Login Registrati
Più A.R.I. chiede

Più A.R.I. chiede "Una dimora per rifiorire"

DITELO, uno spettacolo che è testimonianza contro il femminicidio e un progetto "Una dimora per rifiorire" . Si cercano adesioni...

Lunedi, 07/10/2013 - Più A.R.I. chiede "Una dimora per rifiorire"

I centri anti violenza in Italia hanno una distribuzione sul territorio nazionale non uniforme, purtroppo, anche per questo fenomeno, la penisola è divisa in due. L'associazione Più A.R.I. (+azioni +relazioni +iniziative) vuole rispondere a questa mancanza con concretezza lanciando il progetto "Una dimora per rifiorire" per la nascita di centri anti violenza nei territori dove ci sono carenze di strutture di accoglienza per donne che subiscono abusi.

Si parte dalla Campania, in questa regione ci sono diversi centri di ascolto e consulenza legale ma ci sono pochissime strutture di accoglienza che garantiscono in tutto 30 posti letto, circa, per tutto il territorio campano; troppo poco rispetto alla reale esigenza.

Ad Avellino, dove risiede l'Associazione Più A.R.I, non c'è nessun centro di accoglienza per donne maltrattare; uguale sorte tocca a Benevento e a Salerno. L'obiettivo del progetto "Una dimora per rifiorire" è quella di mettere in moto azioni ed energie positive che mirino all'apertura e al sostegno di centri antiviolenza in territori che ne siano sprovvisti. La violenza sulle donne non è un fenomeno straordinario, purtroppo la ricorrenza degli eventi ci fa riflettere su un fenomeno endemico che ha bisogno di strumenti reali e continui per essere affrontato.

Più A.R.I si propone di svolgere un ruolo di animatore territoriale di rete e, attraverso il contatto con attori locali ed istituzionali, promuove il progetto per renderlo maggiormente condivisibile nella nostra regione e anche fuori dal nostro territorio.

Non solo un obiettivo di sensibilizzazione, quindi, anche un progetto concreto da toccare con mano. Le donne che subiscono violenza hanno principalmente bisogno di un rifugio dove ritrovare lucidità e benessere fisico e psichico. I veri centri di assistenza legale e di consulenza assolvono un ruolo importante, ma purtroppo non sanno come affrontare l'emergenza. Quando non ci sono case protette le stesse istituzioni coinvolte in questo problema, ( Asl, Questura, centri sociali, associazioni) non sono in condizioni di completare la propria opera di supporto.

Il Progetto si basa su due direttrici: una pratica e diretta, l'altra di sensibilizzazione e di diffusione di buone pratiche territoriali.

La prima ha previsto l'apertura di un fondo su cui convogliano risorse provenienti da attività che le socie ed i soci dell'associazione più A.R.I. mettono in campo. Un fundraising che si avvale anche della partecipazione di commercianti ed imprenditori illuminati. Collegata all'azione di reperimento fondi, la principale azione di sensibilizzazione, è interpretata da un Laboratorio teatrale “VerniceFresca” Teatro dove giovani attori hanno messo in scena uno spettacolo teatralizzando storie di donne che hanno subito violenza.

“Ditelo” è il nome dello spettacolo. Non si rimane indifferenti a vederlo, il messaggio è diretto, non filtrato, la sofferenza è urlata senza mediazione, arriva dritta al cuore.

Questa è l'emozione che trasmette , dalle parole di una spettatrice ...

"Non c’è aria! Non riesco a respirare. La serata dovrebbe essere piacevole eppure… Perché non posso? Perché sembra che la cassa toracica faccia fatica ad aprirsi? E’ stretta! Tanto stretta che anche il cuore sembra chiudersi in una morsa. Provoca un dolore strano, inenarrabile, incomprensibile, colpevole, senza parole e senza speranza. Sto assistendo ad uno “spettacolo”, uno come tanti altri. O meglio, credo di assistere allo spettacolo. Si parla di violenza, violenza sulle donne: ce ne sono tanti in tour per l’Italia. Ma quelle cinque voci, fanno un eco che ti trafigge l’anima, la lacera, compromettendola seriamente ed irrimediabilmente. E’ sì una rappresentazione particolare, per un’occasione speciale e per un intento straordinario, ma non riesco a controllare il mio corpo, la mia mente, la mia anima. “VerniceFresca”: si chiama così, il Laboratorio teatrale che parla di Anna, Stefania, Marisa, Clotilde, Marta, Angela, Pina, Sara, Carmina, Antonella, Elisa, Marta, Fabiana, Paola, Germana. Si raccontano storie e a farlo sono Jessica Festa, Rossella Massari, Arianna Ricciardi, Michelangelo Belviso, Martha Fest e Danilo Berardino nel più assoluto anonimato, nascondendosi dietro quelle lignee sagome di donne senza un volto, senza identità dove la dignità dell’essere si confonde nella gogna dell’indifferenza. Però, io so che si sta parlando di Marta, Clotilde, Sara, Germana, Antonietta…. Massimiliano Foà,, il regista, questa volta, non ha allestito una favola; non è un melodramma shakespeariano. Foà, questa volta, conduce, drammaticamente, i fili di una brutta realtà, in un apparente ordine quotidiano. E’ tutto vero! Ed è disordine dentro e fuori di me! Come si può’!… 49 anni, 37, anni 21 anni, 84 anni, 50 anni, 63 anni, 73 anni, 4 anni, 40 anni, 33 anni, 47 anni, 19 anni, 23 anni, 45 anni, 67, 36 anni, 27 anni, 8 anni… Non sono numeri, non sono statistiche, non sono dati. Sono le centinai di mie sorelle che ogni giorno subiscono violenza; solo le centinaia di creature, innocenti, che perdono la vita per il semplice fatto di essere nate femmine............"



guarda il trailer http://www.youtube.com/watch?v=tSMCg8Ts34A

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®