A tutto schermo - Il celebre fumetto dell’artista iraniana Marjane Satrapi al cinema
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2008
Tutti, davvero tutti, dovrebbero leggere la bellissima graphic novel ideata e realizzata dalla disegnatrice iraniana Marjane Satrapi, classe 1969, che oggi vive e lavora a Parigi pur senza mai dimenticare la sua Teheran, le sue origini né il paese in cui è nata e cresciuta. ‘Persepolis’ è divenuto anche un bellissimo film, già in sentore di cult ancor prima di uscire, scritto e diretto dalla stessa Satrapi e da Vincent Paronnaud, e ha avuto il premio della giuria all’ultima edizione del festival di Cannes. In Persepolis, Marjane racconta, con incredibile poesia e sentimento, la sua autobiografia e, al tempo stesso, attraverso gli occhi di una bambina, poi adolescente e infine donna, traccia la storia del suo paese e del suo popolo, oppressi da regimi totalitari (prima lo Scià, poi gli Ayatollah) nonostante il desiderio di vivere liberi e le speranze riposte inizialmente nel cambiamento di governanti. Il tratto di Marjane - infantile, surreale e raffinato - tradisce interamente l’amore per la sua famiglia e la nostalgia per le persone care e per il paese che difficilmente potrà rivedere: l’adorata nonna, trasgressiva ed ironica, rifugio nei momenti più bui, che le ha lasciato indelebili istruzioni per la vita; gli straordinari genitori, intellettuali pacifisti, sempre pronti a sostenere la figlia nelle avversità e gli amici perseguitati dal regime; lo zio comunista, idolo della nipote, costantemente imprigionato e braccato dalla polizia. Marjane è una bambina curiosa e comincia presto la sua crisi nei confronti delle istituzioni e della religione. Gli insegnamenti laici della sua famiglia si mescolano alle fantasie adolescenziali e a poco a poco inizia la ribellione verso la cultura di regime circolante nelle scuole, finchè, a causa dell’intensificarsi delle rigide regole imposte dai pasdaran della rivoluzione, i genitori non decidono di mandare Marjane a studiare a Vienna. In Europa, i chiaroscuri dell’adolescenza e della vita da esiliata, i primi amori, la solitudine e la ricerca del proprio ruolo nel mondo, sono descritti con toni ora drammatici, ora ironici, ora malinconici. Marjane tornerà nel suo paese per poi distaccarsene definitivamente con il trasferimento a Parigi alla ricerca della propria strada umana e professionale. Oltre alla bellezza dei disegni (il film è realizzato all’antica, immagine dopo immagine, niente digitale), colpisce in Persepolis la profondità dei contenuti e lo sguardo offerto sul normale quotidiano degli iraniani “comuni”, in equilibrio tra il desiderio di vivere in pienezza e dignità e la repressione del fondamentalismo, col cui marchio troppo spesso civiltà millenarie vengono distrattamente e genericamente bollate. La Storia di Marjane, intensamente espressiva, ci fa riflettere e ci fa piangere al là di ogni credo politico. In Francia il film è stato doppiato da Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve, mentre la versione italiana ha avuto le voci di Paola Cortellesi, Licia Maglietta e Sergio Castellitto. In Iran il film è stato censurato e la Satrapi bollata di atteggiamento antireligioso, antiraniano e comunista. Vedere questo film è come sentire il profumo dei gelsomini dell’Iran, che la nonna di Marjane metteva nella biancheria, o dei fiori del nostro paese, annusando a pieni polmoni il preziosissimo aroma della libertà.
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