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Pensieri creativi per il tempo che verrà

Pensieri creativi per il tempo che verrà

Futuro / 2 - Siusy Blady, Catherine Spaak, Elena Stancanelli, Lina Wertmüller

Piera Francesca Mastantuono e Ribet Elena Sabato, 15/01/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2011

Cosa evoca la parola ‘futuro’? Lo abbiamo chiesto a Siusy Blady, Catherine Spaak, Elena Stancanelli, Lina Wertmüller





SIUSY BLADY



Io ho un'idea particolare del futuro, che è addirittura un mio programma e si chiama 'futuro arcaico'. Arcaico proprio perché il futuro ritorna e ritornerà. E anche perché in realtà bisogna guardare indietro per andare avanti, e guardare indietro tanto, nel passato più remoto, dove il divino aveva un segno femminile, dove l'organizzazione sociale e familiare era matriarcale e dove la natura era al centro dell'attenzione di tutti. È un tempo in cui la natura è lo spirito vero, in cui non c'è prevaricazione. È questo il tipo di futuro che mi auguro. In tutti i miei viaggi ho cercato e ho visto questo spirito nelle donne che hanno conservato segni, simboli e persino il linguaggio, anche attraverso le opere delle loro mani, tappeti, ricami. Ad esempio in Guatemala sul lago Atitlan, dove ho girato un filmato sulle donne discendenti delle etnie maya, che si sono salvate la vita proprio con la tessitura antica, capacità ancestrale trasformata in progetto di commercio equo solidale. Il film si intitola 'Yo valgo, yo puedo: vamos a perder miedo!' (Io valgo, io posso: bisogna perdere la paura) e racconta la storia delle artigiane sopravvissute all’operazione di pulizia etnica attuata negli anni ottanta dal governo golpista del generale Rios Montt. Anche la Mongolia ha significato molto per me. Mi ha colpito, mi ha fatto capire il senso del nomadismo, della possibilità di vivere in modo diverso e profondo le relazioni con le persone e con i luoghi. Da questo incontro è nato 'Nomadizziamoci, Sopravvivere con stile', un progetto ecocompatibile. Ho portato delle tende mongole, le ho montate in giro per l'Italia in città e campagne, in varie situazioni come ad esempio alla Fiera dell'arte. A luglio invece andrò in Cina con l'antropologa francese Francesca Freeman, che ha lavorato sul matriarcato.



“Proviamo a pensare come sopravvivere con l’essenziale.

Proviamo a pensare di che cosa abbiamo bisogno oltre che dell’essenziale.

È semplice ci serve quello che abbiamo quando, stanchi della solita vita, ce ne andiamo in vacanza, magari in campeggio.

Perché deve essere così bello vivere in ambienti naturali con poco o niente con una tenda come riparo per gioco e non deve esserlo per davvero?

Pensate a cosa fanno i bambini quando giocano: una capanna.

Perché se è così divertente non lo facciamo sempre?

Per i Nomadi dell’Asia centrale, quella che per noi è vacanza, è la vita.”




CATHERINE SPAAK



È certo un momento difficile per pensare al futuro e per parlarne. E penso soprattutto ai giovani, ai quali non stiamo dando nulla di quanto meriterebbero. Ad essere sincera non vorrei davvero avere vent’anni oggi, con tutte le incertezze che permeano quest’epoca e con la crisi che la sta devastando.

Un consiglio? Non credo di essere la persona più adatta a darne uno, ma se dovessi indicare un riferimento in questo momento raccomanderei senz’altro l’etica. Intendo dire il bisogno di riscoprire e conservare dei valori etici adesso, evitando di abbandonarsi al caos circostante. Etica e valori come una necessità di vita, pubblica o privata che sia.





ELENA STANCANELLI



Per il futuro, su lunga scala e in termini totalmente ipotetici, credo che il mondo si organizzerà secondo comunità omogenee fondate su desideri e bisogni, al fine di evitare il conflitto; delle sorta di comunità autarchiche. Il mondo non sarà più diviso secondo nazioni, troppo complesse al loro interno, bensì secondo comunità che si relazioneranno tra loro in base al continuo transito di persone all’interno di esse: nell’evoluzione dell’individuo cambieranno i bisogni, e di conseguenza cambierà la comunità di appartenenza.

Per il futuro dell’Italia, a breve termine, spero non esploda tutta la rabbia che stiamo vedendo. Il problema italiano è che quelli della mia generazione, i quarantenni, non hanno trovato il loro spazio e, di conseguenza, neanche i loro figli ventenni. I giovani oggi, per avere un ruolo, non devono più ‘uccidere il padre’ per diventare adulti, ma ‘uccidere’ il sessantenne, perché è lui che detiene i posti di comando. E la rabbia degli studenti è determinata dal fatto che in Italia si stia mettendo in discussione il sistema stesso di democrazia, nel quale credo profondamente. C’è l’idea che tutto ciò che accada sia finto, che niente possa incidere sul reale, ed invece è possibile l’esatto contrario, è possibile contare, è possibile incidere. Non si è alieni, anche se tutto ciò che ci circonda ci farebbe pensare il contrario.

Per quanto riguarda le donne, per me è fondamentale la faccenda delle quote rosa, e lo sostenevo da prima che diventasse un tema caldo. Credo che la situazione delle donne non cambierà fin quando non ci saranno donne negli alti posti di comando, di potere.

Un consiglio per il futuro? Raccontare.

L’impatto più importante ottenuto da Wikileaks credo sia stato proprio quello di aver raccontato. E per quanto riguarda il nostro Paese, credo che sia talmente tanto un laboratorio di follia che valga la pena raccontarlo e bisogna essere totalmente lucidi per farlo. In questo momento è come se fossimo al fronte ed è fondamentale riuscire a dirlo, facendo conoscere la realtà.

È mancato il racconto in questo Paese, dobbiamo ricominciare a farlo.





LINA WERTMÜLLER



#foto5sx#È una domanda curiosa. Secondo me non c’è altro da fare che lavorare, o studiare, a seconda dell’età e dei rispettivi contesti in cui si vive. In tutti gli ambiti occorre prepararsi al meglio, prepararsi a qualsiasi congiuntura possibile. Se dovessi dire qual è la cosa più importante, direi … la cultura, soprattutto. Certo, i tagli sono gravissimi, ma imparare si fa anche da sé: leggere libri, guardare film, andare a teatro, tutte le forme d’arte sono importanti. Quanto alla politica, penso che si possa fare bene a qualsiasi età e che possano farla altrettanto bene uomini e donne. Basta avere la preparazione e le capacità necessarie.



 

(17 gennaio 2011)

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