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Per un'Italia dei diritti, votiamo NO

Per un'Italia dei diritti, votiamo NO

Referendum/ Intervista a Lella Costa - "Se si mettono in discussione i servizi, la sanità e la scuola sono le donne le prime a rimetterci"

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006

"E' una riforma spaventosamente pericolosa per i diritti di tutti, per l'uguaglianza e soprattutto per le donne. Un Paese che non ha uno stesso ordinamento scolastico, una stessa sanità e Polizia è un Paese che fa paura, dove si verrebbero a creare ingiustizie e differenze tra regioni e cittadini". L'eloquio efficace di Lella Costa, attrice impegnata nel sociale, è prezioso per dare valore aggiunto alle ragioni del No al Referendum.

Perché le donne in particolare hanno interesse a votare No?
Perché quando si mette in discussione la centralità dei diritti per i servizi, la scuola e la sanità le donne ci vanno di mezzo subito. Noi più di tutti abbiamo bisogno di sostegni sociali e nel momento in cui venissero a mancare o divenissero più discrezionali, prima o poi saremmo noi a pagare il prezzo più alto. E' stato sempre così e a maggior ragione con la crisi in atto. Varrebbe la pena di fare una riflessione al femminile nel merito del quesito referendario e anche sul piano del metodo: deve valere il principio che una Riforma Costituzionale non può essere fatta a colpi di maggioranza, senza un lavoro di conciliazione delle diverse anime.
E' importante che noi donne facciamo valere la rete che abbiamo messo in piedi quest'anno, penso a Usciamo del silenzio, penso a come è stato forte, efficace ed efficiente il passa parola su temi che ci stavano a cuore e anche questo tema ci deve stare a cuore.

Secondo Lei perché la Costituzione non va cambiata ?
Qualche settimana fa ho partecipato ad una marcia per la Costituzione organizzata dalla Provincia di Milano. C'erano seimila ragazzi ed era molto forte l'idea di un passaggio di testimone sui valori. La Costituzione è stata il prodotto di un momento estremamente significativo della nostra storia. Non dimentichiamo con che clima è stata redatta, con quale attenzione, con quale progetto di mondo. Non siamo stati capaci di realizzarla, e vero, ma non per questo bisogna buttarla via. Siccome non si è riusciti a mettere in pratica alcuni articoli della Costituzione allora si cambia.... mi sembra molto poco elegante

Però qualche cambiamento in questo Paese bisognerà pur farlo. Da dove si comincia?
Io non sono anti-partiti e non faccio parte di quella ventata delle presunte novità che in questi anni ci hanno vessato, ma è sicuramente vero che nella autoreferenzialità e nell'inevitabile corporativismo dei patiti ci sono delle pecche gravissime che allontanano sempre di più la politica dal Paese, soprattutto che le impediscono di essere trainante rispetto alla realtà, di dare delle indicazioni. Avvilente le poche donne nel Governo, oppure pensiamo ai Pacs... il Paese è pronto, è già avanti semplicemente perché queste cose capitano nella vita delle persone indipendentemente dagli schieramenti politici o ideali. E' ora che la politica torni ad avere una funzione trainante, che sappia interpretare e guidare le progettualità e i pensieri di un Paese.

Gli italiani sembrano così lontani dal quesito referendario, non trova?
La data scelta è infame: il primo fine settimana con le scuole chiuse. Poi se ne parla poco e soprattutto il Referendum arriva dopo una serie di scadenze elettorali pressanti (politiche e amministrative). Vedo una distanza sempre maggiore tra istituzioni e vita delle persone ma spero che il governo riesca a dare informazioni chiare ed efficaci. Poi l'Italia è capace di fare anche delle sorprese, chissà...
(16 giugno 2006)

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