Martedi, 02/07/2013 - Bloccare la nomina di Daniela Santanché, donna forte del PdL, alla vicepresidenza della Camera dei Deputati?
Dicono sia troppo cattiva, troppo perfida. Ricorderebbe Crudelia De Mon. Eppure lo stesso dubbio, soprattutto tra gli oppositori del Partito Democratico, nessuno se lo è posto quando si trattava di eleggere Maurizio Gasparri e Roberto Calderoli vicepresidenti del Senato.
Gasparri diceva che il fascismo non è una parentesi oscura della storia. Dichiarava poi che il fratello di Salvatore Borsellino non ne avesse stima. Calderoli invece denunciava il “ricettacolo di culattoni” creato dalla “civiltà gay” in Padania, ritornando a usare in altre occasioni più volte epiteti omofobi. Indicava i cristiani di sinistra come schierati con il demonio. Era quello dei bingo-bongo parlando del voto agli immigrati, per intenderci.
Perché qualche decina di giorni fa tutto veniva dimenticato votandoli? E ora invece per Santanché si dovrebbe fare un’eccezione? Se si è scelto di fare un governo di coalizione bisogna mettersi in testa che le persone bisogna farsele piacere. E guarda caso la prima a saltare in ambito parlamentare dovrebbe essere proprio una donna…
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