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Pensando a Tamara

Pensando a Tamara

Donne impresa / Confartigianato -

Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007

Ancora una volta sarà 8 marzo: ed ancora una volta, nella maggior parte dei contesti, vi sarà la solita celebrazione un po’ ipocrita e senza dubbi superata di un momento di riflessione sulle mancate possibilità delle donne di esprimere le loro capacità e potenzialità nonché una elencazione delle misure che si pensa di mettere in atto. E poi a piccoli passi verso un altro 8 marzo.
Senza volere elencare nel dettaglio le difficoltà che percorrono l’universo del femminile non si può sottovalutare ad esempio il fatto che il livello occupazionale delle donne è nel Mezzogiorno di 27 punti sotto la media europea in contrapposizione ad altri Paesi Europei e non solo, che stanno varando misure affinché, nel prossimo quinquennio, l’occupazione femminile arrivi al 65%.
In merito la finanziaria ha previsto incentivi alle imprese che nel Mezzogiorno permettono un risparmio anche di 150 euro mensili per l’assunzione di donne: misure che forse qualcosa potranno sviluppare ma che sono ben lungi dalla concezione di un Piano Strategico finalizzato a valorizzare le competenze delle donne, a combattere la sottooccupazione a cui spesso sono costrette ad adattarsi, a mettere in atto valide misure di conciliazione, a rompere quelle riserve che continuano a tenere le donne fuori dai luoghi decisionali del Paese.
Si tratta infatti di eliminare schemi culturali che sono fermi a modelli di riferimento al maschile e che non riescono a fare propria la logica della valorizzazione delle differenze ma che, comunque, impongono, anche attraverso i media, una figura femminile spesso lontana dalla realtà quotidiana ma che viene indicata vincente e di riferimento per le donne stesse.
Anche nel recente e sempre attualissimo dibattito sulle pensioni, l’ipotesi di elevare per tutti i lavoratori l’età pensionabile continua a rifarsi ad una schematizzazione sorpassata non tenendo presente il doppio lavoro svolto dalle donne né il lavoro di cura né la maternità come fattore sociale.
Nel ribaltamento degli schemi sopra accennati, si potrebbe partire aprendo un tavolo di concertazione fra Governo ed organizzazioni di rappresentanza e del mondo femminile per mettere a punto una previdenza che rispecchi l’impegno e la fatica delle donne e sia più vicina al Paese reale.
Mentre sto chiudendo leggo la notizia dell’uccisione di Tamara Monti, apprezzata allenatrice di delfini presso l’Acquario di Riccione: uccisa perché i suoi cani abbaiavano. Già da domani nessuno ne parlerà più. Affrontiamo invece più da vicino il tema della violenza sulle donne che, anche quando non uccide, pervade significativamente la società e proviamo ad essere meno silenziose.
(15 marzo 2007)

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