Teatro di Documenti - Tre monologhi dal testo di Anna Ceravolo
Marilena Menicucci Martedi, 10/11/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009
Tre monologhi di tre donne diverse e con tre storie differenti, che hanno in comune il nome e un destino da omicida. La bellezza del testo di Anna Ceravolo sta nel tono alto della passione dei tre linguaggi (il mistico, il regale e l’onomatopeico), con cui vengono raccontate le circostanze, che portano le tre donne a subire così tanta violenza, da essere costrette al gesto estremo nei confronti dell’aguzzino, confermando la condanna sociale, invece di trovare la liberazione. Domitilla Colombo è l’unica solida protagonista, capace d’interpretare tre personalità, diverse per linguaggio, competenze, condizione sociale e modo d’essere e d’esistere, facendo vivere l’identità d’ognuna con grande forza sul palcoscenico, davanti e dentro lo spettatore, senza confusioni, né incertezze. Una giovane e grande attrice. L’essenziale originalità delle scene, dei costumi e dell’allestimento di Carla Ceravolo sostengono e rafforzano l’intensità dell’interpretazione. La condizione della donna, quando, capace e competente, mette in pericolo la supremazia e il potere maschile, è vestita e situata con una verità ironica: abiti di pura invenzione, con materiali naturali; luoghi cupi, rischiarati da piccole lampadine natalizie, significativi di una posizione nel mondo, dove esterno e interno coincidono. Il suono dell’arpa dal vivo di Silvia Minardi ha l’apparente funzione di spezzare e riempire il tempo, che intercorre fra una storia e l’altra, ma è anche un’invenzione utile allo spettatore, per rimanere vigile nell’ambito artistico dell’ignoto, dell’invisibile e di quanto supera l’evidente, con un forte sospetto di verità. Tutto contribuisce a dare semplicità e complessità, chiarezza e splendida oscurità ai tre dirompenti monologhi: il coordinamento musicale di Emanuele Patti, le luci di Piero Taddei, l’assistente alle scene Simone Trezzi e le azioni sceniche di Sabrina Ceccobelli e di Pasquale Crispino. Solo negli spazi bianchi, inediti, sotterranei e comunicanti del Teatro di Documenti (Roma) è possibile uno spettacolo così itinerante, dove figure, nate dal sogno e dal mito accompagnano lo spettatore dentro i meandri dello spazio, del tempo, della storia, dei monologhi e dell’anima. La sua anima.
Lascia un Commento