Indagine sulle discriminazioni in Europa - L'anno europeo 2007 si concentra sulla lotta alle discriminazioni basate sul genere, la razza o l'origine etnica, la religione o la diversità di opinione, la disabilità, l'età o gli orientamenti
Rosa M. Amorevole Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007
"I cittadini hanno il diritto di godere di un uguale trattamento e di vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione - ha dichiarato Vladimìr Spidla, Commissario europeo per occupazione, affari sociali e pari opportunità, annunciando - per un anno intero, insisteremo sulle pari opportunità e sui benefici per l'Europa di una società fondata sulla diversità".
Eurobarometro, per l’occasione, ha diffuso i dati relativi ad una indagine condotta su 24.796 persone a livello comunitario (di cui 1.019 italiani/e) sulla percezione in merito ai fenomeni di discriminazione ed alle azioni di contrasto possibili.
Tra i dati leggiamo che in Italia il 48% (contro il 62% del dato europeo) degli intervistati ha un/a amico/a i conoscente disabile o di religione differente (48% contro il 62% europeo) o di differente origine etnica (47% contro il 55% della UE). Meno conosciuti/frequentati sono omossessuali (28% contro il 35% europeo) e Rom (7% contro il 12% europeo).
Gli italiani ritengono che le discriminazioni, in particolare quelle in base all’origine etnica (78% gli uomini, 75% le donne) o all’orientamento sessuale (73% per entrambi) siano molto diffuse, seguite da quelle verso i disabili (68% per entrambi), in base alla religione/credo (64% per le donne, 59% per gli uomini), al genere (57% per le donne, 55% per gli uomini) e all’età (50% per gli uomini, 47% per le donne).
Rispetto a 5 anni fa, e in misura maggiore di quanto non lo siano gli europei in generale, sono convinti che si siano maggiormente diffuse le discriminazioni: da un incremento del 38% per quelle basate sull’età al 57% per quelle basate sull’origine etnica. Forse un maggior numero di donne (71% per gli italiani, 77% per gli europei) nel management, potrebbe rappresentare un mezzo per contrastare tali fenomeni. La Scuola e l’Università, i media, i Governi nazionali, le aziende e i genitori possono giocare un ruolo importante nella lotta alla discriminazione.
Il 33% degli italiani (37% gli uomini , 29% le donne) sa quali sono i propri diritti nel caso si trovasse in condizione esserne vittima. Preoccupa ancor di più il 45% (45% degli uomini e il 46% delle donne) di chi non conosce tali diritti. Il 53% (54% degli uomini, 52% delle donne) ritiene che non si faccia abbastanza contro le discriminazioni, soprattutto i più giovani e chi ha amici disabili o con diversa origine etnica.
Sono dati interessanti, fonte di riflessione. Innanzitutto in merito alla percezione diffusa che i fenomeni discriminatori siano tra noi e che vadano nel tempo peggiorando. Senza scordare la necessità di ampliare il livello di conoscenza in merito ai diritti garantiti dalla normativa vigente e alle istituzioni preposte alla loro tutela ed a sostegno di cittadine e cittadini.
(22 marzo 2007)
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