Strategie private - Realizza i tuoi sogni con il piano strategico personale, ecco “l’officina” con gli attrezzi del mestiere
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005
“Sono un ingegnere di 52 anni, progettista di macchine automatiche, lavoro da oltre 15 anni nella stessa media azienda. Da tempo sono stretto nella routine del lavoro tecnico e senza prospettive di carriera né di crescita professionale. Da due anni sto rispondendo a varie inserzioni di imprese che cercano persone con la mia esperienza tecnica, ma per un verso o per l'altro le proposte, secondo me, non sono mai all'altezza: o l'azienda è troppo piccola, o troppo provinciale, la retribuzione non è allettante, i titolari mi sembrano inadeguati. Ora i miei attuali datori di lavoro, forse cogliendo il mio disagio, mi fanno una nuova proposta: di rilanciare l'azienda sul mercato tedesco, affiancando l’attuale area manager per sei mesi e assumendo poi la responsabilità diretta della società collegata in Germania. A questo punto Le chiedo qualche consiglio: come posso negoziare un nuovo contratto e quali richieste economiche e di benefit posso fare? Le confesso che sono molto riluttante, posso rifiutare? Come tutelarmi nel caso di una mia cattiva riuscita, come tornare indietro e riprendere il vecchio lavoro?”
Bruno Ciotti
Caro Bruno,
Ecco, questo è l’atteggiamento per andare incontro a un insuccesso? C'è una frase che si usa nei paesi dell'America Latina ed è "bruciare le navi". Quando Pizarro sbarcò con i suoi in Sud America trovò una terra così inospitale che i marinai cominciarono a litigare fra di loro per tornare indietro. Allora Pizarro, che era il comandante, andò sulla riva del mare e bruciò le navi. A quel punto i marinari furono costretti a fare di tutto per sopravvivere lì, perché non c'era più modo di tornare indietro.
Ho visto molte persone, soprattutto uomini, anche di buona esperienza e valore professionale, avere paura di cimentarsi con il cambiamento, pur desiderandolo vivamente. E fuggire a gambe levate di fronte ad un’opportunità concreta.
Anzi la maggior parte della gente vive la sua vita così, lagnandosi della propria condizione, ma senza avere il fegato di alzare un dito per cambiarla. Per opportunismo, per pigrizia, fingendo a se stessi di non avere trovato l'occasione giusta.
Le donne si comportano spesso con più coraggio. Ma come si fa a decidere?
Prima di agire bisogna chiedersi da dove nasce il desiderio di cambiare, se è autentico, e se si ha la forza di misurarsi con il rischio e i disagi che qualunque cambiamento comporta. Perché se l'esigenza di rinnovarsi è profonda, di uscire da un’azienda o da una situazione che ci mortifica o non ci valorizza, bisogna valutare lucidamente i pro e i contro, "bruciare le navi" e combattere. È una sfida soprattutto con se stessi.
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