Strategie private - Sono Angela, gestisco da oltre trent’anni un esercizio commerciale
Melchiorri Cristina Domenica, 13/01/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2013
Sono Angela, gestisco da oltre trent’anni un esercizio commerciale di estetica, nel centro di Milano. Ho avuto fino a quindici dipendenti, che nel corso del tempo sono cresciuti professionalmente e alcuni di loro hanno seguito la loro strada. Ora siamo rimasti in otto, me compresa. Lo so che sono momenti difficili per tutti, e che il calo del lavoro c’è per tutti. Ma quello che è più mi amareggia è che la mia banca, che mi conosce molto bene e dall’inizio dall’attività e per questo sa che sono affidabile, ora ritiene il bilancio di previsione 2012, preparato dal mio commercialista, sia insufficiente per darmi supporto, cioè quel polmone di flessibilità di cassa che mi ha sempre consentito di pagare puntualmente i miei dipendenti. Non voglio gettare la spugna e chiudere l’attività. Mi metto nei panni anche delle persone che lavorano con me e che faticherebbero a trovare un’alternativa nell’immediato. Cosa consiglia?
Angela Catanesi, Milano
Cara Angela, è sotto gli occhi di tutti che le banche in Italia non solo non supportano lo sviluppo economico, ma con un atteggiamento scioccamente prudente, anzi diffidente, rischiano di affossare anche le aziende che stanno reggendo la tempesta di questa pesante crisi. Le banche utilizzano il denaro dei loro clienti risparmiatori, cui riconoscono tassi di interesse del 2-3%, e vendono quel denaro al 9% ad altri clienti, spesso richiedendo anche fideiussioni personali e ipoteche per importi ben più elevati dell’effettiva somma a copertura del rischio. Cosa ti consiglio? Intanto di predisporre un bilancio di previsione più ottimistico e organizzato per reggere al vaglio distruttivo degli indicatori della banca. Un o una professionista con esperienza conosce bene questi meccanismi e sa che non sempre 3-1 fa 2. Se non è la persona che ti segue attualmente, cambia professionista. Certamente, cara Angela, cambia banca. E coraggio, non essere amareggiata, perché la sopravvivenza delle nostre aziende è una partita che stiamo giocando tutti, con grande fatica, ma vale la sfida. La tua e la nostra capacità, vitalità e determinazione vinceranno. Ne sono sicura.
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