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Per un welfare pubblico ed efficiente

Per un welfare pubblico ed efficiente

Intervista a Flavia Franzoni Prodi - L'idea armonica di una società accogliente e aperta al nuovo, capace di tutelare la persona

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

"Il sistema pubblico di welfare e, in particolare, i servizi di aiuto alle persone, per essere efficaci devono essere supportati da una comunità anch'essa capace di aiutare. Serve insomma il moltiplicarsi di legami tra persone, cioè una ritrovata capacità di vivere insieme". Con questo passaggio contenuto nell'introduzione del libro 'Insieme', scritto con Romano Prodi, Flavia Franzoni sintetizza la sua idea di Stato sociale. Ma quello che emerge nel corso dell'intervista è molto di più. E' l'idea armonica di una società accogliente e aperta al nuovo, ma al tempo stesso capace di tutelare i valori antichi, ma sempre attuali, del rispetto della persona. "Reciprocità, fiducia e identità sono gli elementi che costituiscono la comunità, come sostiene Bagnasco. Mi rendo conto che siamo di fronte ad una difficile sfida culturale e credo che le donne siano le più adatte a sostenerla perché proprio loro potrebbero trarne i maggiori benefici".

Si rende conto che questa ipotesi è il contrario della quotidiana indifferenza?
Lo so che è un discorso tra l'utopico e l'ingenuo, ma nella mia città, Bologna, queste cose sono state sperimentate ed è maturata la consapevolezza che ciascuno vive meglio se la comunità sta meglio. Non vengo da una pratica politica di genere, ma recentemente mi sono trovata a riflettere sul vissuto di tante donne. Due libri che riguardano la mia città natale, Reggio Emilia - 'Le ragazze di San Pellegrino' e 'Tra storia e memoria. La costruzione del welfare reggiano nel racconto delle donne' – illustrano molto bene l'intreccio tra esperienza concreta e presenza politica. Le varie ispirazioni culturali e anche le contrapposizioni con i loro partiti non hanno impedito a quelle donne di lavorare insieme per ottenere un sistema di welfare ancora valido. Ecco, trovo che sia un modello efficace che rappresenta un esempio del ruolo che le donne possono giocare nella politica. E' la vita quotidiana che, imponendo di passare continuamente dalla teoria alla prassi, stimola le donne ad essere più propositive e a tenere sempre presente la complessità. La sfida della politica oggi e nella capacità di trovare una sintesi tra il 'micro' e il 'macro'.

Il Welfare State è tutto dentro a questa dimensione, ma occorrono risorse...
Il welfare è stata la più grande conquista del ventesimo secolo e, modificando o razionalizzando, dobbiamo stare molto attenti a non perdere nulla. Non si può tagliare, anzi servono risorse ma occorre anche avere un'idea e l'impostazione del precedente governo dell'Ulivo è ancora valida. I principi su cui abbiamo ragionato con Livia Turco, Rosi Bindi e con Elsa Signorino, relatrice della legge 328, per definire un modello di welfare municipale e comunitario sono ancora validi e devono trovare piena applicazione. Tante le differenze tra le varie regioni, molto è ancora da elaborare per un migliore impiego e ridistribuzione di risorse e progettualità. L'esempio calzante è quello dei nidi, con la media nazionale del 6% rapportata al 26% nella mia città. I Comuni sono al centro di questo progetto in quanto portatori di un valore aggiunto all'idea socialdemocratica del Welfare, ancora valida. Indispensabile l'apporto del Terzo Settore, ma se il tutto non è calato in una comunità accogliente con relazioni positive, difficilmente i servizi potranno essere all'altezza. Penso ad un malato mentale: il suo inserimento a casa deve essere sostenuto anche da una rete sociale solidale: i vicini che aiutano, i negozianti che capiscono, la Parrocchia che lo accoglie, una polisportiva che lo inserisce in qualche iniziativa. Le due parole che rappresentano questo pezzo in più, Persone e Comunità, sono tipiche della cultura cattolica democratica. In questo contesto una questione non più rinviabile è rappresentata dalle precarie condizioni di lavoro degli operatori.


Come equilibrare tempi e qualità ?
In una visione a lunga scadenza si deve lavorare ad un'idea di comunità. E per la vita di comunità ci vuole un po’ di tempo. La flessibilità e la competitività nel lavoro stanno portando via tempo a uomini e donne, invece di aggiungerlo. Ciò non significa però che si debba ritornare a modelli del passato. Da una ricerca della Fondazione Einaudi, basata su indicatori della Banca mondiale, è emerso che l'Emilia Romagna ha il più alto indice di libertà economica. Dunque più servizi e comunità migliorano la vita delle persone e rendono più facile intraprendere, muoversi, crescere economicamente. E' bello pensare al welfare non solo come tutela, ma come condizione per liberare potenzialità e arricchire la comunità. Insomma, la sfida è conciliare sviluppo e innovazione con qualità della vita e buone relazioni tra le persone. E la conciliazione è nostro mestiere.
(17 maggio 2006)

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