Una vera e propria Controriforma, si sta attuando nei riguardi della Carta dei diritti del cittadino, frutto anche del sacrificio dei partigiani caduti durante l’occupazione nazifascista. Il popolo si espropria di democrazia e del diritto di scelta.
Sabato, 02/07/2016 - Una vera e propria Controriforma, quella che si sta attuando nei riguardi della Carta dei diritti del cittadino, frutto anche del sacrificio dei partigiani caduti durante l’occupazione nazifascista. Il Senato non sarà abolito, ma i senatori, scelti con criteri misti e ambigui, saranno ridotti a 100, non perderanno l’immunità e il risparmio annuale sarà di circa 30-40 milioni di euro: ridicolo se si considera che attualmente la Camera dei deputati costa circa un miliardo e mezzo e il Senato mezzo miliardo. In proporzione, si spende molto di più per il super jet personale di Matteo Renzi che peraltro dovrà essere smontato e riorganizzato per le sue esigenze (sala riunioni, camera da letto, etc.). Così Giovanni Capobianco, Presidente provinciale dell’ANPI, che ha promosso a Grottaminarda, l’incontro-dibattito La difesa della Costituzione è dovere del cittadino. Quando le grandi oligarchie finanziarie chiedono agli Stati di smantellare le Costituzioni, bisogna opporsi e votare No! Ormai i territori e le loro esigenze, contano sempre di meno: non hanno libertà di scelta, delegata allo Stato centrale in un neoliberismo che affonda le radici nei governi Berlusconi, perpetrato da Monti e ora da Renzi, ha evidenziato Giovanni Montesano, del Coordinamento irpino No Triv. Aleandro Longhi, già senatore e deputato, ma anche nipote dell’omonimo partigiano trucidato dai nazifascisti, ha menzionato una recente lettera indirizzata al ministro della difesa Pinotti, in cui le ha “ricordato” il ruolo dei partigiani nella difesa della libertà. Ha sottolineato inoltre, come a suo tempo, in dissenso con la nascita del Pd si sia dimesso, scegliendo di restare a Sinistra. Anche Sinibaldi Di Paola, ex sindaco di Flumeri, ha rimarcato come, pur avendo aderito al Pd, non si sarebbe mai aspettato che quel partito nel quale aveva riposto valori di sinistra, arrivasse a tanto! L’avvocato Nicola Cicchetti ha ricordato come l’iniziativa abbia coinciso con l’entrata in vigore dell’Italicum, altro obbrobrio del Governo Renzi, che sta promuovendo le sue riforme invadendo i media con pubblicità e menzogne. La Costituzione, non solo non si sta attuando, ma si sta smantellando e, se malauguratamente, la riforma dovesse passare, si attuerebbe una democrazia autoritaria, una sorta di dittatura dalla parvenza democratica, che con un neologismo, potremmo definire “democratura”. Floriana Mastandrea, giornalista e rappresentate di SI, ha evidenziato che la riforma non riduce i costi, non migliora la qualità dell'iter legislativo, ma scippa la sovranità dalle mani del popolo, per poi soffermare l’attenzione sul ruolo dei mass media sull’argomento. I filogovernativi, per lo più tacciono o ne parlano in maniera marginale, il Fatto Quotidiano, apertamente schierato per il No, sta invece conducendo una battaglia con interviste a costituzionalisti ed esperti e l’annuncio di libri sull’argomento, come quello di Gustavo Zagrebelsky e Francesco Pallante, Loro diranno, noi diciamo, che è anche un manifesto anti rottamazione, redatto da un “professorone” e dal suo allievo. Ma quanto interessa agli Italiani la riforma costituzionale? Secondo un sondaggio eseguito il 3 maggio per la trasmissione Di Martedì, al 6%, meno di un mese dopo, al 4%: più si parla di riformare la Costituzione, più il popolo la ritiene inutile. Ma è anche dannosa, come ben spiegano i due professori, che ne analizzano le insidie nascoste, i pericoli, la confusione. Per non parlare della “tecnicalità” con la quale si è svolto il processo di approvazione della legge di revisione, tra scorciatoie parlamentari di ogni tipo. Paolo Prodi, storico e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, in un’intervista, ha definito la legge di revisione Renzi-Boschi, incomprensibile, un bitorzolo confuso che cresce sulla Costituzione. Gianni Villani, della CGIL di Grottaminarda, nel suo appassionato intervento, ha rilevato come positivo il fatto che anche il centrodestra voti No alla riforma, ma ha anche rimarcato come percorsi così distanti, non si possano accomunare o confondere con la storia e la cultura politica dell’ANPI e della Sinistra. Il sen. Luigi Marino, del Comitato Nazionale ANPI, nel sottolineare che l’ANPI non è un partito ma un’associazione antifascista, contraria allo stravolgimento della Costituzione, ha evidenziato come il disegno di legge di riforma della Parte II della Costituzione sia inaccettabile, sia per il metodo che per i contenuti. Ancor più in quanto sinergico all’Italicum, la legge elettorale recentemente approvata (52/2015), che all’azzeramento del Senato, aggiunge l’indebolimento della rappresentatività della Camera dei deputati. Le modifiche della Costituzione e l’approvazione della legge elettorale, sono contrassegnate da un disegno che concentra il potere nelle mani dell’esecutivo, riduce fortemente il ruolo dei contrappesi istituzionali, rende inefficace la rappresentanza politica, tenta di imbavagliare il dissenso e di imporre al Paese le decisioni del governo. Il popolo rimane l’ultimo depositario della legittimità costituzionale e l’ultima risorsa in grado di salvare la democrazia rappresentativa del nostro Paese. Salvaguardare la democrazia oggi, è garantire la propria libera voce domani: per questo al referendum è necessario votare No.Articolo*
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