ufficialmente riabilitata.” Lo spettacolo racconta l’ultimo giorno di vita della studiosa quando, già braccata dai suoi detrattori (il fondamentalista Cirillo, dopo l’Editto di Teodosio, perseguitava i seguaci delle scienze considerate “pagane”) descrive il suo sogno di un mondo in cui la convivenza di tutti gli esseri viventi “sotto le stelle del cielo” e la tolleranza possano trionfare sull’oscurantismo ed il pregiudizio. L’arduo compito d’interpretare Ipazia era affidato alla brava Francesca Bianco, medesima, ispirata interprete di un altro monologo rappresentato presso il Teatro Belli in Trastevere, “Il viaggio a Buenos Aires: work in regress” (sempre diretto da Lerici), una pièce di diverso tempo e luogo con un’altra protagonista femminile sola in scena. Walerka è una donna segnata da un male tanto oscuro quanto devastante e senza ritorno: la perdita della memoria. Identità, coscienza e realtà si frammentano in mille rivoli, in oggetti e parole disintegrate, come parti di un puzzle impossibile da ricomporre. Lo spettacolo, che ha avuto successo in tutta Europa, è costruito su uno dei testi più interessanti delle autrici polacche Gabriela e Monika Muskala, due versatili sorelle - esperte in traduzioni di opere della letteratura tedesca - che scrivono con lo pseudonimo di Amanita Muskaria. Infine, da citare lo spettacolo Limbo, di Alessandro Fea, presentato sempre al Belli dalla Compagnia Teatrale Sofis, sull’amore impossibile fra Elena (l’attrice Agaia Mora), una donna paralizzata in ospedale da un incidente ed il suo infermiere (Gianluca Enria), affascinato dalla grazia e dalla vitalità di lei, nonostante tutto, un inno all’incontro oltre le barriere della fisicità e della convenzionalità relazionale, nell’imprevedibilità dei destini.



(2 febbraio 2010)

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