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Per l’applicazione della legge 194

Per l’applicazione della legge 194

LAIGA - L’Associazione Laiga nasce dall’impegno di un gruppo di ginecologi non obiettori

Dalla Negra Cecilia Martedi, 10/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2012

Conoscersi, contarsi, tutelarsi. Nasce per questo l’associazione LAIGA (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194), creata con il lavoro di medici ormai sempre più isolati, e il fatto stesso che esista dovrebbe far riflettere. Perché se i dati ci raccontano di un paese in cui sfiora l’80% la percentuale dei ginecologi obiettori di coscienza e che rifiutano di praticare IVG, quelli che sono ancora disposti a farlo in una città come Roma si contano sulle dita di una mano. Gli attacchi alle Legge 194 ci sono sempre stati, sin dalla sua entrata in vigore, ma quello che accade oggi è diverso, e più grave. Perché interroga il senso civile stesso dei medici che prestano servizio presso la sanità pubblica e, di fondo, la tutela della salute delle donne. Se l’obiezione diventa passaggio fondamentale anche per l’avanzamento di carriera, senza che vi siano in questo senso tutele alla categoria medica, a farne le spese sono comunque le donne, costrette dove possibile a recarsi all’estero, e nel peggiore dei casi a tornare indietro nel tempo, a pratiche rischiose e illegali. O a cercare quei presidi ancora disposti ad assicurare loro il diritto all’interruzione di gravidanza, che nel tempo, e nel silenzio generale, sono diventati vere e proprie “zone di frontiera”. L’Associazione Laiga nasce quindi dall’impegno di un gruppo di ginecologi non obiettori, che dal 2008 si riuniscono insieme ad altri operatori del Lazio. Fondata dalle dottoresse Silvana Agatone e Concetta Grande, del servizio Applicazione legge 194 dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, e dai dottori Franco Di Iorio e Marco Sani del Policlinico Casilino di Roma, esiste e resiste ad un sistema che ha ormai travalicato la mera questione ideologica e valoriale, per spostarsi nel campo dei diritti delle donne, ma soprattutto della tutela della loro integrità fisica. L’Associazione, oltre a fornire assistenza diretta alle donne che necessitino un intervento di interruzione di gravidanza, presenta nel suo sito web (www.laiga.it) i centri presenti sul territorio nazionale: sette in totale, di cui cinque nel Lazio. Lo fa perché, come denuncia nelle pagine web, “non vi è alcuna lista né presso la Regione Lazio, né presso il Ministero della Salute, sulla quale risultino i centri e gli operatori della Legge 194”. E in un periodo in cui gli attacchi alla normativa si moltiplicano, diventa necessario anche trovare forme di tutela per gli operatori. Perché chi non sceglie l’obiezione di coscienza sia protetto e non rischi l’emarginazione dal mercato del lavoro. In questo senso gli obiettivi di Laiga sono chiari: difendere la legge 194 ma, insieme, i medici che rendono possibile la sua applicazione, oltre alle donne che ne usufruiscono, con particolare riguardo per chi chiede l’aborto terapeutico. Per questo motivo Laiga ha cercato il sostegno di un pool di legali in grado di assistere e sostenere chiunque, tra gli operatori sanitari, dovesse essere attaccato o discriminato per la propria scelta di mettersi al servizio della salute delle donne.





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