A che punto siamo con l’applicazione della Piattaforma di Pechino? Nel nostro Paese siamo ad un punto morto! Del problema si è parlato per una settimana a Ginevra, nel Palazzo delle Nazioni Unite. D.i.Re è intervenuta sul tema dei diritti delle donne e del contrasto alla violenza maschile partecipando a due appuntamenti importanti. Il primo, che si è svolto dal 3 al 5 novembre, è stato il Forum delle associazioni non governative (Geneva NGO Forum on Beijing+20 UN ECE Review) organizzato da NGO Committe on the Status of Women of Geneva. Il secondo (Beijing+20 UN ECE Regional Review Meeting), che si è tenuto il 6 e 7 Novembre, è stato l’incontro dei rappresentanti dei 56 Governi membri della UN ECE (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite) sull’implementazione della Piattaforma di Pechino a 20 anni dalla sua adozione.
D.i.Re vi ha potuto partecipare in via straordinaria, in qualità di membro consultivo di EcoSoc (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite) e avrebbe avuto la possibilità di confrontarsi direttamente con gli esponenti del Governo italiano chiamati a relazionare sullo stato dell’applicazione della Piattaforma di Pechino in Italia. Ma il confronto non c’è stato. Il Governo italiano non era tra gli iscritti ad intervenire sui vari temi. Un delegato del Dipartimento per le Pari Opportunità ha solo letto un comunicato in cui ha ribadito l’impegno prioritario dell’Italia in tema di diritti e di violenza contro le donne sia nel contesto nazionale che internazionale, soprattutto durante il semestre europeo. Ha ricordato la ratifica della Convenzione di Istanbul ed ha anticipato il lancio del progetto “Five Men”, che in Italia avverrà il 25 Novembre, in accoglimento della raccomandazione internazionale di coinvolgere uomini e ragazzi nella prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne.
Ma oltre alle dichiarazioni di buoni propositi contro la violenza alle donne, non c’è stato altro. I proclami e le iniziative di sensibilizzazione non potranno colmare le lacune di una politica che resta frammentaria e approssimativa. Nel comunicato del nostro Governo non è stata fatta alcuna menzione del Piano nazionale antiviolenza, che, scaduto nel 2013, non è stato ancora rinnovato. Tantomeno è stato fatto alcun riferimento alle associazioni della società civile che, così come è stato sottolineato durante il Forum delle NGO (Organizzazioni non governative), sono il cardine indispensabile e trasversale per gli interventi di sostegno alle donne vittime di violenza maschile.
Le raccomandazioni del Forum delle organizzazioni non governative e quelle dell’UN ECE, insieme alle revisioni nazionali e regionali sull’applicazione della Piattaforma di Pechino, saranno presentate nel marzo del 2015, durante la 59° Commissione sullo Stato delle donne che si terrà a New York. In quell' occasione D.i.Re presenterà un proprio documento sull’inadeguatezza della politica italiana in tema di contrasto alla violenza contro le donne, che si discosta fortemente da quello “ufficiale” formulato l’estate scorsa dal Governo italiano e presentato a UN ECE. Le più forti criticità riguardano la mancanza di un Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne, il mancato rinnovo del Piano Nazionale antiviolenza, scaduto nel novembre del 2013, la mancanza di case rifugio e le difficoltà dei centri antiviolenza privi di finanziamenti e a rischio di chiusura.
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