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Per una Milano da vivere

Per una Milano da vivere

Elezioni amministrative/1 - Il Forum delle donne ha elaborato un programma e ha chiesto all'Unione di farlo suo come progetto di governo della città

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

"Le donne di Milano sono più della metà della popolazione e questo fa di loro soggetti della politica, non una categoria debole da tutelare e rappresentano una straordinaria ricchezza in quanto sono presenti, più che in tutto il resto dell’Italia, nel lavoro dipendente, nell’imprenditoria, nelle professioni, nelle organizzazioni di volontariato e di partecipazione civile. Nonostante siano laureate e diplomate più dei loro coetanei e siano portatrici di talenti, creatività e valori spesso vedono chiuse le opportunità di emergere e di contare e subiscono ancora discriminazioni proprio a partire dai luoghi della politica e del potere economico". Il fermento che sta vivendo il capoluogo lombardo a partire dalla fine dello scorso mese di novembre è forte e, anche passando attraverso la grande manifestazione di gennaio, la presenza delle donne sulla scena politica sta assumendo connotazione sempre più intense. Dalle varie assemblee e incontri sono emerse richieste che hanno trovato sintesi in una serie di proposte per il programma elettorale dell'Unione e del centrosinistra in vista delle prossime elezioni amministrative. "Ci proponiamo di dare forza e visibilità, anche attraverso il nostro linguaggio, alle donne di Milano e vogliamo contribuire a governare questa città". Se esiste un problema del precariato nel lavoro o nella marginalizzazione sociale, ebbene sono le donne le vittime "nella città più cara d’Italia". Inoltre "sono donne le principali vittime di maltrattamenti, abusi e violenze". Il documento riconduce alla gestione della destra una situazione particolarmente aggravata negli ultimi quindici anni.
"Milano ha bisogno di un grande progetto per rinascere e guardare al futuro; ha bisogno, dopo i fallimenti della politica condominiale della destra, di un’altra politica che tenga insieme sogno e concretezza; Milano e la politica, ovvero “tutto ciò che riguarda la città”, hanno bisogno delle donne. Vogliamo una città in cui i e le giovani abbiano qualche possibilità di futuro, in cui anziani/e e vecchi/e siano meno soli/e e in cui donne e uomini condividano alla pari lavoro produttivo fino ai massimi livelli (dirigenziali e nei consigli di amministrazione), lavoro di cura e governo della città.
Ecco quindi le nostre proposte per Milano". Le donne di Milano chiedono una città bella da vivere con centro e periferie e quartieri dormitorio in cui "ogni sua parte acquisisca gli elementi qualitativi che caratterizzano una vera città: attività importanti dal punto di vista economico/produttivo e civico, possibilità di lavoro, begli edifici, luoghi belli e diffusi per l’incontro e per la cultura, piazze di quartiere riqualificate, verde ben curato, alberi e fiori e opere d’arte, servizi pubblici e privati di buona qualità in tutti i campi e ben diffusi sul territorio". Pensano in grande le donne di Milano e immaginano gli attuali Consigli di Zona come Municipalità, e cioè veri e propri Comuni "vicini ai problemi e alle possibili soluzioni, autonomi come poteri decisionali e come risorse per tutti i compiti di interesse locale quali la pianificazione urbanistica, la riqualificazione dei quartieri, la cura del verde di quartiere e degli spazi aperti, l'arredo urbano". La dimensione dell'associazionismo e del suo protagonismo è elemento costante nel progetto, che pensa a forme di "solidarietà sociale anche autogestite".
Insomma l'idea è quella di una città partecipata "in cui fioriscano la discussione pubblica e la partecipazione popolare alle scelte affinché gli e le abitanti si riprendano la responsabilità e la gioia di decidere come vivere la propria città" E' il caso, anche impegnativo, dell'urbanistica partecipata con "ascolto della cittadinanza - e in particolare delle donne - prima di decidere nuovi insediamenti e opere" oppure della "progettazione partecipata nei Contratti di Quartiere per la riqualificazione dell’edilizia popolare e a rilevanza territoriale più ampia (per progetti e tracciati di strade, ferrovie, trasporto pubblico di superficie, progetti di grandi impianti, grandi piani urbanistici, ecc)". In questa messe di richieste non poteva mancare il Bilancio partecipato comunale e di zona/municipalità "per decidere le priorità di spesa nei servizi e negli interventi a più diretto contatto con la popolazione" che, insieme a Comitati di controllo sull’erogazione dei servizi a rete (trasporti, acqua, energia) e al Consiglio comunale e consigli di zona/municipalità dei ragazzi e delle ragazze "come scuola di responsabilizzazione, partecipazione e solidarietà" completa la gamma delle possibilità di intervento diretto delle donne alla gestione della città. L'idea è quella di una 'città sana', attenta "all’ecosviluppo, all’avanguardia per la sostenibilità ambientale con l’aria più pulita, meno rumorosa, che recuperi e riusi i suoi scarti, che risparmi energia e usi le fonti rinnovabili. Una città che abbia il coraggio di riorganizzare radicalmente il modo di muoversi sia nell’area metropolitana sia in città, non dimenticando che le donne lavoratrici e/o madri sono responsabili, quasi sempre in prima persona, anche della cura dei familiari e devono potersi muovere rapidamente, efficacemente e col minor dispendio possibile di energia".
(27 maggio 2006)

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