Mariella Masoni - “al di fuori delle consuetudini, alla ricerca del filo di bisso dell’esistenza”
Benassi Luca Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008
Capitano tra le mani libri che hanno il profumo del mare, il sapore della salsedine e della pelle bruciata dal sole, il colore rosso delle madrepore e dei coralli; libri intensi, di una intensità che colpisce come il vento di maestrale, come il silenzio degli altipiani, attraverso la forza della significazione. Libri che chiedono un’immersione nell’oblio scuro e silenzioso, sotto la superficie delle onde, per cogliere il respiro del cuore. Si tratta di perle spesso affidate a piccoli editori, a chi crede nel valore della parola poetica in sé, lontano dai circuiti e dagli ambienti letterari istituzionali. Sono piccoli tesori di scrittura che si offrono, più che attraverso il cesello preciso del linguaggio o la volontà di inseguire le mode letterarie del momento, attraverso il dono di un’anima gonfia di vita. Mariella Masoni è nata e vive a Sassari e conosce il respiro del vento dell’isola e le acque profonde e cristalline che la circondano, conosce la tristezza della roccia, il battito della storia millenaria, l’odore della macchia mediterranea. Scrive la poetessa nella prefazione al suo “Correre cielo” (Edizioni TAS Sassari, 2007): “al di fuori delle consuetudini, alla ricerca del filo di bisso dell’esistenza, nasce il mio libro un po’ come domanda: - come fa il mare a nuotare? Le onde percorrono strade già segnate o si fanno trascinare solo da maree?” Interrogare la natura è dunque interrogare l’esistenza, cercare nel mare i percorsi delle correnti nel tempo che fugge, correre nel cielo infinito alla ricerca del senso. Si tratta di una poesia della ricerca, un luogo fatto di carta e inchiostro nel quale trovare le proprie radici, la storia, la tradizione, la dimensione della memoria, il respiro della natura incontaminata che ne fa da contorno: “Conchiglie sciolgono chiome senza peso/ per Mare che rinasce./ Capelli sottili cantano sensi di carezze/ come mano di donna che tesse di preghiera./ È sussurro e grido quella voce/ che unisce Terra di ossidiane/ alla tela dell’acqua…/ Il silenzio diventa…filo”. È una poesia dello spirito lontana da quella del corpo “forte”, propria della poesia delle donne che origina dagli anni Settanta; qui il corpo si fa sussurro, carezza, tocco lieve di sguardi nella ricerca dell’amore, e l’amore lavora sempre sottotraccia in questi testi, come il costante riflusso dell’onda sulla battigia: è abbandono al desiderio, ricerca, coraggio, ma anche distanza, incomprensione, fuga; un cerchio che inanella questa poesia nella corsa dell’esistenza. In questo libro si apre il ventaglio delle possibilità della vita, l’intrico dei sentieri che si inoltrano nella macchia, tutti da esplorare, da interrogare. Né è testimonianza l’uso, quasi ossessivo in molti testi, dell’anafora dell’avversativo “o”, l’uso spesso straniante del linguaggio e della sintassi che mira ad ipotesi di senso diversificate, a letture polifoniche: Mariella Masoni non ci nega nulla, anzi vuole darci tutta se stessa. È un intento comunicativo che trova una corrispondenza nelle sue ricerche sulle tradizioni e la cultura della Sardegna arcaica, ancora vive nella pratica quotidiana ma a rischio di estinzione. La poetessa opera da anni per la diffusione della cultura sarda, delle fiabe, della musica, degli strumenti della tradizione nella rete delle scuole della provincia di Sassari e a Berlino, tra i sardi emigrati. Si tratta di una tensione civile (la poetessa ha curato progetti nella scuole per la prevenzione all’AIDS) e civile che è il segno tangibile della voglia di condivisione e di ricerca dell’altro, di uno sguardo capace di far toccare due anime, motore della scrittura e del fare poetico. Il frutto maturo è questa poesia profonda come il mare, antica come la terra.
TESTI
Correre Cielo
Lembi di pelle sottile
offrono grafici di rilievi
come scoperta di solco in cui perdersi,
mentre cerco il tuo essere acqua…
Labbra di sentieri sfiorano, premono,
evaporano condense di gocce
da cui vita e origine
ti danno la mia forma.
Il vento, fattosi respiro,
segue la corsa di elastici tesi
in risposta al tuo stringere spazi di frutto…
dove il tuo essere seme
raggiunge distanze di coscienza incredula,
stordita dal tuo non essere materia
e dal mio correre cielo…
Ferite di gomma
Il vomere apre la terra in solco di fertile dolore
e mano spinge profonda la forza del germoglio.
Alla bocca il seme piange…
Sorge vita di sole tra grandine che brucia cicatrici.
Terra rimargina.
Nuovamente chiude il sonno l’orma di radici e silenzio.
Al risveglio gomma fa petali di muro,
come rimbalzi d’attese che urlano senza voce
Non ha canto il disegno assente,
fantasticato,
che trova vuoto e ferite di gomme
nel non esistere…
E Amore vive… nonostante…
Lampare di stelle
Sogni di stagno
tuffano lune
appese su fili di giunco.
Premono grani di sabbia
su ferite umide della notte.
Spingono occhi d’attesa
oltre specchi di lago
e lanciano ami
lampare di stelle
come stupore
di prime volte.
Il Tempo
Non inseguire il tempo,
perché lui pensa ad un gioco e ti acchiappa.
Non infilarti nel tempo,
perché lui pensa che sei sua e ti stringe.
Non segnare il tuo tempo
perché sua è la scrittura.
Cavalcalo, invece,
come un’onda
fermandolo con la memoria
e la gioia degli attimi!
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