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Per l'autoderminazione e la libertà femminile: ieri, oggi e domani

Per l'autoderminazione e la libertà femminile: ieri, oggi e domani

16 giugno - Il coordinamento donne della federazione della sinistra - Lazio aderisce convintamente e con fermezza al presidio

Lunedi, 20/09/2010 - Le lotte delle donne sono stati decisive per l’affermazione della loro libertà e di molti diritti:



 nel 1970 viene approvata la legge sul divorzio, confermata dal referendum nel 1974;

 nel 1971 l’Aied ottiene l’abrogazione del reato di propaganda e uso di contraccettivi;

 nel 1975 si approva la riforma del diritto di famiglia, si istituiscono i consultori familiari e la Corte Costituzionale sancisce il primato della salute della donna sulla tutela della vita prenatale;

 nel 1978 viene approvata la legge n. 194 sull’interruzione di gravidanza, che sarà

confermata dal referendum del 1981.



Negli anni più recenti, il movimento delle donne ha retto attacchi durissimi e reiterati alla legge 194, alla libertà e all’autodeterminazione femminile: dalla criminalizzazione delle donne che abortiscono e dei medici non obiettori alla denigrazione dei consultori pubblici e del personale che ci lavora e che ha resistito ai tagli delle risorse e ai tentativi di rimodellarli su base confessionale. Si è così quasi cancellato l’aborto clandestino e sono cresciute la libertà e la consapevolezza delle donne sulla propria sessualità. Ora la polemica si riaccende, anche a seguito dell’immissione in commercio della RU 486.



Regione Lazio: grande è la confusione sotto il cielo…



Giovedì scorso la Giunta regionale del Lazio, ha deliberato:



 che per l’interruzione farmacologica della gravidanza (somministrazione della RU 486) nelle strutture sanitarie regionali è obbligatorio il ricovero ospedaliero di tre giorni;

 che si rende necessaria una stima preventiva del fabbisogno di posti letto di ricovero ordinario per l’interruzione di gravidanza farmacologica;

 che l’individuazione delle strutture ospedaliere abilitate è rinviata a successivo provvedimento.



...ma le donne sanno che:



 l’art. 15 della legge 194 raccomanda il ricorso alle “tecniche più’ moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza;

 l’aborto farmacologico è legale da molti anni in più di trenta paesi, tra cui molti paesi europei;

 da più di vent’anni in Francia viene praticata l’interruzione della gravidanza sia chirurgica che farmacologica

 ci sono studi pluriennali di valutazione scientifica dei rischi e degli effetti dell’interruzione di gravidanza sia chirurgica sia farmacologica, di cui va data un’informazione adeguata e corretta;

 gli altri paesi europei praticano l’interruzione farmacologica in day hospital;

 hanno il diritto di scegliere in piena autonomia, nella relazione fiduciaria con il/la ginecologa, il metodo più adeguato alle loro condizioni;

 hanno il diritto di chiedere ed ottenere sotto la loro responsabilità le dimissioni ospedaliere in qualunque momento e possono in qualunque momento presentarsi al pronto soccorso;

 ritardi della Regione Lazio nell’attivazione delle procedure di accesso e nell’individuazione delle strutture ospedaliere abilitate, l’eventuale accentuazione dei rischi sui moduli per il rilascio del consenso, non le aiutano a esprimere una scelta informata, in particolare se sono orientate all’interruzione farmacologica (che deve essere praticata entro la 7a settimana) spingendole a recarsi in altre Regioni o a sottoporsi all’interruzione chirurgica.



Aderiamo al presidio convocato dall’Associazione Vita di Donna Onlus

via R.R. Garibaldi, 7 davanti alla Giunta Regionale del Lazio



16 giugno dalle 9 alle 13

coordinamento donne federazione della sinistra - Lazio

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