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Piazze reali e virtuali

Piazze reali e virtuali

Editoriale di maggio - Terremoti reali e politici in giro per il mondo

Bartolini Tiziana Lunedi, 02/05/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2011

La terra trema da mesi. E non solo in Giappone, per uno sciame sismico interminabile ed estenuante che tiene il mondo con il fiato sospeso nell'attesa di conoscere l'esito conclusivo del disastro nucleare di Fukushima.

Tutto un altro tipo di terremoto è quello che attraversa i paesi del Maghreb e del mondo arabo e che ha disarcionato i regimi di Ben Ali in Tunisia e di Mubarak in Egitto. Mentre in Libia la rivolta è diventata immediatamente una guerra civile, in altri paesi (Siria,Yemen, Bahrein) gli oppositori ai regimi occupano gli spazi pubblici con manifestazioni e proteste. Le forze dell'ordine talvolta lasciano fare, più spesso picchiano e uccidono. Nelle prigioni gli arrestati subiscono torture, denunciate dalle organizzazioni per i diritti civili. Le donne sono parte attiva di questi movimenti, ma i media non le raccontano nel loro specifico femminile. Ce le mostrano le immagini televisive: anche loro sono nelle piazze, con o senza il velo, in gruppo o insieme agli uomini. Non poche sono state anche uccise dalla repressione.

Sono le donne della Resistenza, che devono combattere una duplice battaglia: per la democrazia nei loro Paesi e per la loro libertà e dignità. Sanno che le due dimensioni sono inscindibili, ma sono consapevoli anche che non sarà facile superare un sistema patriarcale radicato e l'influenza del fondamentalismo islamico. Le realtà dei vari Stati sono differenti, ma i vincoli misogini non conoscono frontiere. Le donne lo sanno perchè hanno studiato e, velo o non velo, sono determinate a reclamare i loro diritti e vigilano per non perdere questa occasione. Il loro 'qui e ora' è adesso, e adesso vogliono riscrivere - insieme alle loro democrazie - anche la loro storia.

La loro alleata principale è stata la rete e i mondi che le connessioni - tra loro e all'estero – hanno aperto. Attraverso internet sono passate informazioni, ma anche passioni e l'idea che in tanti e tante si poteva essere più forti. Grazie ai blog e ai videomessaggi le rivolte hanno superato i confini nazionali, sbaragliando le censure governative e culturali. Il mondo è stato immediatamente al fianco di quei giovani e di quelle donne che sfidavano, e continuano ancora oggi, regimi e picchiatori.

Quelle donne e quei giovani stanno investendo intelligenza, cultura e coraggio nel futuro, rischiando in prima persona. Sono le staffette partigiane del terzo millennio, che hanno capito la funzione strategica della comunicazione. Oggi i messaggi non viaggiano in bicicletta nascosti in fondo alle sporte, ma di contatto in contatto si propagano in una dimensione virtuale. L'effetto, però, è il medesimo: muovere idee per muovere il mondo e costruire un futuro migliore.

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Un pensiero per Vittorio Arrigoni, il giovane cooperante che è stato brutalmente assassinato a Gaza. Era lì per praticare un pacifismo militante, vivendo accanto e insieme ai palestinesi la violenza quotidiana dell'embargo e dei blocchi al transito delle merci e delle persone. "Sono orgogliosa di lui" ha detto la mamma, sorretta da una forza radicata nel profondo delle scelte di vita che si operano. "Noi tutti condividiamo le sue idee", ha detto. E noi raccogliamo e rilanciamo il messaggio che Vittorio ha lasciato: 'vogliamo restare umani'.

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