Udi - Raggiunto e superato il traguardo delle 50.000 firme, una riflessione sulle ragioni della diffidenza delle donne a firmare
Valentina Sonzini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
Sul perché vogliamo continuare a contare sulle donne, contarci per davvero, non ho una spiegazione precisa. Più che altro credo che come gruppo (Udi) la nostra vocazione sia anche quella di dare fiducia e di continuare a darla oltre ogni ragionevole dubbio.
Sul perché le donne non firmano ai banchetti del 50&50, invece non so darmi una spiegazione valida per quanto imprecisa, una risposta che soprattutto mi rappacifichi con me stessa e con le altre. Con la fine di novembre si chiude la campagna per la promozione di un’iniziativa, appunto quella del 50&50, che ha bisogno di cinquantamila firme perché possa essere presentata, e quindi essere valida come proposta di legge.
Cinquantamila firme non sono poche, non sono tante. Di certo ne servono almeno sessantamila per essere sicuri che il risultato sia stato raggiunto e sia quindi garantito.
Cinquantamila firme non sono molte se relazionate alla popolazione votante, ma soprattutto al numero di donne con diritto di voto sul suolo italiano. Sì perché io credo che questa, come molte altre, sia una campagna tutta nostra, di noi donne. Una campagna nella quale possiamo, e dobbiamo, coinvolgere anche gli uomini ma che, a mio avviso, è corretto che rimanga connotata al femminile. Un po’ perché l’abbiamo voluta noi, perché siamo innanzitutto noi che avvertiamo la necessità pressante di esserci e di contarci – e non gli uomini, anche i nostri presunti vicari buoni solo a proporsi come vessilli della parità e, in definitiva, demagoghi travestiti da “pari opportunità”. E un po’ perché se dimostriamo di esserci, di sentirlo come nostro questo impegno, riusciremo a coinvolgere con maggiore facilità anche “l’altra metà del cielo” in questa riaffermazione democratica della partecipazione alla vita politica, e non solo.
Cinquantamila firme però non sono neanche poche. In primis perché in questa campagna Udi in diversi ambiti geografici non è stata appoggiata da altre associazioni femminili o femministe. E in secondo luogo, perché le donne non firmano.
Sì, proprio così. Le donne non firmano, o meglio, firmano con diffidenza, non si lasciano convincere. Peggio, delegano al marito (al marito?) l’incombenza.
È possibile che questo avvenga? Che per affermare un proprio diritto, quello di contare esattamente come un uomo, la donna vada convinta?
Ho tentato di darmi una spiegazione, di generalizzare per trovare una risposta calzante al contesto ferrarese nel quale, con altre compagne, ho raccolto firme.
Se le divido per categorie generazionali queste donne per le quali cerco strenuamente una prospettiva futura migliore, si dividono in: giovanissime, in donne come me al primo matrimonio al primo figlio e all’ennesimo lavoro con contratto a progetto, nelle cinquantenni e nelle anziane.
Quest’ultime firmano sempre. Donne “d’altri tempi” e d’altre lotte accettano volentieri di schierarsi ancora. Le giovanissime, a parte rare eccezioni, vivono nel favoloso mondo di Amélie. Non si sa, e non sanno, se ci sono o ci fanno e in definitiva abbassano i loro pantaloni sui fianchi e scansano disinvoltamente il banchetto.
Di quelle come me alle feste dell’unità e ai mercati ferraresi del lunedì mattina se ne vedono ben poche. O dormono, la sera, o sono già al lavoro, alle dieci, quando allestiamo il punto di raccolta.
Ma parliamo delle cinquantenni. Inguainate in improbabili jeans o cotte come bietole, s’offendono se le fermi, fanno finta di non averti vista, o dicono di aver già firmato (ma dove? forse per la raccolta punti del supermercato all’angolo...).
Scenario difficile, complicato e variegato!
Accanto alla fauna femminile gli uomini sono spesso più interessati, informati. Si lasciano fermare insomma. Non tutti intesi, ma tanti, comunque.
E allora? Crisi di genere? Crisi di identità?
O piuttosto un sano e generale disinteresse? Che tanto le donne non hanno tempo per la politica, e son tutte balle che se una vuole impegnarsi non ci riesce, etc. etc. (metteteci pure quello che volete!)...
Speriamo di farcela, cosa volete che vi dica?
Speriamo che queste cinquantamila firme ci arrivino, in parlamento.
Speriamo che le donne, tutte le donne, abbiano voglia di crederci in questo 50&50.
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